tratto da "Le Transperceneige", un bel fumetto francese disegnato da Jean-Marc Rochette, Joon-ho Bong ho realizzato “Snowpiercer”.
Joon-ho
Bong ha fatto finora pochi film, tutti bellissimi (cito solo “The host”, “Mother”e
“Memories of murder”) e anche in questo non si smentisce.
il treno è il mondo, e come un'arca di Noè conserva e trasporta verso una nuova era un po' di umani di tutti i tipi, dietro stanno i molti poveracci, avanzando di carrozza in carrozza, ciascuna protetta da soldati, si sale di "classe", in tutti i sensi.
c'è la lotta verso la conquista della testa del treno (Palazzo d'inverno), per scoprire un Eh Harris che è il regista di tutto (come in "The Truman show"), e che si sceglie il nuovo capo in modo inatteso.
ma la glaciazione sta finendo e forse la specie umana può rifiorire, sulle rovine di tutto (un po' come in "Seconda origine", qui).
un film imperdibile, per i miei gusti, spettacolare, politico, denso di contenuti, è grande cinema, peggio per chi non lo va a vedere - Ismaele
ps2: si rivede Jamie Bell, che 14 anni prima era Billy Elliot, bravissimi tutti gli attori, dai primi agli ultimi; il film è girato negli studi di Barrandov, vicino a Praga, dove si girano moltissimi film di tutto il mondo, e in Tirolo.
ps 2: il discorso della signorina Mason (Tilda Swinton), all'inizio, è l'apologo di Menenio Agrippa, mutandis mutandis, ci sono le classi (e quindi la lotta di classe).
ps 2: il discorso della signorina Mason (Tilda Swinton), all'inizio, è l'apologo di Menenio Agrippa, mutandis mutandis, ci sono le classi (e quindi la lotta di classe).
…prendete 1984 di George Orwell, una società post-apocalittica
con pochissimi sopravvissuti divisa con la violenza in caste e un ecosistema
chiuso come una sfera di Dyson.
Poi stipate tutto in un treno e avrete una prima idea di cosa
aspettarvi da Snowpiercer di Bong Joon-Ho…
…La macchina da presa si
muove vorticosamente per tutto il film. Non solo per evocare il tremolio del
treno, con il rumore di rotaie sempre sullo sfondo, ma anche per seguire azioni
frenetiche, spiazzanti capovolgimenti di punti di vista e cambiamenti repentini
di luci e ombre, passando dai chiaroscuri ai mezzi toni, per arrivare
dall'abbacinante splendore del mondo coperto di ghiaccio fino all'oscurità più
totale.
La linearità dell'ambiente è sottolineata molto spesso da
carrellate avanti tutta a forte velocità, che durante i momenti più concitati
immergono nell'azione.
Il treno è il co-protagonista del film, visto sia
dall'esterno che sviscerato in ogni suo ambiente. Sono tanti e vari i set del
film e ciascuno completa in modo compiuto la narrazione per immagini della
storia.
La perfetta fusione di ambiente, recitazione convincente
degli attori, un plot coerente e vibrante uniti alla validissima partitura
musicale di Marco Beltrami, rendono Snowpiercer un film
imperdibile, un nuovo punto di riferimento nella cinematografia
fantascientifica e non.
da qui
…Il Bong ecologista lo conoscevamo già dai tempi di The Host, quello rivoluzionario della lotta di classe che
sta alla base delle dinamiche sociali invece è un'autentica sorpresa, come
anche il Bong che non si crea illusioni in un'analisi
fenomenologica dei cicli storici che si muovono tra potere e rivoluzione,
ordine e rivolta. Ma ciò che maggiormente rende Snowpiercer un film comunque interessante e bello è, oltre
alla capacità tecnica stupefacente, quel beffardo tocco di ironia che non manca
mai nel film, neppure nei momenti più drammatici: i rivoltosi che si passano la
torcia come tedofori olimpici, certe pieghe nei rapporti sociali tra i
protagonisti, battute quasi surreali in un tale contesto, persino momenti
vicini allo splatter visti però sempre con occhio defilato e divertito…
…Snowpiercer rimane un gran film, proprio per il suo
far quel che deve e vuole senza guardarsi mai indietro. Oltretutto, al servizio
di Joon-ho Bong c'è un cast eccellente: i caratteristi di contorno sono
perfetti come sempre ed Ed Harris e Tilda Swinton vanno brutalmente sopra le
righe, ma il contesto lo richiede e da un film del genere, diretto da un regista
del genere, non ci si può aspettare altro. Quanto al trio di testa, più o meno,
non si può dire loro nulla: Kang-ho Song è una certezza, Jamie Bell non si fa
odiare e Chris Evans è sorprendentemente bravo, una volta tanto, a tenersi il
film sulle spalle e a interpretare un ruolo cupo, con tanto di monologo
drammatico sul finale espresso in maniera dignitosa. Per uno che fino a oggi ha
sempre dato il meglio quando doveva fare la spalla cretina, non è poco. Che
questo avvenga per mano di un regista coreano, forse, vuole dire qualcosa.
Anche se non so bene cosa.
da qui
…per Bong Joon-ho, regista d'immenso talento, funambolo capace
di tenersi in equilibrio tra cinema popolare e rilettura critica, caustica o
giocosa del genere, si tratta di una riuscita epocale. Quali che siano gli
esiti del box office sul mercato internazionale, Bong ha portato sullo schermo
il suo classico di fantascienza, che non è solo un'efficace opera di
intrattenimento (seppure saldamente collocata all'estremo oscuro dello spettro
dell'intrattenimento), ma anche una profonda riflessione filosofica sulla
natura dell'uomo e le sorti dell'umanità, cupa e inquietante, disperata e
appropriatamente raggelante, ma al contempo venata - come sempre in Bong - di
sapida ironia e aperta, nel finale ad un abbacinante raggio di speranza…
…La tensione è costantemente alle stelle, come se dalla
frequenza dei nostri respiri, dal rumore della nostra trepidante attesa, possa
dipendere la buona riuscita o meno del piano dei ribelli di coda treno. E non
importa se, fondamentalmente, la morale di base di questo film non sia molto
diversa dagli altri distopici, se l'analisi, attenta e realistica, della
società risulti sempre la stessa: il modo vivido in cui il regista riesce a
raccontare il tutto è appassionante e convincente e, a dirla tutta, regala
anche qualche sfumatura, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi,
tipica del cinema orientale che aggiunge valore al film. Possono 650 metri di
treno contenere un mondo intero? La prigione, i bassifondi, la serra, le
riserve d'acqua, la piscina, le aule scolastiche, la discoteca, la sauna... a
quanto pare si, non solo a livello strutturale ma anche di evoluzione (e involuzione)
della società e del suo intrinseco classismo…
Orpo, davvero un sudcoreano negli States ha imbroccato un film? :O
RispondiEliminaBong Joon-ho dev'essere uno tosto, credo sappia quello che vuole:)
EliminaSenz'altro. "Madeo", per me, è un capolavoro, e “Memories of murder” un thriller succulento di come se ne vedono pochi. "The host", però, non mi ha convinto del tutto, e per quanto solido sia mi è sembrato soprattutto un film di "vetrina", per così dire.
Elimina"The host" è una bella avventura, non sapevo niente quando l'ho visto, se è vetrina è trasparente, scintillante, bellissima, si intravede molto di buono all'interno:)
EliminaDi suo, finora ho visto solo "Shaking Tokyo", episodio del progetto collettivo "Tokyo", e merita assai, a mio avviso il migliore dopo "Merde" di Carax! Di questo "Snowpiercer" invece ne leggevo proprio stamane sull'ultimo nocturno, sembra interessante, parecchio vista la trasferta...
RispondiEliminase i film di Joon-ho Bong ti piaceranno la metà di quanto sono piaciuti a me, ti piaceranno un sacco, sicuro:)
EliminaNon direi "negli States" in modo perentorio (come accadde con Park) dato che tutto il processo (soggetto-sceneggiatura-regia-troupe) è coreano.
RispondiEliminaIn realtà non so nemmeno se la produzione principale sia americana, è senz'altro una multiproduzione ma non ho capito chi c'ha buttato dentro più "euri"....
D'accordo su tutta la linea Ismaele.
ho cercato su Imdb, in realtà i produttori non sono Usa, l'inganno è perché il film è in inglese.
RispondiEliminai produttori sono sopratutto coreani, è hanno già recuperato i 40 milioni di euro spesi, nel film coreano più costoso finora.
Ecco infatti, mi pareva.
EliminaMeglio così
mai fidarsi dei si dice:)
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