un peccato non vederlo, Zozo è uno dei bambini indimenticabili (non pochi, per fortuna) della storia del cinema - Ismaele
Vari elementi accomunano
il terzo film di Josef Fares all’ultimo lavoro di Radu Mihaileanu, Vai e vivrai, uscito lo scorso anno. Come il regista rumeno,
naturalizzato francese, Fares è un regista ‘migrante’, nato in Libano e
cresciuto nella fredda Svezia dopo essere scappato con la famiglia dai
bombardamenti di Beirut. Dopo una serie di film comici (Jalla!Jalla! e Kops), il giovane
regista libanese approda, come il suo ‘compagno migrante’ Mihaileanu a un film
che tratta dello shock dell’emigrazione forzata, analizzata attraverso piccoli
episodi fortemente biografici dei loro stessi autori. Nel film del regista
rumeno la vicenda trattava, non priva di una certa retorica, la vita di un
bambino eritreo profugo in Israele. In Zozo, presentato in
anteprima italiana al Medfilm festival, cambiano i luoghi (Libano e Svezia), ma
non gli effetti scioccanti e devastanti della nuova vita in un mondo che spesso
non sa accogliere…
What can i say. Joseph Fares has managed to capture on film the
experience of what it meant to be Lebanese and to be in Lebanon during the war.
Away from any and all politicization, away from the savagery and brutality the
film is able to project the "Human" face of what anyone of us would
go through given the circumstances. I left in 1989 as well, but i was one of
the fortunate ones and my family remained safe. What Joseph and Zozo (actor)
were able to produce together was beyond remarkable. Beauty indeed is found in
simplicity, so is power. Carmen Lebbos who plays zozo's mother in this
unfolding story is also able to bring the best of her game and i wouldn't be
surprised if the film is able to capture more than one home run at the Oscars.
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