il film entra nella carne viva dei dilemmi etici e nazionali attraverso la crisi di coscienza di Toni Servillo, sempre grandissimo.
un film forse non perfetto, ma vivissimo, da non perdere - Ismaele
…Un cast
importante e superlativo rende l'operazione ancora piu' memorabile e riuscita,
e situazioni e dialoghi unici come lo strepitoso duetto Servillo/Herlitza sono
gemme preziose che testimoniano che i grandi momenti di cinema possono ancora
trovare anche a casa nostra una magica insperata fiamma di calore che bruci ed
incendi i nostri cuori di spettatori, forse un po' inariditi, ma ancora in
grado di percepire ed apprezzare emozioni vere e sincere.
…Allora: una ragazza pro-life di nome Maria (una
perfetta Alba Rohrwacher) che prega e protesta davanti alla clinica di Udine
perché non venga tolta l’acqua a Eluana. Un ragazzo che sta lì esattamente per
la ragione opposta e sostiene il diritto alla buona (buona?) morte. Il padre di
lei (l’onnipresente Toni Servillo), deputato del centro-destra il quale per
disciplina di partito dovrebbe votare il disegno di legge che si sta varando
per impedire la morte di Eluana, e che ha però ha una crisi di coscienza, non
vuole ottemperare alle direttive del partito perché lui la morte per eutanasia
l’ha praticata alla moglie sofferente (e la figlia pro-life non lo sa). Più
un’attrice (Isabelle Huppert) cha ha lasciato tutto, carriera e lavoro, per
assistere la figlia in coma, esattamente come Eluana, e che non rinuncia alla
speranza e forse spera in un miracolo. Più una tossica (Maya Sansa) finita in
ospedale e assistita da un medico che chissà perché ha preso a cuore la sua
vicenda, e pure lei in semi-coma. Ora, uno dei problemi è che questi diversi
racconti non si incastrano mai alla maniera fluida e coerente, per dire, dei
film di Arriaga-Inarritu, vengono iniziati poi abbandonati poi ripresi senza
mai, così mi pare, un disegno narrativo forte. Almeno due terzi del film sono
occupati dal deputato e dalla figlia, solo dopo e molto tardivamente rientrano
in ballo le altre due storie, come se fossero meno essenziali delle prime (e
difatti così è). Quella con Maya Sansa, a essere franchi, non c’entra niente, è
sconnessa dal resto, e non si capisce perché ci venga raccontata…
…Bellocchio
esamina questi temi con la consueta maestria registica, un gusto sublime nella
costruzione delle inquadrature, supportato dal grande lavoro di Daniele Ciprì alla direzione della fotografia, nell'uso
contrappuntistico della colonna sonora. Ma il merito più grande del film è
quello di aver concentrato il nucleo emozionale del racconto in un finale
commovente come pochi, un epilogo che dà senso all'intera storia, la libera
dalla 'logicità' del fatto, dalla fredda successione temporale. E' un'opera
fortemente politica, Bella
Addormentata, e non solo per l'ironica e feroce accusa
all'intera classe dirigente, ma soprattutto per il modo di Bellocchio di
parlare di etica e libertà di scelta…
…È come se in Bella
addormentata confluissero due delle anime del
regista. Da un lato quella del narratore incalzante e lucido dei fatti come ai
tempi di Sbatti il mostro in prima pagina e
dall'altra quella di un Maestro del cinema in grado di trasfigurare in forma
concretamente astratta e simbolica le tensioni di una vicenda. In questa doppia
anima stanno la forza e la debolezza del film. La debolezza perché una storia
(quella della Divina Madre interpretata da una mimetica Isabelle Huppert)
risulta aderire in modo forse troppo marcato a quel teatro a cui fa
riferimento. Dall'altra invece troviamo delle pagine di cinema allo stato puro
nella scena della sauna o in quella del confronto tra lo psichiatra e il
senatore…
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