i due vi conquisteranno, grazie a Bertrand Tavernier, promesso - Ismaele
…Se
Philippe Noiret, al terzo film con Tavernier, conferma di essere un gigante
anche alle prese con un personaggio imperturbabile, privo di scrupoli, disumano
e sordido, la vera rivelazione è il magnifico Michel Galabru, capace di evitare
ogni possibile e gratuito eccesso nel tratteggiare il suo Bouvier e giustamente
premiato con il Cèsar. Non tutto è a fuoco però: per esempio il personaggio di
Rose, interpretata da una giovanissima Isabelle Huppert pare solo accennato ed
il finale suona forzato, ambiguo e poco convincente (lo stesso regista lo ha
dichiarato sbagliato, perché degno dei peggiori film di propaganda sovietica,
ma l'entusiasmo della Huppert nel girare quella scena ha vinto le sue legittime
resistenze). Tavernier però ha un grande senso del paesaggio, a partire dalla
prima magnifica sequenza ambientata sulle innevate cime intorno a Lourdes, si
conferma ottimo direttore d'attori, si affida a solide e mature sceneggiature,
fornisce un affresco storico di notevole credibilità con accenni alle prime
lotte sindacali e all'ingresso in politica anche delle fasce più umili della
società. A volte ha solo il difetto di voler dire troppe cose. Basterebbe
comunque la frase con cui Bouvier, prima della sua esecuzione, si congeda dal
"traditore" Rousseau per segnalare l'importanza del film: "Sovente il tempo è un buon
maestro e qualche volta il caso è un buon giudice!" Il film avrebbe dovuto
concludersi qui: ne avrebbe guadagnato in incisività…
…Venons-en
plutôt à l'axe central du film : la lamentable hypocrisie qui sépare le fou, le
tueur en série, qui se cache derrière l'anarchie, la lutte des classes, la
souffrance physique ou le mysticisme afin d'excuser et de légitimer son
incapacité à réfreiner ses instincts mortifères et puis, le juge, le notable,
le bourgeois qui malmène la justice et le droit, sans l'ombre d'une hésitation
ni le moindre scrupule, qui manipule son coupable désigné, qui va jusqu'à
violer celle qu'il entretient, un lâche qui fuit ses peurs, de la maladie, de
la mort, de l'autre en général, infoutu de se dessaisir du jupon maternel…
da qui
Merita moltissimo questa prima conclusione della "trilogia Noiret", e tra l'altro è finalmente uscita da non molto la versione italiana del dvd.
RispondiEliminadi Bertrand Tavernier si parla sempre troppo poco, eppure ha girato spesso film da non dimenticare.
Eliminagrazie della visita :)