sabato 15 giugno 2024

Affliction – Paul Schrader

come dice il titolo è film di "afflitti", infelici, addolorati.

Wade (uno straordinario Nick Nolte) è un padre infelice, un figlio infelice, un lavoratore infelice, come tutti in quel posto infelice.

chi si salva è il fratello Rolfe (Willem Dafoe), che è fuggito in un posto meno tossico.

un film che non fa ridere, un capolavoro da non perdere.

buona (afflitta) visione - Ismaele

 


QUI il film completo, in italiano 


 

 

…Paul Schrader è un demiurgo che non nasconde il proprio risentimento per un'umanità sconfitta e senza cuore. Wade è uomo piccino, sacrificabile, che nelle mani del dio vendicatore può fungere da monito e restituirgli  figli dediti all'alcool, alla droga, alle liti e alla sterile e un po' arcaica osservanza dei dogmi di una religione vuota.

Mascherato dal giallo di un'indagine poliziesca a cui Wade partecipa senza diritto ma con gran passione, il colore di "Affliction" è il bianco di una società che non ha nulla del candore dell'Eden, un bianco macchiato dal fumo acre di un falò purificatore, dal sangue degli omicidi e dal colore della pazzia se quest'ultima ne avesse effettivamente uno.

Paul Schrader, cinquantunenne e combattivo, non ha ancora perdonato i suoi simili e non concede loro alternativa alla perdita, alla solitudine, al rimorso. L'umanità in fondo non se lo merita e la vecchiaia, che attenua il dolore e la rabbia, è ancora abbastanza lontana perché il grande autore conceda, finalmente, ai suoi uomini l'assoluzione dalle colpe.

da qui

 

Affliction è il capolavoro di Paul Schrader. Uno dei film più belli e importanti non solo nella carriera di questo grande autore, ma anche nell’intero ambito cinematografico americano degli anni Novanta. Schrader adatta il romanzo “Tempesta” di Russell Banks, e caratterizza alla perfezione l’ennesimo personaggio maschile della sua filmografia. Wade Whitehouse (Nolte) è lo sceriffo di una piccola comunità, divorziato e con una figlia piccola che non lo ama. Disilluso, stanco e tormentato da un padre (Coburn) violento e alcolizzato che continua a vessarlo come faceva quando era piccolo. Quando un sindacalista rimane accidentalmente ucciso durante una battuta di caccia, Wade, su suggerimento del fratello Rolfe (Dafoe, narratore della storia) comincia a credere che non si tratti di un incidente ma di un omicidio, ma le cose andranno male. Affliction è quasi una tragedia greca con elementi da thriller, un film dove gli eventi si susseguono implacabili verso una spirale di autodistruzione che appare inevitabile. Il bianco candido della neve del New Hampshire, sempre costante, fa da contraltare ad una storia cupa e senza speranza. Tra tutti i personaggi di Schrader, Wade è il più tragico di tutti. Perché a differenza degli altri, per lui non ci sarà redenzione, non ci sarà salvezza. L’interpretazione di Nick Nolte è monumentale, ai limiti del sovrumano, in un ruolo di dolente sofferenza. Gli fa da spalla un altrettanto strepitoso James Coburn (giustamente premiato con l’Oscar) nella parte del vecchio e patriarcale genitore. Grandissimo film, senza se e senza ma.

da qui

 

…En Días de Furia el suceso potencialmente criminal termina en un segundo plano ante el desarrollo de personajes y sobre todo la relación del protagonista con su padre alcohólico y tiránico, Glen (James Coburn), una persona con nula sensibilidad afectiva que golpeaba a sus hijos y su esposa, Sally (Joanna Noyes), a la cual Wade encuentra muerta de hipotermia ya que el marido no hizo reparar la caldera del hogar de este matrimonio de ancianos. Si en pantalla la crueldad se nos aparece como una enfermedad del vínculo cercano pero distante, siempre proclive a sabotear los pocos chispazos de felicidad, la familiaridad bucólica toma la forma de un sinónimo de abusos, arbitrariedades, impunidad, claustrofobia, vigilancia, sadismo, codicia, desconfianza, arcanos, compulsiones y una más que evidente locura que suele barrerse debajo de la alfombra y en otras ocasiones se exhibe a la vista de todos sin que haya mayores consecuencias al respecto, naturalización grotesca mediante. Utilizando el blanco y negro para las especulaciones detectivescas del oficial de policía truncado, el video granulado símil Super-8 para los flashbacks en torno a la niñez pesadillesca de los hermanos Whitehouse y el color tradicional para la pesquisa en el presente y el drama de la convivencia de Wade consigo mismo, por un lado, y con Margie y Glen, por el otro lado, Schrader obtiene actuaciones magníficas de Nolte y Coburn, dos bestias sagradas del cine norteamericano, y juega a sus anchas con dos de sus latiguillos temáticos preferidos, esa automutilación representada en el calvario de la muela, pieza dental que el esbirro de la ley termina sacándose con una pinza, y el deseo irrevocable en pos de reconstruir su identidad mancillada desde la parentela, por ello lucha por obtener la custodia de su hija y le propone casamiento a Fogg en plan de darle una “segunda oportunidad” al amor bajo un régimen de coexistencia. La propuesta, ubicada entre el neo film noir y la tragedia griega, es una de las más amargas del cineasta porque priva de refugio a nuestro adalid de las causas perdidas…

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