lunedì 10 giugno 2019

Fiore gemello - Laura Luchetti

Anna e Basim sono due adolescenti che ne hanno visto di tutti i colori.
entrambi sono in pericolo, cominciano a fidarsi, diventano amici, magari amanti, due fiori gemelli, insomma.
la violenza e la morte sono intorno a loro, ma non tutti gli adulti sono uno schifo, come lo è Manfredi (interpretato da Aniello Arena, già protagonista di Reality, di Garrone).
il fioraio (interpretato da Giorgio Colangeli) è una brava persona, silenzioso e gentile (sembra un personaggio uscito da un libro di Erri de Luca, o da un film di Pietro Marcello).
il film, girato interamente in Sardegna, è stato proiettato, e a volte premiato, in alcuni festival di cinema in giro per il mondo.
non sarà facile vederlo al cinema, solo 6 sale finora, ma se fosse nella vostra città non perdetelo, è un piccolo grande film, da non perdere - Ismaele






Laura Luchetti porta a termine un film necessario, figlio di una lunga gestazione produttiva, dotato di una cura per i dettagli e per la solidità narrativa assolutamente encomiabili. È una piccola fiaba di frontiera raccontata con vigore e chiarezza, forse addirittura troppo essenziale e minimalista, ma che merita un posto di riguardo nella stagione cinematografica corrente. Il film godrà di una distribuzione territoriale progressiva e fatta su misura, per attecchire con lentezza e per trovare con maggior facilità il proprio pubblico, che si spera sia superiore di quanto questo buonissimo film meriti. Si attende con trepidazione la prossima regia della valente Luchetti (qui anche sceneggiatrice), che è riuscita a cogliere una prospettiva privilegiata per narrare un’Italia divenuta terra di frontiera istigata da ferinità e ipocrisia.

Lavorando al film Laura Luchetti ha studiato il fenomeno dei minori non accompagnati che, una volta giunti in Italia, “spariscono” dal circuito dell’accoglienza. Molti di loro non hanno documenti e si perdono nelle campagne e nelle città, finendo spesso nel giro dello sfruttamento o della criminalità.
Un dossier di Save the Children ha evidenziato che per i bambini e gli adolescenti che arrivano non accompagnati i rischi sono diffusi: per le ragazze, il solo appartenere al genere femminile costituisce un pericolo di abusi e violenze sessuali; anche i giovani uomini, però, sono a rischio sfruttamento e prostituzione.
Fiore Gemello ha il merito di raccontare con credibilità gli ostacoli che il mondo riserva ai più giovani, ragazze e ragazzi, ma anche di evidenziare forme di spontanea solidarietà e accoglienza.
Fiore Gemello ha aperto il Festival del Cinema Africano…

Presentato dal festival Open Roads al Lincoln Center e in programma proprio oggi, Fiore Gemello è un film imperdibile per tre motivi: per la storia d’amore tra due adolescenti diventati grandi velocemente che è appassionante ma delicata, per la fotografia della Sardegna e per i dettagli ‘naturalisti’ degni di una regista che è una vera esteta.
La storia, che si apre con la protagonista Anna in fuga, si sviluppa intorno a due ragazzi che scappano dai propri carnefici. Anna e Basim sono giovani ma hanno negli occhi un vissuto doloroso (di violenza e di immigrazione, come si capirà alla fine del film).
L’idea del film nasce da “un racconto che mi è stato fatto tanti anni fa da una ragazza giovanissima che era scappata dall’Italia meridionale e da una famiglia violenta e aveva fatto un viaggio lunghissimo da sola. Mi sono sempre chiesta che coraggio ci vuole a scappare e a farlo soprattutto quando ti devi continuamente nascondere. Quando ho letto del fenomeno degli “immigrati fantasmi”, migliaia di migranti giovani che spariscono appena arrivano, mi è tornata in mente la storia di questa ragazzina e ho pensato di creare una narrazione che mettesse insieme queste due storie”…

…I protagonisti di Fiore Gemello, Anastasiya Bogach e Kallil Kone, sono attori alla loro prima volta e sono stati reclutati tramite ‘street casting’. Luchetti racconta: “Abbiamo cercato attori ovunque, nelle spiagge nelle scuole, nelle palestre, sia a Roma che a Cagliari. Kallil lo abbiamo trovato in uno dei centri di accoglienza per gli immigrati dopo aver ascoltato i racconti di almeno altri 150 richiedenti asilo. Storie che non voglio neanche ripetere, ragazzi che per scappare si sono fatti l’Africa a piedi. Anastasiya stessa, italianissima ha una storia di immigrazione alle spalle visto che e’ arrivata dall’Ucraina quando aveva quattro anni”.

Fiore Gemello non ha un ritmo propriamente dinamico, perché Laura Luchetti sceglie consapevolmente di prendersi del tempo e permettere allo spettatore di vivere la storia con la percezione dello stato d’animo, del passato e dei pensieri dei protagonisti di fronte alla realtà che si trovano davanti ogni giorno. I silenzi e un leggero senso di angoscia convivono con la tenerezza per un dramma in continuo movimento, eppure fermo in una coraggiosa idea di compassione.





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