domenica 9 dicembre 2018

La prima pietra - Rolando Ravello

Corrado Guzzanti è un preside alle prese con genitori, bambini, insegnanti e personale non insegnante.
deve risolvere un piccolo problema, che si rivela essere un macigno, ognuno ha le sue sensibilità, mettere insieme tutto, mediare, comunicare, risolvere il problema è un miracolo.
un piccolo film, col valore aggiunto di Corrado Guzzanti, che non delude mai.
buona visione - Ismaele




Una commedia molto divertente interpretata in modo esilarante da un cast perfetto.
Il battito d’ali di una farfalla scatena un uragano dall’altra parte del mondo. E suppergiù è quello che succede in questa storia. Certo un bambino che lancia una pietra non corrisponde a un leggiadro battito d’ali di una farfalla. Ma quel gesto, cui nessun adulto riesce a trovare una risposta, scatena una lotta intestina tra insegnate, genitori, bidelli e preside. Ognuno resta convinto delle proprie posizioni, inamovibile in rancori e preconcetti e non fa religiosamente un passo indietro. Il Preside prova con tutta la sua diplomazia a metter pace e a trovare una soluzione prima della sua recita. Ma ogni accordo sfuma e salta…

quest’immobilismo, che sembra a lungo un difetto e che ad un tratto può risultare perfino irritante, nasconde in realtà l’aspetto più interessante del film. I personaggi non cambiano mai la propria posizione, né a livello pratico, all’interno del dibattito, né tantomeno a livello ideologico. Quando sembra esserci un’apertura, questa viene puntualmente disattesa e al massimo li vediamo lasciarsi andare al lato peggiore di sé. Mancando questa necessaria evoluzione, i luoghi comuni, pur messi alla berlina e rivoltati man mano, finiscono col far posto a qualcosa di ben peggiore, una rabbia repressa, liberatoria ed un rancore eterno ben più complesso da scardinare. La prima pietra colpisce tutti e non salva davvero nessuno, rimane chiuso in un ciclo generazionale infinito, dove l’odio non viene guarito ma solo tramandato, e trova in un finale magari eccessivo ed esagerato la sua chiave di lettura: un fallimento triste, violento, farsesco, ma non per questo meno vero.

Nessun commento:

Posta un commento