Morvern Callar
lavora in un supermercato, la conosciamo in un momento terribile della sua
vita, che gestisce in un modo molto personale.
dalla
Scozia fugge in Spagna, con l'amica Lanna, e come (quasi) tutti gli inglesi fa
molto chiasso.
cosa
vuole non lo sapremo mai, è sempre alla ricerca di qualcosa, o meglio, sempre
in fuga da qualcosa, Lanna le dice: perché fuggire, dappertutto è la stessa
merda.
se
dicessi che è un film pieno di ottimismo direi una bugia (Lynne Ramsay non
è tipa da film comici), ma non è una bugia dire che è un film che merita
di essere visto - Ismaele
Silenzi
potentissimi dischiusi dentro un dolore indicibile, che gela il sangue, il
cuore, i sentimenti. C’è solo voglia di dimenticare, andare oltre, perché
secondo Morvern Callar ognuno ha il destino che si merita. Racconto inquieto e
rarefatto che monta di sottrazione attraverso atmosfere cupe e stranianti
aggrappandosi ad un’introspettiva elaborazione del lutto che diviene esistenza
effimera, trainata poi da una flebile ebbrezza di vita aprendosi in un
road-movie che sa di combattiva speranza e voglia di cogliere un Attimo
difficile da riprendere.
…Lynne Ramsay scolpisce un personaggio errabondo, una donna
alla ricerca e alla scoperta di se stessa e della propria vita. Morvern, con la
forza incosciente di chi non può fare altrimenti, rincorre un nuovo presente
che detta condizioni difficili e radicali: annullare il passato. Da qui una
porta che si chiude, delle chiavi che ricadono dentro e l’allontanamento dal
suo passato, dai suoi affetti, dalla sua esistenza rimossa.
…The movie doesn't have a plot in the conventional sense, and could not support one. People like Morvern Callar do not lead lives that lend themselves to beginnings, middles and ends. She is on hold. Somehow, in some way, she's stuck in neutral. The gray-brown tones of her life in Glasgow reflect her emotional habitat, and the bright colors of Spain cause her to wince in pain. She can only handle so much incoming experience at a time. "Sorry, Morvern," her boyfriend wrote in that note. "Don't try to understand." What a bloody condescending jerk. Yet she is not drifting because of his death. She drifts anyway, and always has. What great wrong has made her so damaged? We watch Samantha Morton so closely, with such fascination, because she is able to embody a universe of wounded privacy.
This is Lynne Ramsay's second film, after "Ratcatcher"
(1999). That one was about a small boy living with the guilt of a terrible act.
Her short films include one in which two small girls, half-sisters, trying to
understand the wreckage of the marriages that created them. She has been signed
to direct the film of Alice Sebold's best-seller The Lovely Bones , narrated by
the ghostly voice of a young girl who has been raped and murdered. These
stories all seem to explore similar dread lifescapes. Why she knows it so well
we cannot guess, but she does.
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