qualche colpo di scena rende il film meritevole di essere visto, promesso - Ismaele
La verità nascosta è un film a tratti abbastanza sorprendente. Se la prima parte sembra
preludere alla boiata dell’anno, la seconda metà si riscatta eccome.
Si inizia con lui lasciato da lei, i fumi dell’alcol,
l’immediato rimpiazzo e via così mentre cresce la sensazione di aver buttato il
proprio tempo: dialoghi assurdi, banalità una dietro l’altra e questi rumori
domestici che la nuova ragazza avverte ma che lo spettatore vive con un certo
distacco. Ma abbiate pazienza. Per la cronaca, ma non tanto, la ragazza
precedente dopo averlo lasciato sparisce nel nulla.
…Giocando con i vari punti di vista,
ottenendo un incastro sufficientemente efficace, Baiz riesce a sopperire a una
sceneggiatura difettosa, allungata da uno schema a ripetizione che tenta, non
riuscendoci fino in fondo, di costruire un triangolo amoroso basato sulla
possessività tormentata dell’uomo-trofeo. Sebbene si respiri, per brevi tratti
del film, una sensazione di presenza estranea, di spirito disturbatore, questa
vaga percezione non riesce a piegare la pellicola alle regole di genere ghost; si avvicina molto, ma non vuole prendervi parte
del tutto. Scarsamente intenso e inquietante, La verità nascosta cerca troppa commistione
di generi (horror, sentimentale, drammatico), non facendone proprio nessuno,
confermandosi una pellicola incompiuta e di difficile collocazione
cinematografica. Spremendo a fondo una trama troppo spesso utilizzata e già
vista, il film di Baiz si perde definitivamente in una conclusione sbrigativa,
che lascia decisamente con l’amaro in bocca.
Nonostante tutto, trascinandosi per
novanta minuti, La verità nascosta sfoggia
due protagoniste femminili (Martina Garcia e Clara Lago) che spiccano
all’interno della storia, non tanto per la loro prova recitativa, che si
compone principalmente di sguardi vacui e disperati a favore di camera, quanto
per la loro bellezza. Magra consolazione per Baiz.
…Pochi secondi necessari per riconoscere
in Baiz il frutto di qualche più o meno prestigiosa film academy, dalla quale
si trascina dietro piccoli vezzi stilistici, movimenti di camera manieristici,
tic di quello stile medio internazionale che impregna le tante giovani
produzioni che rinunciano al piacere di raccontare il mondo per mostrare
l'ennesima variante di una storia già frusta. La vulgata vuole che i brutti
film siano privi di quelle densità simbolica, linguistica ed estetica che
filtrano lo sguardo, risultando per tale privazione più espliciti nell'essere loro
malgrado specchio del proprio tempo: ingenuità del luogo comune. Il tempo
di La cara oculta è prigioniero di un bunker
segreto e l'ossigeno scarseggia.
« Inside » est indéniablement un brillant
thriller hispano-colombien, support d'un suspense haletant, dû à une montée en
puissance de la tension parfaitement calculée. Allant crescendo dans
l'oppression, les manifestations étranges dans la maison (coupures de courant,
vibrations dans l'eau du lavabo ou de la douche, eau qui devient bouillante
d'un seul coup...) se doublent d'une présence grandissante de la police, avec
un inspecteur soupçonneux et son acolyte silencieux, cure-dent à la bouche. Le
film navigue ainsi dans sa première partie entre film de fantômes et enquête
policière juste esquissée, mais assez efficace pour nous guider vers diverses
pistes.
La seconde partie du film, long flash-back sur les moments
heureux entre Adrian et sa fiancée, décrit notamment l'installation dans la
maison. Elle ne fait que renforcer les doutes concernant la disparition de la
fiancée, décrivant les soupçons d'adultère que celle-ci développe. Et elle
renforce aussi le sentiment que cette maison, occupée dans le passé par une
famille d'immigrés allemands, cache certainement quelque chose... Une fois le
retournement de situation passé, l'entrée dans une troisième partie se fait
alors avec un changement de style adéquat, sans pour autant relâcher la
pression sur un spectateur malmené.
Le suspense est alors à son comble, même s'il change de
nature. Une lutte s'engage, déployant des trésors de perversité, car il s'agit
dans le fond ici de récupérer ou conserver sa vie... « Inside »,
thriller captivant, montre ainsi la complexité des sentiments amoureux, mais
aussi une certaine logique de la femme impliquée ou jalouse qui peut, selon la
situation, faire beaucoup de dégâts. Et le film nous emmène épuisés vers un
final éblouissant, à vous glacer le sang...
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