in una Roma che non è quella di Sorrentino, in una storia di droga che non è quella di Gomorra, in una Colombia che non è quella di Pablo Escobar, è ambientato il film di Enrico Maria Artale.
è una storia d'amore figlio-madre, dove Julio Cesar (Edoardo Pesce) si fa carico della madre, entrambi sono iperdipendenti, ma non dalla droga.
vivono ancora insieme, di sostengono a vicenda, di mestiere fanno gli spacciatori, il loro rapporto dura oltre la morte (di lei).
Edoardo fa il primo viaggio della sua vita, va in Colombia, per restituire al suo paese le ceneri della madre, che arriva, pare, da un villaggio che si chiama El Paraíso (lo stesso nome della loro barchetta).
e Julio Cesar parte...
un film con una tristezza di fondo, film d'amore e di disperazione, senza effetti speciali, tranne uno, che scoprirete.
visibile in pochissime sale, una caccia al tesoro, insomma.
buona (paradisiaca) visione - Ismaele
Julio Cesar (Edoardo Pesce), vive con la madre tossicodipendente
(Margarita Rosa de Francisco) nella periferia balneare di Roma. Insieme, i due
lavorano per un spacciatore locale, occupandosi di recuperare i muli arrivati
dalla Colombia. La relazione tra i due viene travolta dall’arrivo di Ines
(Maria del Rosario) che spinge Julio a farsi domande sulla sua relazione con la
madre e le sue aspirazioni di vita.
El Paraiso ci fa navigare tra le correnti della relazione umana più
primitiva, il legame tra mamma e figlio, offrendo una finestra su un mondo dove
questo legame diventa tossico: tossico in quanto marcato dall’abuso di
sostanze, ma anche tossico nell'incapacità di un figlio a mollare ed
emanciparsi dalla madre.
D’altronde, l’involuzione della relazione con la madre lancia Julio
in un percorso di ricerca delle proprie origini, che lo porta a viaggiare e
scoprire nuove facette della sua persona, rendendo il personaggio ancora più
identificabile per il pubblico.
Insomma, un racconto potente di relazioni umani tra madre e figlio,
un'intensità leggera che coinvolge ognuno di noi a tratti. Una performance
stellare di Edoardo Pesce complimentata da una bella alchimia con Margarita
Rosa de Francisco. Il tutto implementato da una cinematografia colorata,
visivamente molto piacevole e da una musica trascendente che ci trasporta
nell’atmosfera calda dei bar salsa di Cali.
…A conti fatti, per il coraggio e l’intelligenza
della proposta, El Paraíso meritava senza dubbio di
uscire in sala, certo non a nove (nove) mesi dal passaggio con premi a Venezia
2023. Il premio serve, per la visibilità e per lanciare (o consolidare) una
carriera; vanificarne i benefici, non è il massimo. Con il massimo rispetto per
le strategie produttive e distributive – perché c’è chi fa il cinema e chi ne
scrive e basta e bisogna conoscere la differenza – e con l’augurio che il tour
promozionale in sala di regista e cast aiuti il film a trovare il suo pubblico
– si dice così – El Paraíso meritava una possibilità
diversa. Spetta alle sale smentire la fosca previsione.
…El
Paraiso è un film pregno di sentimento sofferto e la musica e il completamento
naturale della messa in scena, da potenza e fisicità alle immagini. El Paraiso
è il nome di una piccola imbarcazione, che madre e figlio usano per le loro
scorribande marine. Un film non solo tragico, ma anche molto intimo e
teneramente delicato, un ritmo lento, ma funzionale alla storia. Comincia con
un ballo e finisce con un altro ballo in capo al mondo a Cali in Colombia.
Questo è un piccolo grande film poetico ed alla fine un caloroso applauso
spontaneo della sala sancisce il successo popolare della pellicola, ottimo
cinema che magicamente unisce dei perfetti sconosciuti nel giusto tributo al
film, ai magnifici interpreti ed alla regia. Interpreti e personaggi Edoardo
Pesce: Julio Cesar Margarita Rosa de Francisco: madre di Julio Cesar Maria Del
Rosario Barreto Escobar: Ines Gabriel Montesi: Lucio.
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