lunedì 17 marzo 2014

Ida – Pawel Pawlikowski

meglio non vedere questo film, se pensi che il bianco e nero, al cinema, sia meno efficace del colore, se quando leggi che è un film polacco ti ricordi che hai un altro impegno, se pensi che al cinema si va per rilassarsi, se al cinema non puoi rinunciare a chiacchierare, se non riesci a dimenticarti di possedere un telefonino cellulare, se sfuggi come la morte i film dove non si ride, e che non ti fanno ridere, se pensi che il cinema deve venire incontro ai gusti medi del pubblico medio, ecco, questo non è un film per te.
ma se ti va di vedere un film “classico” (così diranno in futuro), di quelli che dentro c’è Dreyer e Bergman, e tanto altro, se non hai paura di un film che non finge, se le parole morte, colpa, coscienza, banalità del male non le rimuovi, “Ida” è per te.
bravissime le due protagoniste, e anche gli altri, grazie a Pawel Pawlikowski e a una sceneggiatura come si deve; purtroppo è in poche sale, occorre andare a cercarlo, e se ti piacerà quanto ti è piaciuto a me dirai che è uno dei film più importanti dell’anno, e non solo - Ismaele




Il vero difetto del film è dunque il suo grande pregio, ovvero la poca accessibilità con i codici di un pubblico medio, mentre gli addetti ai lavori si trovano a confrontarsi con un’imponenza simbolica che raramente viene portata sugli schermi…

Ida è in bianco e nero e in formato 4:3, come tanta roba che si vedeva nei gloriosi anni Sessanta ai Cineforum. E nei primissimi Sessanta è difatti ambientato, in una Polonia plumbea e innevata come si conviene a un film polacco autoriale, e naturalmente c’entra la Shoah. Però. Però liquidarlo solo come un film da festival – cosa che, intendiamoci, è pienamente – sarebbe un attimo riduttivo e pure ingiusto. Questo film è di più. Prende quel genere, quella convenzione, per immettervi nuove inquietudini, nuove crepe, per forzarne la forma (e i contenuti), portare quei caratteri al limite e al punto di rottura. Si racconta di Olocausto, ma del lascito psicologico sui sopravvissuti, e anche sui carnefici, e su coloro che né collaborarono né si attivarono per salvare. La zona grigia. È una ricerca sul passato, è una resa dei conti. Dove Male e Bene si possono confondere, dove il giusto può rovesciarsi di colpo nel suo contrario. Due donne si ritrovano nel 1960, e insieme scaveranno nel loro comune passato. Come le due donne – l’aguzzina di un lager e la sua vittima – che si ritrovano per caso su una nave in un film polacco anni Sessanta sicuro riferimento di questo, La passeggera di Andrzej Munk. Si intravedono, in Ida, l’influenza e l’ombra di altri Shoah-movies centro-europei di quel decennio, magnifici, potenti, squassanti, anche se oggi dimenticati, come il cecoslovacco Il negozio al corso o Romeo, Giulietta e le tenebre

…Película seca, austera, casi ascética (un estado al que ayuda la fotografía en blanco y negro más espectacularmente bella de los últimos años, obra de Lukasz Zal), corre el riesgo, si no se ve en el estado de ánimo adecuado, de ser vista como un ejercicio de estilo, bellísimo pero frío, y no como la experiencia emocional que puede llegar a ser.

Ida supone una propuesta estimulante, bella y compleja dentro de su escaso metraje, donde sus imperfecciones acaban pasando más desapercibidas y se sobrepone aquello que no muestra, lo que sugiere su fotografía, su música y sus personajes, lo que, en definitiva, hace más grande al cine: su poder evocador.

…Il atteste d’une épure esthétique qui tient du sublime tant chaque plan est parfaitement maîtrisé. Il emploie avec une rare acuité les effets de cut et opère un montage brillant tant d’un point de vue visuel que sonore. Toutefois de sa démarche émane une froideur quelque peu stupéfiante qui engendre une troublante mise à distance et qui semble également faire écho à celle d’une société qui a enterré son passé. S’il évite le piège d’une exacerbation pathétique du ressenti de ses protagonistes, il ne parvient à en transcender l’émoi – qui est tout de même au coeur de la représentation – que de manière mécanique. Une distanciation qui suit la logique de l’écriture où un basculement de point de vue d’une à l’autre protagoniste s’opère, comme par pudeur.

Ida n’est absolument pas la caricature de film intellectuel que l’on pouvait imaginer. Pawel Pawlikowski signe une œuvre puissante et assez dure, même si son long-métrage fait passer ses idées avec une douceur rare. Le film mérite d’être vu ne serait-ce que pour sa photographie et ses cadres sublimes, mais il dit aussi des choses passionnantes sur la Pologne des années 1960. Bref, Ida est une réussite que vous auriez tort de bouder…
da qui

16 commenti:

  1. "se non riesci a dimenticarti di possedere un telefonino cellulare". Nemmeno a farlo apposta, purtroppo mi è successo, circa a metà di questo film. Mai successo prima, credimi, di solito spegnere il cell è l'obbligo che mi pongo prima di entrare in sala. Evidentemente, la stancheza questa volta ha giocato brutti scherzi, perchè "Ida" l'ho visto al TFF: ultimo giorno a Torino e ultimo film del mio programma festivaliero. Ero con Yorick alla proiezione delle cinque e ricordo che a un certo punto ho sentito una suoneria familiare, Yorick mi ha passato il giubbino che era sulla poltrona alla sua destra e cercavo, imbarazzatissimo, di "soffocare" il suono stringendo il giubbino tra il petto e le ginocchia, mi ero tutto raggomitolato sulla poltrona... Vabbè, comunque il film l'ho apprezzato molto, soprattutto questo rapporto tra le due donne. Qui nella mia zona ovviamente non lo danno, ma ne conservo un bel ricordo del TFF. Per poterlo rivedere, toccherà aspettare qualche fiume in piena ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me l'unica cosa che è piaciuta del film è stato distrarmi grazie alla suoneria del cellulare di ViS: personaggi senza spessore, trita e ritrita dialettica tra donna santa e donna puttana, finale troppo concettuale e, soprattutto, incredibile, orchestrato e credo anche posticcio. Un film da dimenticare, se non fosse stato per la compagnia di ViS.

      Elimina
    2. poor Yorick, come dice Clint, le opinioni sono come le palle, ognuno ha le sue.
      pensavo di aver letto qui la "peggior" recensione di "Ida", http://www.abusdecine.com/critique/ida, ma tu li superi, proprio un enfant terrible:)

      invece credo che il film che ho visto stasera ti piacerà, se ancora non l'hai incrociato,
      lo metto domani.

      Elimina
    3. Frank ViSo, ah, il telefono...

      a un certo punto mi è venuto in mente "La banda" (mai visto?), per la sala deserta del concerto.

      Elimina
    4. Quando un film non piace, effettivamente, tendo a fare l'arrabbiato e a sfogarmi nel web come il fumettaro dei Simpsons, v. http://emergeredelpossibile.blogspot.it/2013/11/au-nom-du-fils.html e http://emergeredelpossibile.blogspot.it/2013/11/la-danza-de-la-realidad.html. Con "Ida" penso di essere stato anche troppo soft, http://emergeredelpossibile.blogspot.it/2013/11/ida.html :P

      Elimina
    5. poor Yorick, mi ricordo di Bertrand Russell "Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi",
      senza fare prediche noiose, da anziano, a uno dei Simpson direi di pensarci due volte prima di scrivere in un blog di cinema e gli citerei la frase di Bertrand Russell.
      ma tu non sei uno dei Simpson e il tuo blog di cinema mi piace :)

      Elimina
  2. Mi è piaciuto davvero molto. Splendida fotografia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la fotografia ti immerge in uno spazio e in tempo altro, ma molto concreto.
      peccato non sentire gli odori, al cinema.

      Elimina
  3. Questo film lo voglio vedere, ne parla ciak, ma visto che anche nella blogosfera non è passato inosservato lo metto in lista allora :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. questa settimana solo 44 sale, "Allacciate le cinture" 461 sale, "Ida" non te lo portano a casa.
      è però nell'incasso per sala fra i due vince "Ida" :)(http://www.movietele.it/boxoffice/italia/weekend-italia-14-16-marzo-2014)

      Elimina
  4. Perfettamente d'accordo con Yorick, nonostante tutti i cori di assenso l'ho trovato un film superficiale, addirittura antisemita suo malgrado, con personaggi poco elaborati e stereotipati e una sceneggiatura traballante. Molto ben fotografato ma il tema e gli argomenti meritavano tutt'altra operazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. insomma, Anonimo (ma è il nome o il cognome?), mi è semblato di leggere una stroncatura, direbbe Gatto Silvestro.
      i casi sono due:
      o abbiamo visto un film diverso (ma non credo) o abbiamo occhiali diversi:)

      Elimina
  5. Non tengo conto del box office, ma della qualità della pellicola :) Ida mi stuzzica il palato, se riuscirò a vederlo me lo guardo :D

    RispondiElimina
  6. ho visto adesso che dei primi dieci incassi ho visto solo Scorsese, "Ida" merita, vedrai :)

    RispondiElimina
  7. Fotografia pazzesca, ottimo film.
    E bella la citazione di Clint. ;)

    RispondiElimina
  8. eh sì, quella frase di Clint è perfetta, senza girare in tondo fa risparmiare molto tempo..

    RispondiElimina