domenica 7 gennaio 2018

Gatta Cenerentola - Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone

non ci sono solo Pixar, Studio Ghibli, o Disney, c'è anche la Mad, che produce cosette come Gatta Cenerentola, un film animato che non ha niente da invidiare a nessuno.
la storia si svolge a Napoli, e la lotta fra il bene e il male è uno dei temi del film, come spesso succede, e c'è Cenerentola, e la mamma cattiva (che magari così cattiva non sarebbe, ma così va la vita).
non è un film per bambini, è una storia per tutti, sopratutto i grandi.
dopo averlo visto resti a bocca aperta, la sceneggiatura, le musiche, i disegni, tutto è perfetto.
cercatelo e godetene tutti - Ismaele






Dopo aver vinto a sorpresa con L’Arte Della Felicità lo European Film Award nel 2014 contro due cartoon franco-belgi dalla produzione titanica, ci stiamo chiedendo se a Napoli non possa finalmente sorgere un nostro nuovo Polo dell’Animazione Italiana consci del fatto che un paese che non investa per creare buona animazione oggi… è un paese che non ha capito dove sta andando il cinema della contemporaneità. Abbiamo ricordato il maestro Bruno Bozzetto nel Bad School perché anche noi abbiamo fatto scuola nel cartoon del secolo scorso con capolavori come West and SodaVip, Mio Fratello Superuomo e Allegro Non Troppo. Osservando il piglio artistico della Mad e la loro capacità di fare squadra (Alessandro Rak pare assumere il ruolo di Lasseter alla Pixar), ci torna l’entusiasmo anche se solo il pubblico nazionale, oltre ai premi internazionali, può aiutare Gatta Cenerentola a far fare ai suoi creatori il balzo felino necessario proseguire nel loro fin qui straordinario percorso artistico e culturale. A Napoli, grazie alla Mad, si sta già facendo oggi qualcosa che ieri sarebbe sembrato… proprio fantascienza.

Gatta Cenerentola, un musical punk ma anche neomelodico che ci svela una Napoli dark, cattiva, dolente. Non la cartolina, ma quella che vede soffocati i propri sogni. Come quelli dello scienziato Basile – sì, è una citazione di una delle ispirazioni: il grande autore che ha influenzato anche Garrone -: quel personaggio è uno splendido esempio di grande napoletano che rischia tutto, forse troppo. «Abbiamo descritto il conflitto che c’è a Napoli, e che c’è in ogni città, non la città in sé. In una favola devi metterlo il cattivo, il Male e la sua presenza sono connaturati al genere. E abbiamo voluto il lato oscuro anche per giocare con la contraddizione dentro questi concetti: il cattivo in fondo rimprovera al buono di non capire Napoli, di volerla forzare. Ma il cattivo stesso, per assecondarla, crea solo morti e crimini. Abbiamo affrontato il tema delle possibilità: non neghiamo che lì ci sia Napoli, ma c’è soprattutto l’uomo»…

Impressionante.
Dentro Gatta Cenerentola c'è tutto.
C'è tutto l'immaginario cyberpunk e steampunk dell'animazione giapponese (e se la contrapposizione "tecnologia futuristica - degrado Napoli" all'inizio era solo fuori dalla nave 15 anni dopo sarà nella nave stessa, un relitto decadente e mezzo distrutto ma con ancora vagiti di altissima tecnologia funzionante), c'è il cinema di genere italiano della malavita, c'è la favola, c'è una colonna sonora di devastante bellezza che io, ve lo giuro, ho sognato per una sera intera di voler essere campano, c'è una fortissima componente drammatica, c'è una grandissima opera di denuncia.
Non si riesce a capire se stai vedendo Ghost in the Shell, Paprika, un film Disney o un poliziottesco degli anni 80.
Ma che sceneggiatura, ma che roba.
I disegni sono molto "colti" anche se, forse, a cercare il pelo nell'uovo gli unici difetti possiamo riscontrarli in questa loro eccessiva spigolosità e in movimenti a volte per niente fluidi, molto meccanici.
Le location, invece, son magnifiche anche se in realtà il film si muove quasi tutto nella nave e intorno ad essa.
Una delle cose che più mi hanno sorpreso è quasi paradossale.
Nel film c'è una denuncia fortissima al degrado morale, etico e urbanistico di Napoli. Eppure più nel film, specie per bocca di Lo Giusto, vengon fuori male parole verso la sua città più c'è la sensazione che sto film, e le mani che lo hanno scritto, la amino perdutamente.
Gatta Cenerentola è un grido d'amore verso Napoli anche quando al posto di parole d'amore mette quelle d'odio. C'è speranza, c'è voglia di appartenenza, c'è orgoglio.
Quasi tutte caratteristiche che erano in Basile, il creatore della nave, uno che credeva fortemente nella sua città.
Ma poi con quelle musiche come fai a non sentire la forza di quel popolo?
Brani originali, vorticosi, uno più bello dell'altro.
Tra l'altro tutto il comparto sonoro è di altissimo livello, ogni minimo rumore come fosse reale…
da qui

la squadra di Rak compie un miracolo diverso: trasformare un testo secentesco in un film d'animazione ambientato ai giorni nostri senza perdere nulla della forza archetipale della storia, né della "napoletanità" che permea ogni aspetto dell'immaginazione visiva di Rak, ma non ne diventa mai limite provinciale. Napoli è uno dei protagonisti di Gatta Cenerentola, eppure non appare - la storia è ambientata fra l'interno della nave Megaride e i dintorni del porto ove è ancorata - se non attraverso le "maschere" protagoniste della storia, prima fra tutte quella straordinariamente espressiva (e politicamente efficace) di 'o Re, testimone della gigantesca potenza d'attore di Massimiliano Gallo.
L'animazione è totalmente immersiva (trattandosi di una vicenda che ha l'acqua come sua presenza costante) e tridimensionale nel senso più autentico del termine: la profondità di campo è data soprattutto dalla stratificazione del disegno e da accorgimenti di classe come la presenza costante nell'aria di pulviscolo, cenere e assortito (umano) debris. Perché Gatta Cenerentola è soprattutto una storia di fantasmi, anzi, di quelle proiezioni che sono l'essenza stessa del cinema: in questo senso la squadra di Rak dovrebbe cimentarsi, al prossimo giro, con la versione animata de "L'invenzione" di Morel.

da qui

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