il film è una corsa anche per chi guarda, l'occhio è sempre su Blake e Schofield, e poi solo su Schofield (l'attore è George MacKay, anche protagonista di Marrowbone).
un film da non perdere, e al cinema rende sicuramente più che a casa, è sicuro - Ismaele
…È vero, la scelta di
basare il film sostanzialmente su due enormi piano sequenza può a tratti far
pensare a un videogame, ma in verità si tratta di una scelta stilistica
coraggiosa che, se da una parte ha il merito di favorire l’avvicinamento dello
spettatore alla vicenda, di portarlo dentro, di coinvolgerlo, dall’altra
rischia però paradossalmente di distrarlo dalla storia stessa, con movimenti di
macchina a volte troppo audaci e dinamici. Ma è comunque divertente, per lo
spettatore più attento, cercare di di individuare i punti in cui sono state
cucite insieme le varie sequenze.
Certo, forse la scelta di
puntare gran parte delle energie sui virtuosismi stilistici ha finito per
sacrificare qualcosa sulla sceneggiatura, che in più punti denota alcune
debolezze, sia in termini di snodi della vicenda (forzata e pretestuosa in
questo senso appare la scelta ad esempio di mettere in ballo la questione del
fratello di uno dei due soldati protagonisti tra i 1600 commilitoni da
salvare), sia e sopratutto in termini di dialoghi (prevale la noia quando
l’azione latita).
Ad ogni modo, guardare questo
1917, e guardarlo al cinema, è una esperienza cinematografica importante, che
merita di essere fatta
…Mendes dedica
il film al nonno Alfred che ha combattuto per l’esercito britannico nella Prima
Guerra e “che ci ha raccontato le storie”. Eppure, paradossalmente, a mancare
qui sono proprio le storie, sovrastate dalle modalità del raccontare, dal… come.
Assecondando un automatismo militaresco, 1917 non prevede la possibilità di altri sguardi,
né l’esistenza di altri mondi da configurare e desiderare in un fuori campo.
Per quanto ambizioso, difficilissimo da realizzare e “stupefacente”, appare
senza immaginazione. Come se avesse dimenticato la propria anima da qualche
parte nella perfezione tecnica, nella maniacalità del backstage. La recupera in
alcuni momenti di sospensione, che hanno un po’ la valenza delle soste ai box,
come nella ineluttabilità della morte dissanguata di Blake o nel finale in cui
il revenant Schofield
contempla le foto di famiglia appoggiato a un albero, fermando finalmente la
sua corsa estenuante. Forse la Storia inizia dove finisce il film. O forse,
semplicemente, questo non è un film, ma il miglior software in circolazione.
Per portare a casa una missione può anche funzionare. Per il resto
dipende, come sempre… dai punti di vista.
Game Over.
…Spogliandosi
di ogni forma stilistica legata all’epica, 1917 racconterà
gli orrori della guerra in un gioco di antitesi dove non c’è spazio per
l’umanità. Lande desolate caratterizzate da morti in ogni dove, in cui l’unica
regola che vige è quella del mors tua vita mea, come dicevano i latini. È per
questo che non c’è la necessità di focalizzare l’attenzione su una storia inutilmente
intricata o che lasci la guerra esclusivamente sullo sfondo.
Mendes catapulta lo spettatore in quei paesaggi freddi, distaccati da ogni
concezione di umanità, raramente presente nel contesto bellico. La morte
predomina sulla vita, anche quand’essa si mostra nel sorriso di un neonato
nascosto nei bassifondi di una città devastata. Non c’è tempo da perdere, quel
messaggio va recapitato. E l’impresa è, per definizione, ardua. Il pericolo
tedesco è dietro l’angolo, pronto a sparare o accoltellare.
1917 è un
racconto asciutto, in cui l’unico celebrato è un semplice soldato che porta un
semplice ordine di ritirata. Non ci sono tiranni da detronizzare, tantomeno
vittorie da conquistare. Ciò che conta è obbligare un generale a fare un passo
indietro affinché si eviti la morte di 1600 soldati.
Non un semplice esercizio di stile, la regia di Mendes, oltre a rasentare
una perfezione da Oscar, trova un fedele alleato nella fotografia di Deakins,
mozzafiato e ricercata più di sempre giacché riesce a restituire alla
perfezione quell’idea di realismo, tanto orribile quanto crudo, legato alla
guerra…
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