lunedì 15 gennaio 2018

Corpo e Anima – Ildikò Enyedi

una storia d'amore che nasce in un sogno, in un mattatoio, a Budapest, con tanto sangue.
gente di poche parole, meno che mai per le cose importanti.
misteriosamente Endre e Maria stanno insieme in un sogno, si cercano, ma nella vita vera si respingono, non cedono al sogno.
i due fanno vite solitarie, lavoro e un po' di televisione. Maria è di una precisione straordinaria, nel lavoro e nella vita, aspetta qualcosa, non fa la prima mossa, aspetta. 
per Endre Maria è una nemica, sul lavoro, troppo precisa, poi sanno del sogno, pensano a una coincidenza, all'inizio.
terra di psicoanalisi, l'Ungheria, Vienna è a poche ore di treno.
si trova in una ventina di sale, ma cercatelo, vale il prezzo del biglietto, e anche più - Ismaele






La distanza come concetto visivo, come spazio che separa la coscienza dai sentimenti, la verità dall’illusione, il corpo dallo spirito: Corpo e anima (On Body and Soul), per l’appunto, il nuovo film di Ildiko Enyedi (in Concorso alla Berlinale), è un dolce trattato per immagini sulla relazione che occupa l’irrazionale nella materia quotidiana della carne. Niente che non sia nella poetica di questa straordinaria, rara e assolutamente “fuori moda” regista ungherese, che da sempre manipola nel suo cinema così magistralmente visivo il dissidio tra razionale e irrazionale (Simon Magus), ovvero tra Storia e individuo (Il mio XX Secolo) o tra società e persona (Tamas e Juli). Qui lavora sul rapporto che c’è tra la materiale verità della carne e l’impalpabile spiritualità del sentimento, manifestando una love story impropria sui corpi chiusi, conclusi nella loro solitudine esistenziale, di Endre, il non più giovane direttore di un macello di Budapest, e Maria, una bionda e timida ragazza appena assunta e guardata da tutti come “strana”. La distanza che struttura il loro primo incontro è una forma di attrazione implicita che in realtà percorre come un improprio flusso di coscienza il legame segreto che li unisce: i due infatti scopriranno che inspiegabilmente ogni notte vivono insieme nello stesso sogno, incarnato in un cervo e nella sua compagna che vivono insieme in un paesaggio innevato, incontaminato, limpido, solitario. L’esatto opposto del luogo di sangue, obroso, affollato di relazioni interpersonali meccaniche, in cui di giorno si incontrano…

Corpo e anima, scritto con tratto sottile e lieve, è la costruzione di un amore dal sogno alla realtà, dal corpo animale a quello umano, dal sangue come segno di morte al sangue che sprizza la vitalità dei sentimenti. È il bisogno di tenerezza di tutti noi, è il desiderio, è l’emergere di un’affinità che nessuno può decidere o comandare, ma che si può solo scoprire giorno dopo giorno.
I due protagonisti, sfiorandosi d’amore nei sogni ma essendo incapaci di farlo nella realtà, si cercano, si trovano, si nascondono, mentre il film mette in scena la nascita del loro affetto tappa dopo tappa, sospiro dopo sospiro, tentennamento dopo tentennamento, fra sguardi, azioni e reazioni destinati a ripresentarsi in ogni possibile sfumatura.
È una costante deriva dei sensi, che Ildikó Enyedi mette in scena in una poetica umanissima di piccoli gesti e in uno stile di straordinaria eleganza nelle inquadrature da sotto il letto o a ricordare il “Cristo Morto” di Mantegna, nel sublime candore del bosco innevato oppure nella mediocrità asettica dell’interno del mattatoio, incorniciando i suoi personaggi in un turbinio di vetri, specchi, porte e rifrazioni al contempo asfittiche e romantiche…
da qui

Bizzarro, con avanguardismi datatissimi da cinema antonioniano anni Sessanta e un’attrice che difatti monicavitteggia come nei film dell’alienazione del grande ferrarese. Strano, pencolante verso il kitsch, ma non privo di una sua nobiltà. In oscillazione tra il cult movie e il guilty pleasure. Intanto dai tempi di Berlino Corpo e anima ha fatto carriera: adesso è nella shortlist dei candidati allOscar come migliore film in lingua straniera. Una consacrazione per la finora assai appartata regista magiara Ildikó Enyedi.


La mano felicissima di Ildikò Enyedi viene assecondata dalla straordinaria recitazione di Alexandra Borbély e Morcsányi Géza, i due protagonisti. Poche parole a disposizione. La luce che la regista richiede si accende gradatamente sui loro volti, sui sorrisi timidamente accennati, negli sguardi che si illuminano fino a sfavillare.
Perché l’amore diventi carne, sarà necessario spingersi fino alle estreme destinazioni del viaggio: sposare il sangue. Questo il destino dei grandi amori. Ma, giunti alla meta, allora il sonno sarà placido: non c’è più bisogno di sognare.

L’écriture est habile tant, derrière un scénario apriori assez banal, Ildikó Enyedi parvient à unir l’ordinaire à l’extraordinaire. Oscillant entre le réalisme (frontal) et la comédie (potache), l’approche tient du romanesque et se veut des plus séduisante si bien que nous voguons, éblouis, au coeur d’un conte burlesque. Le trait pourrait paraître épais tant certaines situations ou personnages secondaires tiennent du grotesque (épinglons, sans rien en dire, une psychologue du travail et un pédo-psychiatre proprement merveilleux). Le scénario est pourtant d’une rare finesse et permet à la réalisatrice de critiquer au fil de situations rocambolesques, avec humour et même poésie, un monde gangréné à bien des niveaux – ce n’est peut-être pas pour rien que Mária et Endre sont « handicapés » – qui gagnerait à retrouver quelque humanité au fil de rapports sociaux véritables à l’instar de la balade que font la biche et le cerf dont les interactions ponctuent le film (jusqu’à lui conférer son sens).

…En Cuerpo y Alma' es una rara avis en el cine actual que maneja con pericia los biorritmos de la comedia absurda o surrealista, de los que se sirve en su manifestación alegórica sobre los sueños imposibles y la necesidad de afecto en un mundo aséptico y brutal. La directora Ildikó Enyedi sorprende con una puesta en escena que a menudo parece distante y fría, pero que logra despertar las emociones ocultas del espectador, construyendo dos estupendos personajes que interpretan de forma magnífica y desde el minimalismo escénico Morcsányi Géza y Alexandra Borbély (ella es todo un descubrimiento), mientras buscan su lugar en el mundo, ese que no les comprende y a menudo les señala o aparta. 'En Cuerpo y Alma' es un film más complejo de lo que aparenta, yendo más allá de su conmovedora historia de amor central, con una fotografía espléndida de Máté Herbai. Un film que no deberías perderte.





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