il giorno
dopo aver letto (il gran bel libro) Il
fondamentalista riluttante guardo il film di Mira Nair.
è uno dei
possibili film contenuti nel libro, magari non il migliore, ma lo firma lo
scrittore Mohsin Hamid, lo prendiamo per buono.
la storia
è fondamentalmente la stessa, ma contemporaneamente è anche un'altra.
cambia
qualcosa, anzi molto, ti immaginavi certe cose, il film è solo
un'interpretazione del libro, e non potrebbe essere diversamente.
e però,
come capita con i libri che ti colpiscono, il film delude, è un'altra storia.
ma se non
hai letto il libro (peccato!) il film non è male, medio, ecco, un thriller, una
corsa contro il tempo, si guarda bene.
buona visione - Ismaele
…Cinema mainstream, cinema che punta a larghe platee,
dunque alieno da inflessibilità e rigori autoriali, anche abbastanza piacione
per elevarsi a grande cinema. Però cinema che svolge egregiamente la sua
mission. Storia così esemplare, quella del Fondamentalsta
riluttante, da somigliare strettamente a una parabola, anche se si
svolge davanti ai nostri occhi senza pesantezze didascaliche…
…Riesce a fare spettacolo, ad avvincerci, ad
appassionarci alle peripezie del suo Changez diviso, a instillare qualche sano
dubbio nelle nostre certezze. Se indulge un po’ al vecchio vizio terzomondista,
ne fa un uso tutto sommato moderato e poco ideologico, e la storia di Changez
ci viene mostrata attraverso i fatti, non fastidiosi proclami politici. Il
fondamentalista riluttante (bellissimo titolo) ci mostra il dramma di
un uomo che, nonostante il suo acume, l’intelligenza, lo status elevato
acquisito in Occidente, non riesce a sottrarsi alla sua appartenenza
identitaria e alle sua radici. Perché ci sono cose più forte di noi, contro cui
anche il libero arbitrio – totem del pensiero d’Occidente – si frantuma e nulla
può.
…Più che nell'esplicito
confronto/scontro/tentativo di comprendersi tra Changez e Bobby, la chiave di
lettura del film sta nel sottoplot sentimentale. È proprio nel territorio
apparentemente tutto da costruire del sentimento che si rivelano le crepe più
insidiose destinate a far crollare un'integrazione possibile. Perché
inizialmente il giovane pakistano deve compiere una sorta di mimesi nella
relazione per cercare di far superare una difficile elaborazione del lutto. Si
troverà amato, anche dopo l'11 settembre. Ma come diverso, quasi nonostante.
Come se la colpa di alcuni si rovesciasse su tutti. Mira Nair non dimentica poi
di sottolineare come l'eliminazione dal mondo del lavoro di migliaia di persone
sia una forma di omicidio in guanti bianchi. Ce lo ricorda con una breve scena
in cui il padre di Changez, uomo di lettere ma ben radicato nella realtà, gli
fa notare come un sentimento di empatia possa nascere dal confronto diretto con
la realtà. I licenziati invece sono solo numeri in una statistica. Così come un
ostaggio eliminato brutalmente o un giovane ucciso accidentalmente possono
essere immagini che il mondo potrà utilizzare per continuare ad alimentare
l'odio oppure superficialmente dimenticare in fretta.
…Molta carne al fuoco in un film che rimane coerente e
lineare in tutta la sua durata. La Nair dimostra una grande sicurezza nel
delineare il cambiamento di una nazione dopo l'attentato, e i fermenti che si
svolgono oggi nell'altra, ma anche il dramma più intimo e personale di Changez.
Ha la mano ferma nel gestire un racconto che passa attraverso 3 continenti, si
mescola a tratti con la spy story nei giochi di ruolo e nella ricostruzione dei
fatti, tanto da far ripensare a tratti a Tony Scott. Ma per un attimo non
possono non venire in mente Tarantino quando vediamo un tv un B-movie
pakistano, o Kurosawa quando un evento ci viene riproposto da più punti di
vista…
…Dotato di una trama complessa, ma ben sviluppata, Il
fondamentalista riluttante, tratto dal romanzo omonimo di Mohsin
Hamid, è un tentativo di analisi abbastanza approfondito di due mondi, quello
americano e quello islamico, caratterizzati dai loro pregiudizi e preconcetti.
Il motore che avvia il terrorismo non è altro che quello che avvia il
capitalismo americano; entrambi sono insediati da un fondamentalismo estremo,
che sia quello religioso o quello economico poco importa perché entrambi
mietono troppe vittime. Il protagonista Changez fa parte di questo processo,
raggiungendo però la consapevolezza di volersene distaccare, insegnando ai
più giovani a non farsi accecare dall’odio e a vedere nel dialogo la luce
di un sogno pakistano.
Tecnicamente ben diretto, Il fondamentalista
riluttante è un buon prodotto artistico, nonostante l’11 settembre
sia un tema già da molti utilizzato. Poco sviluppato però l’aspetto religioso
che non può essere solo di contorno in un racconto come questo, in cui politica
e religione vanno avanti di pari passo. Infine il team di attori ha dato una
buona prova, in particolare il protagonista Riz Ahmed, perfetto nel suo ruolo,
aiutato anche dal fatto di aver vissuto proprio sulla sua pelle una storia come
quella rappresentata.
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