La prima cosa bella di giovedì 13 giugno 2019 è John Turturro. Per due motivi. Il primo è che ha girato uno spin off del Grande
Lebowsky su Jesus Quintana, forse il
personaggio più divertente del film. Fa bene a noi e a lui, dopo averlo visto
fratacchione su Rai Uno, sperduto attore nel film dentro al film di Nanni
Moretti, gigolò incapace di soddisfare Sharon Stone e Sofia Vergara. Il secondo
motivo è un ricordo di due estati fa a New York. Erano le dodici e stavo al
Film Forum in attesa di Ascensore per il patibolo, gran film di
Louis Malle. Entra Turturro, paga il biglietto e si va a mettere in fondo alla
fila. Normale, ma a questa normalità perbene ci siamo disabituati, vanitosi figuranti
della scena ci hanno indotto a farlo. Turturro si siede due file dietro di me.
E alle svolte narrative del film, che ne ha molte e quasi tutte geniali, ride
in modo fragoroso. Mi giro a guardarlo e capisco: è entusiasta. Se sei
mediamente obiettivo e intelligente ti capita: vedere qualcuno che fa la cosa
che fai tu, ma meglio. Hai tre possibili reazioni: 1.Scatto d'invidia, che fa
negare l'evidenza. 2.Tentativo di copiare, rendendo artificio ciò che per altri
è naturale. 3.Brivido di ammirazione, applauso e risata di cuore davanti alla
bellezza delle possibilità che sono concesse, perfino a un solo umano in nome e
per conto di tutti, anche mio e tuo.
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