giovedì 13 febbraio 2020

Maltese - Il romanzo del commissario - Gianluca Maria Tavarelli


un film che non t'immagini, alla Rai, su Raiplay, grande protagonosta e grande regista (nel 2000 aveva girato Qui non è il Paradiso, un film grandissimo, protagonista Fabrizio Gifuni).
Maltese è un poliziotto di quelli pronti a essere ucciso dalla mafia, che ancora non si poteva nominare in tribunale, per evitare querele.
era il 1976, a Trapani, terra di frontiera, quando l'eroina iniziava a essere esportata negli Usa.
il film (si dice fiction, in quattro puntate da quasi due ore ciascuna) non ha una seconda parte, o seconda stagione, come dicono, non ne ha nessun bisogno.
non perdetevi Maltese, merita moltissimo - Ismaele

QUI si può vedere (o guardare, a scelta).





Siamo nel 1976, a Trapani. La mafia è ancora considerata da molti come un'invenzione di scrittori e giornalisti, ma è proprio in questo periodo che si sta invece trasformando, grazie all'enorme quantità di denaro che le arriva dal traffico di eroina. Questo cambiamento dà inizio a una lunga guerra che insanguinerà il nostro Paese negli anni a venire. Dario Maltese è fuggito dalla Sicilia molti anni prima, portando con sè un dolore lacerante. Quando decide di tornare nella sua città, il suo migliore amico viene ucciso, e in quel momento Maltese si rende conto che non è più disposto a chiudere gli occhi sul suo passato e sul futuro della sua terra. Diventa il commissario capo della questura di Trapani, prendendo quello che era il posto dell'amico fraterno scomparso. Inizia per lui un lavoro estenuante. L'unica gioia della sua vita è Noa, la figlia, con la quale, dopo un periodo di dolorosa lontananza, si ritroverà. Maltese sa che le vicende di ieri e di oggi sono collegate e vuole trovare i fili che le hanno tenute insieme e portarli alla luce, anche a costo della vita. Anche a costo di fare i conti con il suo passato e di scoprire ciò che non avrebbe mai immaginato su di sè e la sua famiglia. Quel buio che in tutti questi anni lo aveva tenuto lontano dalla sua Sicilia e lo aveva lentamente divorato, comincia a dissolversi…

…aldilà del cast e dell’ambientazione, è l’approccio narrativo che funziona, ovvero un approccio “positivo”, che porta il pubblico per mano in un mondo violento ed ingiusto, a stretto contatto con omicidi e sparatorie che però non creano un clima respingente: Maltese non è uno “sbirro” duro, è un uomo dolce, che viene accolto bene al suo ritorno in Sicilia e non visto con sospetto, che non deve combattere con i sottoposti e che ritrova parti del suo passato nel percorso che intraprende, mischiandosi alla nuova realtà e diventandone parte.
Nonostante il commissario indaghi sulla morte del suo più caro amico, con tutto ciò che emotivamente questo può comportare, a sorpresa riesce poi a distaccarsi durante le indagini, il che spiazza ma è utile a non creare un clima troppo cupo e pesante. Anzi, alleggerisce il tutto rendendo godibile un racconto così duro e drammatico come può essere a prescindere quello legato alla Mafia.
Maltese è, in conclusione, un ottimo esempio di sperimentazione ed innovazione linguistica che si mischiano con la tradizione Rai, quella di intenti e contenuti che mira a rendere più che mai attuale la storia italiana.

Oltre a  Kim Rossi Stuart, il cast comprende Francesco Scianna, nel ruolo del coraggioso giornalista Mauro Licata, e Rike Schmid, nei panni di Elisa Ripstein, fotografa e fidanzata di Licata.
Nonostante il titolo definisca la vicenda "romanzo", la sceneggiatura è originale: non è tratta da opere letterarie, come è avvenuto (ad esempio) per la serie dedicata a Montalbano.
Una storia vera? Quasi
Quella del commissario Maltese è una storia vera? Quasi. I personaggi hanno nomi e vite sostanzialmente "di fantasia". Ma la fiction è stata girata in luoghi reali: a Trapani innanzitutto, poi a Palermo, Mozia e Castellammare del Golfo.
Per scegliere il cast, la produzione ha analizzato sul settimanale "L'Europeo" dell'epoca i volti dei poliziotti siciliani.
Anche i personaggi sono ispirati a figure realmente esistite. Kim Rossi Stuart, per incarnare Maltese, ha preso spunto da Ninni Cassarà (Palermo, 1947 - 1985), poliziotto assassinato da Cosa Nostra. Nel 1982, infatti, conduceva indagini in merito e riconobbe i due killer latitanti Pino Greco e Mario Prestifilippo. E' ricordato soprattutto come stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del "pool antimafia" della Procura di Palermo.
Licata, invece, prende a modello Mauro Rostagno (Torino, 1942 - Lenzi di Valderice, 1988).
Fu giornalista, ma anche uno dei fondatori del movimento politico "Lotta Continua" e della comunità terapeutica Saman, inizialmente ispirata al movimento di Osho Rajneesh. Intervistò Paolo Borsellino e Leonardo Sciascia; indagò su Cosa Nostra. Per mezzo della TV, denunciò le collusioni fra mafia e politica locale. Fu assassinato in un agguato.
Elisa Ripstein ricalca la fotografa Letizia Battaglia (Palermo, 1935 -). Documentò gli anni di piombo, in particolare i delitti di mafia. Famosi sono i suoi scatti all'hotel Zagarella, che ritrassero Giulio Andreotti insieme ad esattori mafiosi, i cugini Salvo.
Ma Letizia Battaglia fu anche colei che raccontò Palermo in immagini: bambini, donne, quartieri, strade, feste, lutti, quotidianità e potere.

la série policière Maltese est une bonne surprise venue d’Italie à découvrir. A noter que si la série a été diffusée sous la forme de quatre épisodes de 90 minutes dans son pays d’origine, elle a été redécoupée en huit épisodes pour sa diffusion en France.

Valutare negativamente la serie per un colpo di scena telefonato o per la prevedibilità della vicenda mi sembra ingiusto. Dovremmo smettere di andare al cinema o collegarci a Netflix e guardare solo documentari. Dal mio punto di vista la suspance è ben bilanciata sulla vita del protagonista e sul suo passato; la caccia all'uomo è un pretesto per rivelare gli effetti della mafia quando nessuno aveva il coraggio di chiamarla per nome, contrapposta alla bellezza del territorio. Fotografia e ricostruzione storica al top, almeno su questo aspetto siamo d'accordo. Aggiungerei anche regia e sceneggiatura alla lista. Se fossi un nerd direi che Maltese sta a Montalbano come la DC sta alla Marvel: sono complementari ma al tempo stesso differenti. Uno si prende molto sul serio, è più riflessivo e "dark", l'altro più autoironico e celebrativo, ma entrambi parlano la stessa lingua e affrontano (quasi) i medesimi temi. Nel romanzo del commissario non esiste un vero cattivo, persona fisica sulla quale accanirsi; anche per questa ragione ho trovato il finale veritiero, in forte controtendenza rispetto al genere che prevede la solita resa dei conti. Contrariamente alla tua analisi, ho trovato la sceneggiatura efficace e ricca di spunti interessanti. Maltese parla di Mafia senza riferimento a fatti o personale reali ma gli echi alla realtà arrivano con forza dissonante. Maltese è chiaramente metafora di un'epoca, uno sceneggiato televisivo - dal taglio cinematografico - che attraverso la fiction racconta il territorio e i protagonisti che nei decenni scorsi l'hanno abitato, con grande lucidità e sensibilità. Tecnicamente mi ha impressionato; i 4 episodi li ho letteralmente divorati su RaiPlay, altro che lenti e banali. Spero vivamente in una seconda stagione.


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