Paola Cortellesi e Antonio Albanese sono i grandi protagonisti di questo piccolo film, destinato a essere ricordato e rivisto anche in futuro.
non solo per la bravura degli attori (che già da sola giustifica la visione), ma anche per la sceneggiatura, per l'incontro-scontro di due mondi che nella realtà si guardano da lontano e a malapena si tollerano.
si ride in maniera semplice, non forzata, senza culi, tette e gare di rutti, o altre cosette del genere.
in sala ormai è a fine corsa, ma in qualche sala si trova ancora, non perdetevelo, è tempo ben speso, sicuro - Ismaele
non solo per la bravura degli attori (che già da sola giustifica la visione), ma anche per la sceneggiatura, per l'incontro-scontro di due mondi che nella realtà si guardano da lontano e a malapena si tollerano.
si ride in maniera semplice, non forzata, senza culi, tette e gare di rutti, o altre cosette del genere.
in sala ormai è a fine corsa, ma in qualche sala si trova ancora, non perdetevelo, è tempo ben speso, sicuro - Ismaele
…Una commedia che ha quella dote che hanno pochissime commedie italiane
contemporanee: fa ridere…
Vengono
alternate gang un po' più prevedibili a momenti di pura riflessione e denuncia
sociale che sfociano anche oltre la semplice differenza tra centro e periferia,
ma che toccano anche il tema complesso delle differenze tra etnie, le
convivenza di più popoli sotto lo stesso tetto, il fatto che, alla fine, siamo
tutti uguali. A me la commedia italiana piace quando insegna qualcosa, perché
non sempre la sua comicità basta per farne un buon film, a dire il vero quasi
mai, motivo per cui mi è sempre piaciuto Pieraccioni. Come un gatto in
tangenziale grida a gran voce di conoscerci, di andare oltre le
convenzioni sociali e i luoghi comuni, oltre alle braccia tatuate o la
cravatta, la carnagione scura o chiara o la provenienza, che alla fine non
siamo poi così diversi come ci sembrava all'inizio. È la conoscenza che ci
rende liberi, liberi di fare le proprie scelte e di guardare il mondo con occhi
diversi…
...Se l’alchimia tra i due protagonisti
funziona splendidamente, il merito è essenzialmente della Cortellesi, davvero
eccellente, uno dei pochi talenti genuinamente comici degli ultimi anni che non
avrebbe sfigurato su un set di Dino Risi. Il fuoco di fila delle battute,
l’impeccabile senso dei tempi comici, il ritmo e l’economia corporea, il suo
oscillare fra aggressività, vulnerabilità e malinconia, il desiderio di
riscatto e la rassegnazione, offrono la misura di un’interprete complessa che
si destreggia magnificamente nello spettro relativamente lineare
dell’evoluzione della sceneggiatura. Intelligentemente Albanese non tenta di
rivaleggiare con lei sul terreno del comico, ma ricorre a un registro
interiore, quasi da recitazione invisibile, per dare corpo a una crisi
intellettuale che nelle visite ripetute al carrozziere saggio e maestro di vita
trova la sua perfetta esemplificazione in gag…
…se la descrizione del mondo di borgata di Come un gatto in tangenziale sembra colpire
nel segno, sia pur avvalendosi di stereotipi (gigantografie di Totti nella
stanza del figlio della Cortellesi, un cane dei vicini di nome Veleno, un altro
vicino che dorme sempre per le scale del condominio dove fa più fresco), meno
azzeccato – o, anzi, decisamente fuori dal tempo – appare il mondo
dell’intellighenzia che si muove intorno ad Albanese: per quanto ne sappiamo ci
sembra difficile che nei fatidici salotti borghesi (qui trasposti a Capalbio)
si parli ancora di Biennale d’Arte e, soprattutto, è matematicamente
impossibile che all’Eden (cinema romano considerato radical chic, sito nel
quartiere Prati, dove Albanese porta la Cortellesi) facciano film in lingua
armena sottotitolati in italiano. No, non è così, purtroppo. Perché quel che
sfugge a Milani – o che, forse, ha preferito non vedere – è che il coattume
l’ha avuta vinta, ha conquistato l’egemonia culturale del paese. E allo stesso
modo l’approccio deferente e ottimistico verso le istituzioni europee è pura
utopia, perché la scappatoia dal magna-magna italico (leitmotiv del film) non è
non può essere la politica continentale sovra-nazionale, anch’essa tristemente
in crisi.
Ma, con questi discorsi, si va a finire troppo in là. E forse a una commedia senza grosse pretese quale è Come un gatto in tangenziale basta chiedere una buona dose di divertimento e non anche di essere aggiornata rispetto alle ben più complesse dinamiche cui allude.
Ma, con questi discorsi, si va a finire troppo in là. E forse a una commedia senza grosse pretese quale è Come un gatto in tangenziale basta chiedere una buona dose di divertimento e non anche di essere aggiornata rispetto alle ben più complesse dinamiche cui allude.
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