un film che non t'immagini, alla Rai, su Raiplay, grande protagonosta e grande regista (nel 2000 aveva girato Qui non è il Paradiso, un film grandissimo, protagonista Fabrizio Gifuni).
Maltese è un poliziotto di quelli pronti a essere ucciso dalla mafia, che ancora non si poteva nominare in tribunale, per evitare querele.
era il 1976, a Trapani, terra di frontiera, quando l'eroina iniziava a essere esportata negli Usa.
il film (si dice fiction, in quattro puntate da quasi due ore ciascuna) non ha una seconda parte, o seconda stagione, come dicono, non ne ha nessun bisogno.
non perdetevi Maltese, merita moltissimo - Ismaele
QUI si può vedere (o guardare, a scelta).
Siamo nel 1976, a Trapani. La mafia è ancora
considerata da molti come un'invenzione di scrittori e giornalisti, ma è
proprio in questo periodo che si sta invece trasformando, grazie all'enorme
quantità di denaro che le arriva dal traffico di eroina. Questo cambiamento dà
inizio a una lunga guerra che insanguinerà il nostro Paese negli anni a venire.
Dario Maltese è fuggito dalla Sicilia molti anni prima, portando con sè un
dolore lacerante. Quando decide di tornare nella sua città, il suo migliore
amico viene ucciso, e in quel momento Maltese si rende conto che non è più
disposto a chiudere gli occhi sul suo passato e sul futuro della sua terra.
Diventa il commissario capo della questura di Trapani, prendendo quello che era
il posto dell'amico fraterno scomparso. Inizia per lui un lavoro estenuante.
L'unica gioia della sua vita è Noa, la figlia, con la quale, dopo un periodo di
dolorosa lontananza, si ritroverà. Maltese sa che le vicende di ieri e di oggi
sono collegate e vuole trovare i fili che le hanno tenute insieme e portarli
alla luce, anche a costo della vita. Anche a costo di fare i conti con il suo
passato e di scoprire ciò che non avrebbe mai immaginato su di sè e la sua
famiglia. Quel buio che in tutti questi anni lo aveva tenuto lontano dalla sua
Sicilia e lo aveva lentamente divorato, comincia a dissolversi…
…aldilà del
cast e dell’ambientazione, è l’approccio narrativo che funziona, ovvero un
approccio “positivo”, che porta il pubblico per mano in un mondo
violento ed ingiusto, a stretto contatto con omicidi e sparatorie che però
non creano un clima respingente: Maltese non è uno “sbirro” duro, è un
uomo dolce, che viene accolto bene al suo ritorno in Sicilia e non
visto con sospetto, che non deve combattere con i sottoposti e che ritrova
parti del suo passato nel percorso che intraprende, mischiandosi alla nuova
realtà e diventandone parte.
Nonostante
il commissario indaghi sulla morte del suo più caro amico, con tutto ciò che
emotivamente questo può comportare, a sorpresa riesce poi a distaccarsi durante
le indagini, il che spiazza ma è utile a non creare un clima troppo cupo e
pesante. Anzi, alleggerisce il tutto rendendo godibile un racconto così
duro e drammatico come può essere a prescindere quello legato alla
Mafia.
Maltese è, in conclusione, un ottimo
esempio di sperimentazione ed innovazione linguistica che si mischiano con la
tradizione Rai, quella di intenti e contenuti che mira a rendere più che mai
attuale la storia italiana.
…Oltre a Kim Rossi Stuart, il cast comprende Francesco Scianna, nel
ruolo del coraggioso giornalista Mauro Licata, e Rike Schmid, nei
panni di Elisa Ripstein, fotografa e fidanzata di Licata.
Nonostante il titolo definisca la vicenda "romanzo", la
sceneggiatura è originale: non è tratta da opere letterarie, come è avvenuto
(ad esempio) per la serie dedicata a Montalbano.
Una storia vera? Quasi
Quella del commissario Maltese è una storia vera? Quasi. I
personaggi hanno nomi e vite sostanzialmente "di fantasia". Ma la
fiction è stata girata in luoghi reali: a Trapani innanzitutto,
poi a Palermo, Mozia e Castellammare del Golfo.
Per scegliere il cast, la produzione ha analizzato sul settimanale "L'Europeo" dell'epoca
i volti dei poliziotti siciliani.
Anche i personaggi sono ispirati a figure realmente esistite. Kim Rossi
Stuart, per incarnare Maltese, ha preso spunto da Ninni Cassarà (Palermo,
1947 - 1985), poliziotto assassinato da Cosa Nostra. Nel 1982,
infatti, conduceva indagini in merito e riconobbe i due killer latitanti Pino
Greco e Mario Prestifilippo. E' ricordato soprattutto come stretto
collaboratore di Giovanni Falcone e del "pool
antimafia" della Procura di Palermo.
Licata, invece, prende a modello Mauro Rostagno (Torino,
1942 - Lenzi di Valderice, 1988).
Fu giornalista, ma anche uno dei fondatori del movimento politico "Lotta
Continua" e della comunità terapeutica Saman,
inizialmente ispirata al movimento di Osho Rajneesh. Intervistò Paolo
Borsellino e Leonardo Sciascia; indagò su Cosa
Nostra. Per mezzo della TV, denunciò le collusioni fra mafia e politica
locale. Fu assassinato in un agguato.
Elisa Ripstein ricalca la fotografa Letizia Battaglia (Palermo,
1935 -). Documentò gli anni di piombo, in particolare i delitti
di mafia. Famosi sono i suoi scatti all'hotel Zagarella, che
ritrassero Giulio Andreotti insieme ad esattori mafiosi, i
cugini Salvo.
Ma Letizia Battaglia fu anche colei che raccontò Palermo in immagini:
bambini, donne, quartieri, strade, feste, lutti, quotidianità e potere.
…la série policière Maltese est une bonne
surprise venue d’Italie à découvrir. A noter que si la série a été diffusée
sous la forme de quatre épisodes de 90 minutes dans son pays d’origine, elle a
été redécoupée en huit épisodes pour sa diffusion en France.
Valutare negativamente la
serie per un colpo di scena telefonato o per la prevedibilità della vicenda mi
sembra ingiusto. Dovremmo smettere di andare al cinema o collegarci a Netflix e
guardare solo documentari. Dal mio punto di vista la suspance è ben bilanciata
sulla vita del protagonista e sul suo passato; la caccia all'uomo è un pretesto
per rivelare gli effetti della mafia quando nessuno aveva il coraggio di
chiamarla per nome, contrapposta alla bellezza del territorio. Fotografia e
ricostruzione storica al top, almeno su questo aspetto siamo d'accordo.
Aggiungerei anche regia e sceneggiatura alla lista. Se fossi un nerd direi che
Maltese sta a Montalbano come la DC sta alla Marvel: sono complementari ma al
tempo stesso differenti. Uno si prende molto sul serio, è più riflessivo e
"dark", l'altro più autoironico e celebrativo, ma entrambi parlano la
stessa lingua e affrontano (quasi) i medesimi temi. Nel romanzo del commissario
non esiste un vero cattivo, persona fisica sulla quale accanirsi; anche per
questa ragione ho trovato il finale veritiero, in forte controtendenza rispetto
al genere che prevede la solita resa dei conti. Contrariamente alla tua
analisi, ho trovato la sceneggiatura efficace e ricca di spunti interessanti.
Maltese parla di Mafia senza riferimento a fatti o personale reali ma gli echi
alla realtà arrivano con forza dissonante. Maltese è chiaramente metafora di
un'epoca, uno sceneggiato televisivo - dal taglio cinematografico - che
attraverso la fiction racconta il territorio e i protagonisti che nei decenni
scorsi l'hanno abitato, con grande lucidità e sensibilità. Tecnicamente mi ha
impressionato; i 4 episodi li ho letteralmente divorati su RaiPlay, altro che
lenti e banali. Spero vivamente in una seconda stagione.
Nessun commento:
Posta un commento