Neds è la storia di John McGill, uno che in un altro ambiente sarebbe stato il primo della classe.
e, nella Glasgow dove ha in sorte di crescere, il primo della classe lo diventa, ma dei delinquenti.
un film che inquieta, un buon film - Ismaele
Glasgow, primi anni Settanta. John McGill è un
ragazzino sveglio, sensibile, desideroso di imparare ma costretto a lottare
contro un ambiente scolastico che gli è ostile e una famiglia vittima
dell’alcolismo del padre. John prende allora una decisione e si affilia a una
gang di Neds (Non Educated Delinquents). Forte del prestigio del fratello, John
entra in una spirale crescente di crimini, droga e violenza. Quando deciderà
però di affrancarsi, dovrà trovare il modo di uscire da una situazione divenuta
sempre più incontrollabile…
…Terza opera di Peter Mullan dopo “Orphans” e “Magdalene”, “NEDS” recupera nel
titolo l’acronimo “Non-Educated Delinquents”, usato per indicare quei ragazzi
che esprimono il loro disagio in bande giovanili spesso violentemente in lotta
l’una all’altra (per approfondimenti, consulta i link in calce all’articolo).
Ad una prima parte in cui, quasi come in un trattato sociologico, si assiste alle paure e ai cambiamenti del giovane protagonista, segue una seconda parte più violenta, più aspra, più sanguigna, in cui l’ansia di rivalsa, di vendetta, la frustrazione, il desiderio di accettazione sociale, tutto viene superato da una rabbia aggressiva contro tutto e tutti che non ha più un nome e un motivo. Significativa è la scena in cui a scuola John picchietta svogliatamente un foglio di rame durante le attività laboratoriali, mentre appena fuori dalla scuola brandisce con ben altra energia martelli e coltelli da cucina.
Mullan evita nel film riferimenti storici e sociali – le famiglie e il loro lavoro sono di fatto assenti, e non se ne parla quasi nella pellicola – ma la scelta di ambientare la vicenda nel 1972, anni di contestazioni sindacali seguiti a ben più felici anni produttivi, è significativa. Per sé, il regista riserva il ruolo di mr. McGill, personaggio piccolo e meschino che nella sua frustrazione sfogata sulla moglie si mostra essenzialmente un fallito. Né sono presenti adulti in grado di sottrarsi ad un giudizio fallimentare, tra genitori deboli o superficiali, insegnanti inascoltati o violenti, e una zia inizialmente foriera di cambiamento e libertà (il puzzle che regala a John ad inizio del film), e poi impotente testimone della distruzione della famiglia.
Collante dell’intero film è una lieve ironia che attraversa la pellicola dileguandosi solo laddove il richiamo della violenza ottenebra qualunque altra cosa.
Film imperfetto, che a volte cade nel cliché del genere e non tenta nemmeno di sfuggirgli, ma assolutamente da vedere.
Ad una prima parte in cui, quasi come in un trattato sociologico, si assiste alle paure e ai cambiamenti del giovane protagonista, segue una seconda parte più violenta, più aspra, più sanguigna, in cui l’ansia di rivalsa, di vendetta, la frustrazione, il desiderio di accettazione sociale, tutto viene superato da una rabbia aggressiva contro tutto e tutti che non ha più un nome e un motivo. Significativa è la scena in cui a scuola John picchietta svogliatamente un foglio di rame durante le attività laboratoriali, mentre appena fuori dalla scuola brandisce con ben altra energia martelli e coltelli da cucina.
Mullan evita nel film riferimenti storici e sociali – le famiglie e il loro lavoro sono di fatto assenti, e non se ne parla quasi nella pellicola – ma la scelta di ambientare la vicenda nel 1972, anni di contestazioni sindacali seguiti a ben più felici anni produttivi, è significativa. Per sé, il regista riserva il ruolo di mr. McGill, personaggio piccolo e meschino che nella sua frustrazione sfogata sulla moglie si mostra essenzialmente un fallito. Né sono presenti adulti in grado di sottrarsi ad un giudizio fallimentare, tra genitori deboli o superficiali, insegnanti inascoltati o violenti, e una zia inizialmente foriera di cambiamento e libertà (il puzzle che regala a John ad inizio del film), e poi impotente testimone della distruzione della famiglia.
Collante dell’intero film è una lieve ironia che attraversa la pellicola dileguandosi solo laddove il richiamo della violenza ottenebra qualunque altra cosa.
Film imperfetto, che a volte cade nel cliché del genere e non tenta nemmeno di sfuggirgli, ma assolutamente da vedere.
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