quando la RAI faceva le serie tv, o miniserie tv, si chiamavano sceneggiati, e non c'era bisogno di nomi nuovi.
Ligabue è uno di questi, con uno straordinario Flavio Bucci, che interpretava Ligabue (e un bravissimo Alessandro Haber).
la sceneggiatura è di Cesare Zavattini, e chi l'ha visto allora ne ha un ricordo vivo.
l'ho rivisto questi giorni, e davvero è un gran film, con lo stile dei film di una volta - Ismaele
QUI il film completo, nel sito della RAI
(qui un bellissimo film polacco su un pittore come Ligabue, più o meno)
…Rimpatriato dalle autorità svizzere perché
"indesiderabile", lo strambo Antonio Ligabue trova perplesse le
autorità di Gualtieri che lo affidano al ricovero per vecchi. Ne evade subito
per ripararsi nei dintorni svolgendo un qualunque lavoro, ma fallisce sia per
gli impietosi scherzi dei compagni che per le sue stravaganze. Si isola in una
capanna lungo il fiume Po, dove trascorre il tempo immerso nella natura.
Col passare degli anni la
popolazione si abitua alla figura di Toni, considerato un misantropo e anche
pazzoide, ma non pericoloso. Senza calcolo alcuno, Ligabue scopre la sua
vocazione artistica dipingendo la natura sulle piante e sui muri. Il pittore Mazzacurati ne intuisce il naturale talento e gli
dona gli strumenti per dipingere quadri che trovano acquirenti e permettono di
allestire una mostra che lo consacra "artista". Dopo varie
vicissitudini che lo portano ad essere ricoverato in manicomio, le commissioni
e i conseguenti guadagni permettono a Toni di trasferirsi in un alberghetto e
lo inducono persino a chiedere la mano di Cesarina, la figlia
dell'albergatrice.
Ma in realtà Ligabue è rimasto un
"diverso", e anche se i suoi quadri sono stati accettati dai colleghi
pittori, dai collezionisti, dai mercanti e dai clienti, la sua incapacità di
uniformarsi alle regole della società ne fa un disadattato. Antonio Ligabue
muore con la sola amicizia del fedele Cachi e la commemorazione del sindaco non
cancella il dramma di un uomo che è vissuto in solitudine tutta la vita…
Andò “in onda” su Rai 1 nel
1977, questo raro capolavoro televisivo. Me lo ricordo bene e come flashback mi
tornano alla memoria le vicende narrate e la mia famiglia, come tante, davanti
alla televisione. Undici anni sono pochi per comprendere a fondo questa
biografia corretta e realista ma certo resta ancora oggi memoria del disagio
provato nell’osservare circostanze nuove e anomale. Una televisione audace, che
sporadicamente produsse e propose opere di pari qualità, anche perché, solo
qualche anno dopo cedette a una programmazione che, nella competizione con le
televisioni private, scese di qualità.
“Ligabue” è diretto da Salvatore Nocita e
il protagonista è interpretato da un indimenticabile Flavio Bucci; recitano altri bravi attori come Andréa Ferréol, Giuseppe Pambieri, Pamela Villoresi, Alessandro
Haber e Renzo Palmer. La sceneggiatura è di Cesare Zavattini, che tanto fece per la cultura
italiana, in particolare per innovare il cinema e renderlo strumento artistico
e sociale, un mezzo d’integrazione culturale. Zavattini, instancabile autore
del Neorealismo, incontrò Antonio Ligabue, scrisse un poemetto su di lui (Toni
Ligabue - 1967) e con sensibilità approfondì la vicenda di quell'uomo
sventurato. Con rigore, senza pietismi in tre puntate di un’ora ci fece
conoscere uno dei maggiori pittori contemporanei italiani. Perché Antonio Ligabue non stava sui libri di storia
dell’arte, non era andato a fare discorsi, né comizi: Ligabue era matto…
qualche quadro:
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