giovedì 26 aprile 2018

The Third Page (Üçüncü Sayfa) - Zeki Demirkubuz

Isa, una comparsa del cinema, che lavora a giornata, vive come uno scarafaggio, nel sottoscala, cercando di evitare tutti, prendendo colpi da tutti.
fino a che incontra una vicina, che è l'unica che lo considera.
il film sembra di quelli girati a New York negli anni '60-'70, film poveri, fatti con due soldi, ma che valgono molto di più di quanto sono costati.
c'è anche una pistola, e si sa che è fatta per sparare.
film drammatico, e anche comico, quasi alla Woody Allen, quando due scagnozzi del boss devono trovare i tassi di cambio fra lira turca e dollaro Usa.
divertente anche come si fa il cinema, mica tanti anni fa, Istanbul come NY, 30 anni dopo.
film strano, che merita attenzione, pare che Zeki Demirkubuz sia uno che ne sa, e qui lo dimostra.
buona visione - Ismaele





Demirkubuz dichiara quanto l’opera di Dostoevskij abbia influenzato il suo cinema. E qui siamo in pieno Delitto e castigo, con Isa novello Rodion Romanovich Raskolnikov (il cui ruolo dovrebbe interpretare grazie a un provino sostenuto).  L’indigenza dei due personaggi è la stessa così come sono simili i dilemmi, Isa ha la possibilità di dare un senso alla sua esistenza riscattandola attraverso l’omicidio. Il primo appare casuale, dettato da uno scatto incontrollabile, il secondo potrebbe essere premeditato (esattamente all’opposto di quanto accadeva nel romanzo), se non perfetto almeno ideale, ma anche qui l’uomo verrà superato in corsa dagli eventi, con inoltre l’umiliazione di un più futile movente.
«Se Dio non esiste, tutto è permesso», affermava Ivan Karamazov ne “I fratelli Karamazov” e qui di un qualsiasi Dio non si vede l’ombra. Tutti i personaggi appaiono abbandonati a sé. Tutti, compresi quelli che appaiono come negativi o mossi da intenti ambigui, alla fine vengono riscattati dall’affiorare della verità in una storia dove della netta separazione tra buoni e cattivi non si vede manco l’ombra. Già, nessuno qui è buono o cattivo. Nessuno è e basta. È ciò che serve a sopravvivere a imporlo.
Il titolo del film è traducibile letteralmente come “terza pagina”, quella dei quotidiani turchi dove vengono relegate le storie di cronaca nera di cui si rendono protagonisti gli appartenenti alla classe media. Interessanti si, per i più curiosi o morbosi, ma popolati di personaggi di scarso interesse, pronti ad assere dimenticati il giorno dopo. Come Isa, la cui storia si dipana infine essenzialmente tra due tentativi di suicidio, unici atti di autentica ribellione.
Demirkubuz costruisce per lui una storia oscura, dai contorni sfumati e dagli echi da cinema noir, in cui il forte realismo della messa in scena si confonde con le storie che provengono dai televisori e che sembrano muoversi parallele a quelle dei suoi personaggi. E nulla è mai come appare inizialmente.
Dal mondo della terza pagina sembra trarre ispirazione per due scene al limite del comico: il primo pestaggio di cui Isa è vittima (che potrebbe essere parte della soap per cui lavora) e il dialogo tra i due criminali di mezza tacca recatisi a casa sua per la definitiva riscossione e che sul pianerottolo si mettono a discutere del tasso di cambio valutario mentre la luce delle scale si spegne ogni 30 secondi.
The Third Page è un film complesso nella costruzione della storia e ancora di più dei suoi personaggi. Lascia sbalorditi per la complessità dei suoi contenuti e per come questi si svelino anche dopo la visione, con i personaggi ad assumere una definizione più precisa – ma paradossalmente nel contempo meno netta, più sfumata – tempo dopo…

In Istanbul Isa tries to earn a living as novice extra and stuntman. Things are not going his way. He has just been beaten up by a gangster who demands fifty dollars back from him and threatens more violence if the money isn't produced within a day. Instead of money, Isa finds a gun. He decides that death is the only way out. Just as he is about to pull the trigger, his landlord turns up to demand his rent. Even more reason to end it all, but in a fit, he walks into the landlord's flat. Before he realises what he is doing, he shoots him in the chest and faints beside the dying man. Next morning, Isa wakes up, amazed to find himself back in his own scruffy room. The police is investigating, but does not suspect him. Then the gangsters turn up demanding their money. The woman next door, Meryem, pays the money and saves him from a second beating. Isa is fascinated by this beautiful and idiosyncratic woman who has problems of her own. The Third Page is as controlled, exciting and oppressive as a thriller, but Demirkubuz' is primarily interested in the influence of the economic and social situation on human behaviour. The driving force is the great psychological insight with which Demirkubuz sketches the looming demise of Isa. The result is a moving parable in no uncertain terms.

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