sabato 22 dicembre 2018

Old Man & the Gun - David Lowery

Robert Redford, nel suo film d'addio, interpreta un fuorilegge gentile.
Robert Redford, Casey Affleck, Sissy Spacek, Danny Glover, Tom Waits insieme sono una gioia per chi guarda, e la banda dei rapinatori vecchietti si ricompone per questo film.
niente violenza e intolleranza a banche e polizia sono le regole della banda, non sempre tutto va bene, ma è sempre uno spettacolo.
anche il poliziotto è stupito e affascinato dal modus operandi della banda,un'americanata, fatta come si deve, non perdetevela - Ismaele






E’ una commedia della terza età sui generis che Lowery gestisce magari non sempre in maniera perfetta, ma sicuramente adeguata: giustamente il film non avrebbe potuto essere senza Redford, l’attore si carica l’opera sulle spalle e ne diventa il fulcro intorno al quale ruotano tutti gli altri personaggi, sempre secondari e accessori alla sua storia. Non ne avrebbe avuto bisogno, ma il fatto che il personaggio di Forrest sia scritto così bene e in modo così convincente di certo lo aiuta a delinearne caratteristiche e vizi, con la rapina, l’adrenalina del brivido e questa vita semi-nomade (ha una casa davanti ad un cimitero, e forse è proprio la sua voglia di vita a tenerlo spesso lontano da quel posto) che sembrano poterlo rendere immortale, tanto quanto le gesta che ha compiuto, o che si dice che abbia compiuto…

…Sospeso tra il sentimentalismo del classico “film per mature signore” e l’omaggio colto al cinema del passato, il film di Lowery eccede forse nei suoi exploit musicali – la colonna sonora à la Lalo Schifrin composta da Daniel Hart non lascia un attimo di tregua – ma in fin dei conti riesce a raggiungere un miracoloso equilibrio che lo allontana dal rischio del patinato e dello strumentale. Perché se è vero che Lowery gioca con la memoria dei nostalgici è altrettanto vero quanto riesca a costruire dei personaggi verosimili, dimostrando inoltre una notevole inventiva nel posizionarli in situazioni quotidiane che però riescono sempre a tenere desta l’attenzione, fino a far credere all’esistenza, sul set, di momenti di reale improvvisazione attoriale.
Oltre al senso della misura e all’accortezza che gli consente di lasciare sempre spazio ai suoi interpreti, Lowery dimostra poi di avere idee numerose e assai brillanti, che raggiungono l’apice in quella sequenza a episodi delle evasioni di Tucker, all’interno della quale il regista inserisce foto d’epoca di Redford e un suo primo piano contenuto in La caccia di Arthur Penn. Distante dunque da un citazionismo gratuito, The Old Man & The Gun è un film “romantico” che esprime costantemente il suo amore per il suo protagonista e per la relativa filmografia, raggiungendo una forma di cinefilia toccante e appagante che ci blandisce e ci rassicura. Perché finché avrà un passato da rispolverare e rimpiangere, il cinema non sarà mai del tutto finito.

Se immaginate The Old Man And A Gun come un sussidiario illustrato, un album di fotografie della carriera di Redford attraverso il Cinema americano: mai impressione fu più vera. Ma non poteva certo essere un polveroso album di famiglia. Al contrario, è un thriller poliziesco costruito come 93 minuti d’improvvisazione Jazz. Un film che, ironia della sorte, più di tutto rimanda al vecchio maestro Robert Altman, regista che cambia la storia delle Serie Tv con MASH, arriva al lungometraggio e al cinema già anziano, ma con Nashville cambia davvero le regole del gioco.
Quando cala il sipario, il risultato è così perfetto che fa quasi male. L’addio all’arte del Cinema è siglato, eppure ci si diverte come pazzi. Magari si versa perfino una lacrima di fronte al romantico incontro di due vecchi, seduti alla tavola di un diner, mentre si corteggiano e s’innamorano, con modalità identiche a quelle degli adolescenti.
Con The Old Man And The Gun, il ragazzo ci saluta, ma resta un ribelle, decisamente vivo e vitale. Un fuorilegge e un precursore, fino all’ultimo spettacolo.

Ben lontano dall’essere un film dell’ormai florido filone “geriatrico”, The Old Man & the Gun è un omaggio a un personaggio complesso, interpretato da un attore che suggella una lunghissima carriera con ruolo sfaccettato in cui solo un grande attore poteva sentirsi a proprio agio. Forrest Tucker amava la vita e amava quello che faceva, ma il suo non è un personaggio completamente positivo: la figlia di un precedente matrimonio (Elisabeth Moss) che di lui non vuole saperne, lo dipinge come un padre assente ed egoista, per esempio, e forse non tutti lo trovavano così affascinante come pare a noi spettatori.
Si potrebbe dire che The Old Man and The Gun intrattiene con una certa raffinata educazione d’altri tempi. Un cast di grandi attori, una sceneggiatura senza sbavature (scritta dallo stesso regista) e una regia classica con qualche trovata originale senza mai essere stucchevole. Aggiungeteci una colonna sonora strepitosa, omaggio agli anni Settanta e capirete perché l’uscita di scena di Robert Redford è un film ben fatto, che magari non fa gridare al capolavoro, ma sa catturare lo spettatore in 93 minuti di gradevole e intelligente intrattenimento.

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