fino a che incontra una vicina, che è l'unica che lo considera.
il film sembra di quelli girati a New York negli anni '60-'70, film poveri, fatti con due soldi, ma che valgono molto di più di quanto sono costati.
c'è anche una pistola, e si sa che è fatta per sparare.
film drammatico, e anche comico, quasi alla Woody Allen, quando due scagnozzi del boss devono trovare i tassi di cambio fra lira turca e dollaro Usa.
divertente anche come si fa il cinema, mica tanti anni fa, Istanbul come NY, 30 anni dopo.
film strano, che merita attenzione, pare che Zeki Demirkubuz sia uno che ne sa, e qui lo dimostra.
buona visione - Ismaele
…Demirkubuz
dichiara quanto l’opera di Dostoevskij abbia influenzato il suo cinema. E qui
siamo in pieno Delitto e castigo, con Isa novello Rodion Romanovich Raskolnikov
(il cui ruolo dovrebbe interpretare grazie a un provino sostenuto).
L’indigenza dei due personaggi è la stessa così come sono simili i
dilemmi, Isa ha la possibilità di dare un senso alla sua esistenza
riscattandola attraverso l’omicidio. Il primo appare casuale, dettato da uno
scatto incontrollabile, il secondo potrebbe essere premeditato (esattamente
all’opposto di quanto accadeva nel romanzo), se non perfetto almeno ideale, ma
anche qui l’uomo verrà superato in corsa dagli eventi, con inoltre
l’umiliazione di un più futile movente.
«Se Dio non esiste, tutto è permesso», affermava Ivan
Karamazov ne “I fratelli Karamazov” e qui di un qualsiasi Dio non si vede
l’ombra. Tutti i personaggi appaiono abbandonati a sé. Tutti, compresi quelli
che appaiono come negativi o mossi da intenti ambigui, alla fine vengono
riscattati dall’affiorare della verità in una storia dove della netta
separazione tra buoni e cattivi non si vede manco l’ombra. Già, nessuno qui è
buono o cattivo. Nessuno è e basta. È ciò che serve a sopravvivere a imporlo.
Il titolo del film è traducibile letteralmente come “terza
pagina”, quella dei quotidiani turchi dove vengono relegate le storie di
cronaca nera di cui si rendono protagonisti gli appartenenti alla classe media.
Interessanti si, per i più curiosi o morbosi, ma popolati di personaggi di
scarso interesse, pronti ad assere dimenticati il giorno dopo. Come Isa, la cui
storia si dipana infine essenzialmente tra due tentativi di suicidio, unici
atti di autentica ribellione.
Demirkubuz costruisce per lui una storia oscura, dai
contorni sfumati e dagli echi da cinema noir, in cui il forte realismo della
messa in scena si confonde con le storie che provengono dai televisori e che
sembrano muoversi parallele a quelle dei suoi personaggi. E nulla è mai
come appare inizialmente.
Dal mondo della terza pagina sembra trarre ispirazione per
due scene al limite del comico: il primo pestaggio di cui Isa è vittima (che
potrebbe essere parte della soap per cui lavora) e il dialogo tra i due
criminali di mezza tacca recatisi a casa sua per la definitiva riscossione e
che sul pianerottolo si mettono a discutere del tasso di cambio valutario
mentre la luce delle scale si spegne ogni 30 secondi.
The Third Page è
un film complesso nella costruzione della storia e ancora di più dei suoi
personaggi. Lascia sbalorditi per la complessità dei suoi contenuti e per come
questi si svelino anche dopo la visione, con i personaggi ad assumere una
definizione più precisa – ma paradossalmente nel contempo meno netta, più
sfumata – tempo dopo…
In Istanbul Isa tries to earn a living as novice extra and
stuntman. Things are not going his way. He has just been beaten up by a
gangster who demands fifty dollars back from him and threatens more violence if
the money isn't produced within a day. Instead of money, Isa finds a gun. He
decides that death is the only way out. Just as he is about to pull the
trigger, his landlord turns up to demand his rent. Even more reason to end it
all, but in a fit, he walks into the landlord's flat. Before he realises what
he is doing, he shoots him in the chest and faints beside the dying man. Next
morning, Isa wakes up, amazed to find himself back in his own scruffy room. The
police is investigating, but does not suspect him. Then the gangsters turn up
demanding their money. The woman next door, Meryem, pays the money and saves
him from a second beating. Isa is fascinated by this beautiful and
idiosyncratic woman who has problems of her own. The Third Page is as
controlled, exciting and oppressive as a thriller, but Demirkubuz' is primarily
interested in the influence of the economic and social situation on human
behaviour. The driving force is the great psychological insight with which
Demirkubuz sketches the looming demise of Isa. The result is a moving parable
in no uncertain terms.
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