giovedì 18 gennaio 2018

Les amants – Louis Malle

colonna sonora, perfetta, di Brahms, per una piccola storia come tante.
la libertà di un viaggio a Parigi e la possibilità di farsi un amante riempiono la vita insoddisfatta di Jeanne Moreau, sposata a un giornalista di provincia (Alain Cuny), con una bella casa di provincia, fuori Digione.
e poi succede che quell'insoddisfazione vada per un 'altra strada, inattesa e bellissima, in quelle poche ore.
non sapremo cosa succederà davanti c'è la libertà, con tutte le sue difficoltà.
il film non è mai passato nei cinema parrocchiali, francesi e italiani, (non?) si sa perché.
gioiellino senza tempo.
godetene tutti - Ismaele






Les amants, secondo film di Louis Malle, dopo Ascensore per il patibolo, è tratto da un racconto libertino del ‘700 di Dominique Vivant, “Point de Lendemain”..
La voce fuori campo è la coscienza della storia, che, essendo tale, fa diventare l’artificio letterario cinema. In altri termini la voce che racconta non si sovrappone inutilmente alle immagini, anche se essa non ha la stessa funzione poetica espressa in Querelle da Fassbinder-Genet.
Il bianco-nero e l’ambientazione anni ’50 diventano oggi, ai nostri occhi, storia, ma tanto più storia viva, in quanto è film, come scriveva Truffaut, in cui “si prova l’impressione di scoprire le cose contemporaneamente al cineasta e non quella di essere preceduti e soffocati da lui”.
Protagonista, e personaggio riuscito, di Les amants è una donna ( la magnifica Jeanne Moreau) dell’alta borghesia francese, che vive in provincia, nella campagna di Digione, con un marito (Alain Cuny) ricco e burbero, che, a suo modo, la ama, ma privo di immaginazione. Lei è stanca e annoiata, fugge spesso a Parigi, dove ha un’amica complice e un amante che l’adora, ma, nel profondo, desidera un amore, che sia avventuroso, che la faccia sognare…
L’incontro casuale (in macchina) con il giovane archeologo è forse la parte più riuscita della pellicola. Dapprima lui è scorbutico e sbrigativo, non ama il lusso e detesta gli amici di lei; poi diventa ironico e pungente nei confronti del marito di lei (“un orso”) e lei collabora felicemente con battutine fino al momento in cui, arrivati alla grande ed antica villa, lei, vedendo in attesa il marito statuario e inconsapevole (con l’amante e l’amica) di essere oggetto di beffe, scoppia in una risata irrefrenabile di fronte alla faccia sbigottita e perplessa del marito, che non capisce…

Les Amants è ambivalente: se da un lato c'è l'evidente obiettivo del regista di distaccarsi da ciò che racconta (almeno nella prima parte) affidando alla voce in terza persona lo svolgersi di pensieri della protagonista e delle vicende,poi c'è una seconda parte estremamente intensa sotto il profilo emotivo e passionale. In realtà anche qui si trova una critica alla borghesia parigina e alle costrizioni di una donna insoddisfatta che già dall'inizio ha un amante con cui tradisce il marito; l'amor fou,il colpo di fulmine o l'innamoramento comunque lo si chiami avverrà successivamente,all'improvviso e la porterà finalmente ad abbandonare un mondo ipocrita e di etichetta. Splendida in tal senso ed esplicativa la sequenze in cui Jeanne ride davanti la villa come un isterica,apparentemente senza motivo alcuno ma perché in verità ha capito cosa si nasconde dietro quella villa,simbolo dello status sociale di amici,marito e perché no,anche amante.
Les Amants è audace e coraggioso per il periodo in cui fu girato. Non bastasse la trama principale,a scandalizzare i moralisti incalliti ci pensa anche la scena (anzi,le scene) più belle e liriche,quelle della seconda parte in cui la notte d'amore e l'amplesso non vengono lasciati all'immaginazione. Ma la volgarità non esiste e l'erotismo è soffuso e per nulla pruriginoso,più che altro un rimando all'amore romantico che per il regista ha come diretta conseguenza l'amore fisico. Questa peculiarità della mancanza di volgarità in contesti spinti (anche se data l'età non è che poi oggi chissà quale scandalo provoca questo film),questa pecularità si diceva verrà ritrovata successivamente anche nel molto bello Soffio al cuore,molto più provocatorio e anche più riuscito sotto tanti aspetti.
da qui

Les amants è un sublime ed implacabile ritratto dell'aridità morale di quella borghesia da cui lo stesso Malle proveniva, che la sensualità delle atmosfere e la sontuosa interpretazione di Jeanne Moreau immergono in quel limbo dei sentimenti (ammantato dal magico bianco e nero di Henri Decaë) in cui la nascita di una nuova passione giunge, dirompente, a liberare un'intera esistenza dagli affanni di una vita ormai abulica: un film di esemplare raffinatezza stilistica ed affascinante ricchezza di sfumature, idolatrato da Truffaut ed osteggiato alla sua uscita dai soliti, miopi benpensanti scandalizzati da una bollente (per l'epoca) sequenza, lirico ed allo stesso tempo profondamente corrosivo nei caustici umori con cui tratteggia la decadenza, più o meno consapevole, dei suoi personaggi o nei simbolismi (gli specchi, il pipistrello, la villa di Jeanne) con cui anticipa o accompagna la descrizione di questa dissoluzione. L'inquietudine e la noia di Jeanne appartengono al retaggio di una generazione che la Nouvelle Vague intende affrancare dai propri complessi: Les amants ne registra il fallimento esistenziale, lancia un'ancora di salvezza, propone, seppur dolorosamente, una via di fuga.

 Bercée par l’Andante ma moderato de Brahms et nimbée d’un beau Scope noir et blanc de Henri Decae, cette histoire est contée avec un certain détachement, amplifié par les jeux compassés d’Alain Cuny (le mari) et Jean-Marc Bory (le jeune amant). La voix-off explicative de Jeanne Moreau, évoquant les motivations de l’héroïne, est compensée par des silences et non-dits qui anticipent un certain cinéma de l’incommunicabilité, en particulier dans la dernière partie. La scène d’amour finale, qui paraîtra anodine aujourd’hui, donna à l’œuvre un parfum de scandale. Nullement triviale ni même érotique, elle se justifiait par la volonté du cinéaste de montrer jusqu’au bout l’intensité de la relation amoureuse entre Jeanne et Bernard. Pour la première fois dans l’histoire du cinéma, un baiser sur un lit ne se terminait pas par un panoramique sur la fenêtre ou un feu de cheminée... Souvent étiqueté cinéaste de la Nouvelle Vague, Louis Malle est certes de la génération des Chabrol et Truffaut, ce dernier étant aussi un metteur en scène emblématique de Jeanne Moreau. Les innovations narratives d’un film comme Les amants vont aussi dans ce sens. Pourtant, la démarche de Louis Malle relève davantage du renouvellement d’un certain classicisme, dans la meilleure tradition d’un cinéma français romanesque et populaire.

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