venerdì 10 aprile 2020

Come vivo ora - Kevin Macdonald

Saoirse Ronan è ormai un'attrice famosa, meritatamente (Piccole donne, per esempio) e anche George MacKay è ormai famoso (1917, per esempio, e El secreto de Marrowbone, nel quale, curiosamente, interpreta un personaggio simile, un fratello maggiore che deve proteggere i minori, gli unici rimasti della famiglia).
in questo film si trovano nel mezzo di una catastrofe nucleare nella qualche possono e devono solo subire, e poi fuggire e fuggire, se possono.
una storia di ragazzi in un mondo ostile, minaccioso e terribile.
merita la visione, di sicuro - Ismaele





Film a due velocità: una prima descrittiva, bucolica da romanzo rosa e una seconda drammatica con venature horror. Come sfondo una storia d'amore e di speranza. Trama post-apocalittica asciutta e abbastanza dozzinale. Rimangono aperti molti interrogativi sul perché accadano certi sinistri avvenimenti. Saoirse Ronan stizzosa e suscettibile rende bene il carattere della quindicenne ribelle. Buona la recitazione dei bambini. Notevole la bellezza della campagna inglese come alcuni pezzi della soundtrack. Alla fine di tutto lo spettacolo non è malaccio.

…Non posso dire che il film sia brutto, ma l'ambiente bucolico in cui si dipana la vicenda di questi ragazzi, non basta a dare un senso e una coerenza alle scelte di regia, nè ha giustificare una storia che mette tanta carne al fuoco più come pretesto che per reale esigenza narrativa.
Alla fine, non ho ben capito se si voleva raccontare una storia d'amore, di formazione o di crescita di questi adolescenti che sembrano vivere in armonia con la natura dei boschi e corsi d'acqua, in una sorta di paradiso temporaneo, e si ritrovano all'improvviso travolti da una realtà terribile - lo scoppio di un ordigno nucleare e una terza guerra mondiale, che sembra più una guerra civile, tutto talmente suggerito o solo velatamente mostrato, da apparire quasi onirico e surreale; perfino la violenza e la morte perdono di concretezza.
Ho visto più realismo in certi anime giapponesi.
A che scopo ricorrere ad un simile dramma?
Sembra solo un espediente narrativo, oltremodo superfluo, per creare pathos e tensione…
da qui

Con un precioso trabajo de puesta en escena, que saca singular provecho de los paisajes naturales, la fauna y la flora que rodean a la casa de campo, unos originales títulos de crédito de marcada estética pop de los 60 y una espectacular banda sonora repleta de preciosas canciones de artistas como Natasha Khan, Daughter o Nick Drake, la película pasa del melodrama familiar y romántico de su primera mitad a un segundo acto más crudo y violento, enclavado en el género bélico en su vertiente más futurista, con pasajes que nos remiten a esa obra maestra que fue Hijos de los hombres (2006), que también fantaseaba con una sociedad inglesa futura condenada a la extinción. Este tramo final está narrado con el suficiente buen pulso por Macdonald como para que las largas caminatas campo a través de las dos protagonistas femeninas no resulten aburridas para el espectador. La violencia está presente casi siempre fuera de plano y el conflicto bélico sabemos que está ahí pero nunca hace acto de presencia en pantalla, únicamente sus consecuencias (los cortes de luz, la hambruna, el desalojo de los hogares, el amasijo de cuerpos sin vida, las huellas psicológicas que deja una guerra). En definitiva, estamos ante un producto inteligente y a contracorriente dentro de las adaptaciones de novelas juveniles, ya que se muestra mucho más preocupado en sus personajes y las heridas del corazón que en la acción sin sentido…

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