lunedì 3 marzo 2014

Il verdetto – Sidney Lumet

sceneggiatura di David Mamet (appare Lindsay Crouse, la psichiatra de “La casa dei giochi”) per una storia che toglie il fiato, perfetti anche gli attori, Paul Newman per primo, sotto la mano del grande Sidney Lumet.
il film ebbe 5 candidature agli Oscar del 1983.
una storia di redenzione e giustizia, di Davide contro Golia, di amicizie e tradimenti, una piccola storia epica, un capolavoro che non bisogna lasciarsi sfuggire.
nessuno se ne pentirà, promesso - Ismaele






…Un'opera dunque appassionante, in cui Lumet riesce a trovare un ottimo equilibrio fra dramma personale e dramma sociale, ed in cui, con pari efficacia, viene sia denunciata la negativa influenza del potere economico nella giustizia, sia esaltata l'umanità che ancora si può trovare in tante persone, unica nostra ancora di salvezza.

Può apparire paradossale - a maggior ragione considerando che tra le cinque nomination all'Oscar guadagnate dal film (e tutte meritate) c'è anche quella per la miglior sceneggiatura non originale - notare come siano a malapena accennati alcuni degli elementi che oggi vengono considerati distintivi della scrittura di Mamet. La volgarità del parlato è presente solo alla fine del dialogo tra il protagonista e l'anziana infermiera che si rifiuta di deporre al processo, quando questa, sulla porta di casa, lo caccia con quel "Siete un branco di troie!". Allo stesso modo, il parlarsi addosso dei personaggi emerge in maniera evidente solo nella scena dell'interrogatorio di Galvin al dottor Towles, quando il primo, incalzando l'interlocutore con una raffica di domande, di fatto gli impedisce di rispondere. Ma l'assenza di quello che successivamente negli Stati Uniti ci si compiacerà di definire Mametspeak, di quella "poetica" riproposizione del gergo urbano (1), lungi dal risultare un difetto, è invece il segnale del felicissimo connubio tra la penna dello sceneggiatore e l'occhio del regista…

Una escena sirve para que Frank Galvin cambie su percepción sobre un caso. Para que se dé cuenta de que es el caso. Galvin es un abogado alcohólico y desencantado que dejó su idealismo en el camino…, ahora sólo tiene un caso que le ha conseguido su amigo y socio, el único que sigue creyendo en él (aunque cada vez está más cansado…). Y resulta que es el caso para alcanzar la redención. Para volver a creer en su trabajo o mejor dicho que su trabajo merece la pena. El caso que le hará sentirse de nuevo persona…

it's that Newman performance that stays in the mind. Some reviewers have found "The Verdict" a little slow moving, maybe because it doesn't always hum along on the thriller level. But if you bring empathy to the movie, if you allow yourself to think about what Frank Galvin is going through, there's not a moment of this movie that's not absorbing. "The Verdict" has a lot of truth in it, right down to a great final scene in which Newman, still drinking, finds that if you wash it down with booze, victory tastes just like defeat.
da qui

1 commento:

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