e però ti tiene attaccato alla poltrona per tutto il tempo, con grandi attori, con Marcello Mastroianni e Peppino De Filippo sopra tutti.
una storia piccola, semplice, niente di epico, ma Sergio Corbucci ne fa una storia che non si dimentica, con tanti pezzi da antologia.
un paio d'ore davvero ben spese, trovatele, e buona visione - Ismaele
QUI il film completo online
Solo
i nomi dovrebbero bastare: Sergio Corbucci, Peppino De Filippo, Renato
Pozzetto, Michel Piccoli, Marcello Mastroianni, Ornella Muti. La scena iniziale
poi, con un fermo immagine dove abbiamo Alfred Hitchcock e Totò insieme, che si
scopre poi essere un manifesto che vaga per la città, ci fa capire fin da
subito la cifra del film (uno spaghetti-thriller fatto a regola d’arte).
Anche
la storia ha la sua parte: un professore di mandolino, costantemente
squattrinato (a causa del padre accanito giocatore d’azzardo) è costretto a
lavorare per le strade di Napoli. Per colpa di un ricatto si trova dentro un
altro ricatto e di lì la storia ha inizio…
…Forse
mai un titolo è stato così vicino a rappresentare concretamente il contenuto di
un film. Qualora non fosse bastato questo, Corbucci inserisce le fotografie di
Hitchcock e Totò sulle quali appaiono i titoli di testa. Proprio dall’unione
dei due simboli, caratteristici di due generi differenti fra loro, il giallo
complicato del maestro inglese e la commedia popolare dell’attore napoletano,
trae la forza questo lavoro. Elementi della commedia italiana (la scena sui
tetti con Raffaele e i due malavitosi) si alternano con quelli del giallo,
senza escludere punte nel poliziesco di matrice hollywoodiana (l’inseguimento
sui tetti che termina dietro la grande insegna luminosa). La figura del vice
commissario Voghera, istupidita ed assonnata (“Andiamo via, il mio istinto
mi dice di lasciare stare” a
due passi da Raffele e dopo averlo perso) in contrapposizione alla figura di
Raffaele, investigatore occasionale, come spesso capita ai protagonisti di
Hitchcock, zoppo come l’assassino, come un cane che cerca di azzannarlo una
volta introdotto nella villa Coen, è l’immagine sdoppiata di uno stesso
dilemma: chi è l’assassino? La figura di Peppino De Filippo invece, che
interpreta il padre di Marcello Mastroianni, è l’elemento di continuità con la
tradizione comica napoletana; per l’attore fu l’ultima apparizione sul grande
schermo. Molto belle le musiche di Riz Ortolani, mentre la sceneggiatura ha il
difetto di compiacersi troppo velocemente di aver raggiunto la soluzione
dell’enigma, scoprendo l’assassino Victor, interpretato da Michel Piccoli, e
facendo sì che nelle parole finali del direttore d’orchestra si sciolgano tutti
i dubbi irrisolti degli omicidi e della sceneggiatura stessa (composta oltre
che dal regista anche da Sabatino Ciuffini, Giuseppe Catalano e Elvio Porta).
Le scenografie povere del film, infine, non rispecchiano l’aria di festività
natalizie nel quale si svolgono i fatti. Godibile, ma senza pretese.
da qui
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