la guardia giurata di un centro commerciale, dove avviene un attentato che semina molti morti è feriti, si trova a dover convivere con tutte le domande che gli rivolgono le vittime.
la prima è se poteva evitare quella strage.
un film che non è una passeggiata, ma merita molto - Ismaele
…Mortier imbastisce un film di fantasmi, dove la solitudine
dello stesso Sam si amplifica a dismisura nel suo vagare confuso, impolverato,
in una città fattasi improvvisamente vuota, popolata solo dalle vittime che gli
pongono domande, lo accusano o lo consolano. Un film colmo di ellissi, di
prospettive sempre diverse, di grandissimo Cinema, denso, a tratti macchinoso,
ma molto più spesso ricco di uno strazio umano indicibile attorno al perno
simbolico dell’esplosione. Il nichilismo di Mortier è, qui, meno evidente,
seppure ogni racconto delle vite colpite non fa che lasciare ognuna di loro in
balìa di rammarichi e tristezze, di piccole meschinità e di colpe. Una visione
profondamente atea di cosa sarà, secondo il regista, il poi, di come tutti noi
siamo, in fondo, solo schiavi della casualità e delle nostre mancanze. Il
finale, poi, è una meraviglia. Un grande film, doloroso, commovente.
…Freddamente tragico, pacatamente introspettivo,
cinicamente surreale come, da qualche anno a questa parte, solo il cinema belga
sa essere. Una storia di fantasmi mentali, di irrazionali sensi di colpa, del
senno di poi che prolunga il rimorso, uccidendo due volte. Un attentato suicida
distrugge un centro commerciale affollato di clienti. Sam, il vigilante che era
di turno quella mattina, rimane ferito e sconvolto, e prende a girovagare
all’interno di una città deserta. Sembra l’inizio del racconto di uno stress
post-traumatico, in cui la desolazione interiore si proietta sul mondo esterno.
La realtà, tuttavia, è ben più complessa e stratificata, e il quadro completo
della situazione risulterà chiaro solo alla fine di un lungo ed intricato
discorso retrospettivo. Il film è volutamente oscuro, e si sviluppa lungo una
matassa di avvenimenti apparentemente scollegati, concatenando le immagini in
aperta violazione della continuità spazio-temporale. È come aprire e sfogliare
a caso il libro del passato, giungendo a una lettura completa a suon di salti
avanti e indietro. Un cammino zigzagante e difficile, per ricostruire il
senso di un singolo istante di morte e distruzione; per capire il nesso tra i
percorsi esistenziali che, in quell’attimo, si sono fatalmente incrociati.
Esperienze sparse, messe insieme dall’azzardo del destino, che cercano, a
posteriori, di giustificare quella loro unione. Dialogando, confrontandosi,
cercando di collaborare. Il protagonista è il nucleo di aggregazione di
quel gruppetto di anime che gli si accalcano intorno, cercandolo, depositando
su di lui le loro personali ansie, senza però veramente poter scalfire la sua
corazza fatta di un dolore attonito e di un senso di colpevole impotenza. Come
dire che la sofferenza avvicina, ma non è in grado di unire…
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