come dice il titolo è film di "afflitti", infelici, addolorati.
Wade (uno straordinario Nick Nolte) è un padre infelice, un figlio infelice, un lavoratore infelice, come tutti in quel posto infelice.
chi si salva è il fratello Rolfe (Willem Dafoe), che è fuggito in un posto meno tossico.
un film che non fa ridere, un capolavoro da non perdere.
buona (afflitta) visione - Ismaele
QUI il film completo, in italiano
…Paul Schrader è un demiurgo che non nasconde il proprio risentimento
per un'umanità sconfitta e senza cuore. Wade è uomo piccino, sacrificabile, che
nelle mani del dio vendicatore può fungere da monito e restituirgli figli
dediti all'alcool, alla droga, alle liti e alla sterile e un po' arcaica
osservanza dei dogmi di una religione vuota.
Mascherato dal giallo di un'indagine poliziesca a cui Wade partecipa
senza diritto ma con gran passione, il colore di "Affliction" è il
bianco di una società che non ha nulla del candore dell'Eden, un bianco
macchiato dal fumo acre di un falò purificatore, dal sangue degli omicidi e dal
colore della pazzia se quest'ultima ne avesse effettivamente uno.
Paul Schrader, cinquantunenne e combattivo, non ha ancora perdonato i
suoi simili e non concede loro alternativa alla perdita, alla solitudine, al
rimorso. L'umanità in fondo non se lo merita e la vecchiaia, che attenua il
dolore e la rabbia, è ancora abbastanza lontana perché il grande autore
conceda, finalmente, ai suoi uomini l'assoluzione dalle colpe.
Affliction è il capolavoro
di Paul Schrader. Uno dei film più belli e importanti non solo nella carriera
di questo grande autore, ma anche nell’intero ambito cinematografico americano
degli anni Novanta. Schrader adatta il romanzo “Tempesta” di Russell Banks, e
caratterizza alla perfezione l’ennesimo personaggio maschile della sua
filmografia. Wade Whitehouse (Nolte) è lo sceriffo di una piccola comunità,
divorziato e con una figlia piccola che non lo ama. Disilluso, stanco e
tormentato da un padre (Coburn) violento e alcolizzato che continua a vessarlo
come faceva quando era piccolo. Quando un sindacalista rimane accidentalmente
ucciso durante una battuta di caccia, Wade, su suggerimento del fratello Rolfe
(Dafoe, narratore della storia) comincia a credere che non si tratti di un
incidente ma di un omicidio, ma le cose andranno male. Affliction è quasi una tragedia greca con elementi
da thriller, un film dove gli eventi si susseguono implacabili verso una
spirale di autodistruzione che appare inevitabile. Il bianco candido della neve
del New Hampshire, sempre costante, fa da contraltare ad una storia cupa e
senza speranza. Tra tutti i personaggi di Schrader, Wade è il più tragico di
tutti. Perché a differenza degli altri, per lui non ci sarà redenzione, non ci
sarà salvezza. L’interpretazione di Nick Nolte è monumentale, ai limiti del
sovrumano, in un ruolo di dolente sofferenza. Gli fa da spalla un altrettanto
strepitoso James Coburn (giustamente premiato con l’Oscar) nella parte del
vecchio e patriarcale genitore. Grandissimo film, senza se e senza ma.
…En Días
de Furia el suceso potencialmente criminal termina en un segundo
plano ante el desarrollo de personajes y sobre todo la relación del
protagonista con su padre alcohólico y tiránico, Glen (James Coburn), una
persona con nula sensibilidad afectiva que golpeaba a sus hijos y su esposa,
Sally (Joanna Noyes), a la cual Wade encuentra muerta de hipotermia ya que el
marido no hizo reparar la caldera del hogar de este matrimonio de ancianos. Si
en pantalla la crueldad se nos aparece como una enfermedad del vínculo cercano
pero distante, siempre proclive a sabotear los pocos chispazos de felicidad, la
familiaridad bucólica toma la forma de un sinónimo de abusos, arbitrariedades,
impunidad, claustrofobia, vigilancia, sadismo, codicia, desconfianza, arcanos,
compulsiones y una más que evidente locura que suele barrerse debajo de la
alfombra y en otras ocasiones se exhibe a la vista de todos sin que haya
mayores consecuencias al respecto, naturalización grotesca mediante. Utilizando
el blanco y negro para las especulaciones detectivescas del oficial de policía
truncado, el video granulado símil Super-8 para los flashbacks en torno a la
niñez pesadillesca de los hermanos Whitehouse y el color tradicional para la
pesquisa en el presente y el drama de la convivencia de Wade consigo mismo, por
un lado, y con Margie y Glen, por el otro lado, Schrader obtiene actuaciones
magníficas de Nolte y Coburn, dos bestias sagradas del cine norteamericano, y
juega a sus anchas con dos de sus latiguillos temáticos preferidos, esa
automutilación representada en el calvario de la muela, pieza dental que el
esbirro de la ley termina sacándose con una pinza, y el deseo irrevocable en
pos de reconstruir su identidad mancillada desde la parentela, por ello lucha
por obtener la custodia de su hija y le propone casamiento a Fogg en plan de
darle una “segunda oportunidad” al amor bajo un régimen de coexistencia. La
propuesta, ubicada entre el neo film noir y la tragedia griega, es una de las
más amargas del cineasta porque priva de refugio a nuestro adalid de las causas
perdidas…
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