mercoledì 12 febbraio 2020

5 X 2 (Cinq fois deux) - François Ozon

un film, un gran film, al contrario.
François Ozon mostra una coppia in cinque momenti della loro vita, dal divorzio al primo incontro.
Valeria Bruni Tedeschi è bravissima, dà anima e corpo a tutta la storia, una Marion forte e debole insieme, non ci sono personaggi tutti d'un pezzo, il tempo cambia le persone, a volte anche i giorni di 24 ore sono una sfida alla coerenza, alla forza, alla volontà.
da non perdere, come tutto Ozon - Ismaele

ps: tutte le canzoni nel film sono canzoni italiane





…L'amore, questo sentimento così sublime ed atroce, per l'autore non è riconducibile al mito dell'amore né tanto meno all'utopico sogno dell'incontro di un'anima gemella ma quella complicata terra di confine entro cui due persone cercano una fatica di migliorarsi, conoscere e anche per la miseria, amarsi. La difficile alternanza di sorrisi e lacrime, amori e tradizioni viene sapientemente condotta da Ozon grazie a due essenziali fattori. Il primo è in realtà un segno distintivo del suo stile, è quella straordinaria capacità di infondere differenze significative all'interno di una stessa scena cose che sono fatte in un punto che vede un personaggio ridere, piangere, tenere violenza e poi dolcezza nel volgere di pochi minuti, appare come il barlume di una vita vera piuttosto che un artefizio narrativo. Il primo frammento amoroso è un esempio eloquente: detto raccontarci l'inevitabile spegnersi di un sentimento ed invece ... attraverso la freddezza con cui devo computare il burocratico atto del divorzio (identico nella forma all'atto matrimoniale !!!), la dolcezza di Marion ( Valeria Bruni Tedeschi ) nel chiedere un tenero bacio che sfocia nella violenza del successivo atto sessuale, l'ingenua paura di lei nel credere e un improbabile suicidio di Gilles ( Stephane Freiss ) e infine la fermezza di Marion nello sbattere la porta alla folle idea di riprovarci ... finisce col restituirci il senso diretto di una relazione; è forse questo il capitolo in cui i due danni dovuti l'impressione dell'amore che li ha uniti, è forse questo il senso dell'insostenibile indeterminatezza di Ozon.
L'altro fattore non può essere essere la bravura degli attori protagonisti, decisamente in stato di grazia, decisamente bravi nel saper rendere diversi e complicati stati d'animo sia con l'espressività che con il corpo, apparendoci nel corso del film in un modo e nel suo contrario, belli e brutti, vecchi e giovani (splendido il nudo integrale di Valeria Bruni Tedeschi sdraiata nel letto che riporta la mente al venere di Tiziano). Infine un cenno alla colonna sonora, fatta di successi italiani degli anni '60 ( Tenco , Conte, Fidenco ecc.) Scelti a quanto pare dalla stessa Tedeschi, canzoni che fanno sorridere e servono di buon umore, vieni a consigliarci il giusto modo d ' affrontare la vita: con la necessaria ironia.
Si accendono le luci e nel brusio affiorante della sala emergono ingrate delle voci ... bè lo facciamo ... andiamo a ... anche noi un film .... prenderci una birra .... senti .... ridateci. ... ok ... i soldi .... ti chiamo io .... ci vediamo dopo .... è un film tiepido. Esattamente, tiepido come la vita, incompiuta sintesi di gioie e dolori.

Nudo, soffocante, sconsolato, girato prevalentemente in interni, senza alcuna speranza per qualsiasi tipo di relazione - amorosa o sessuale, etero od omo che sia - Ozon, dirigendo magnificamente un cast indovinato, mette da parte glamour e sangue, colore e melodramma, per inscenare uno psicologico, complesso, definitivo gioco al massacro, in odore sì di Bergman ma profondamente suo, in cui, risfoderando quel talento speciale che ha nel restituire con esattezza i frammenti del quotidiano, scava sotto la sabbia e condisce i tormenti dei protagonisti con l’ironia amara di canzoni italiane (la splendida scena della danza sulle note di Sparring partner di Conte), per concludere la parabola nel più ozoniano dei luoghi: una spiaggia. La coppia si va formando ed è già il tramonto.

Ozon è tra quei pochi cineasti in grado di spogliare completamente i suoi interpreti. La loro nudità è totale, il disagio e le tempeste del carattere sono visibili quasi in una performance estrema del corpo attorale. I personaggi sono esseri viventi in balia di infinite possibilità, sprofondati nelle dinamiche di un destino beffardo (della Natura Umana) che si diverte a combinare e scombinare elementi. Nel cinema di Ozon ogni momento scenico può generare una crisi perché il dispositivo cinematografico è sempre austero ed eccitato dall'idea di inscatolare i personaggi in una gabbia da cui non si può sfuggire. Anche la segmentazione del flusso narrativo indica chiaramente l'onniscienza assoluta della mdp, capace di scrutare profondamente i segreti sentimentali, di esporli, quasi di alimentarli con sospetti, in cui la complicità nell'uso del campo e fuori campo è fondamentale per articolare il gioco prossemico tra personaggi. In Ozon l'esposizione di una tesi attraverso immagini è sempre un'esperienza sconvolgente.
da qui

Il gioco è ben congeniato. La coraggiosa e spudorata interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi paga. Il revival canoro è grazioso. Sommando pregi e difetti si otterrebbe, in teoria, un buon risultato. Ma il cinema non è una formula matematica. È una formula magica. Ozon è bravo ma non ha coraggio, non ama il rischio. Paradossalmente, rischia di rimanere intrappolato nei suoi film-gioco.

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