lunedì 17 giugno 2024

Anna - Marco Amenta

Una storia comune, all'assalto della terra e della vita ci sono i soliti estrattivisti/(nuovi) colonialisti, rubano tutto quello che si può rubare, le leggi spesso le scrivono loro, di sicuro non vengono scritte contro di loro.

Loro sono le mafie e i fondi che investono miliardi di miliardi, con un solo obiettivo, il tasso di profitto, a qualunque costo.

E poi ci sono gli espropriati, soli, abbandonati, che cercano di resistere, a volte finiscono ammazzati, sopratutto a sud degli Usa, da noi ci sono i soldi, e i sicari del Capitale.

Anna è una donna che resiste, con tutte le difficoltà da affrontare, perché donna e perché sola.

La ragnatela che la deve umiliare ed espropriare sta per chiudersi, ma Anna non ci sta, un piccolo avvocato prova ad aiutarla.

il film non è perfetto, come tanti, ma riesce a farsi ricordare e a farci solidarizzare con Anna.

il film è solo in una ventina di sale, se le trovate :(

buona (resistente) visione - Ismaele


ps: 1 - questi mesi in Sardegna c'è l'assalto delle pale eoliche, una storia di rapina e distruzione di suolo e paesaggio. Dietro ci sono le mafie e i fondi che investono miliardi di miliardi, con un solo obiettivo, il tasso di profitto, a qualunque costo.

2 - qualche mese fa As bestas, un grande film spagnolo, raccontava una storia non troppo diversa, sui rapporti in una comunità dopo che intervengono i soliti estrattivisti/(nuovi) colonialisti.


 

 

È un film drammatico dal respiro ampio di utopia, questo Anna, che incanta, conquista e convince, facendosi perdonare picchi di eccessivo pathos (su tutte, la rabbia legittima della protagonista esplode in troppe scene madri, più misura avrebbe giovato). Una storia di resistenza contro il potere, insieme capitalistico e maschilista, che solo una donna è in grado di combattere.

La performance di Rose Aste, scelta dopo numerosi provini, è generosa e la regia è ben attenta a riprenderne ed esaltarne la bellezza della vita che si è scelta, a stretto contatto con la sua terra, il suo mare e i suoi animali. Un contatto simbiotico, ancestrale, che nessuna multinazionale potrebbe mai comprare.

Funziona la scelta di mantenere il dialetto sardo nella prevalenza dei dialoghi, per dare un'ulteriore spessore di autenticità al racconto. Racconto scritto dallo stesso regista, insieme ad Anna Mittone e Niccolò Stazzi, che si fa al contempo denuncia implicita dell'industrializzazione pesante, dell'allodola del turismo di lusso come ricatto occupazionale, del capitalismo spregiudicato che compra l'anima dei luoghi e spesso di chi vi abita da sempre…

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in quella presa di posizione, resa da Amenta nella forme di una battaglia postmoderna degna dei biblici Davide e Golia, intrisa di poesia e dolore nelle sue immagini ruvide, senza filtri, stringenti e camera a mano, non c’è solo il controllo della terra, la dicotomia tradizione-innovazione e la modernità che avanza contro il tempo che si ferma, c’è il difendere i propri ideali, il lottare per ciò per cui si crede al prezzo (caro) di sangue, sudore e urla, lo spingersi fino al limite ultimo umano e possibile e il non lasciare che in nessun modo alcuno, la propria anima possa essere sporcata – corrotta – dall’agire cieco e vile.

Ma soprattutto c’è la storia e con essa il rispetto di vincoli figli di un altro tempo storico, fatti solo di onore, fotografie e strette di mano. Un’opera, Anna, che come solo il grande cinema sa fare, trasla il particolare della propria, piccola, narrazione, all’universalità della vita e del mondo, scaldando il cuore degli spettatori. Una lezione di vita, un monito per tempi altri: un’esperienza cinematografica da non perdere!

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L'intrigue s'inscrit à la croisée des chemins entre une mise en scène néoréaliste à saisir les enjeux sociopolitiques contemporains et la force combative d'une femme seule contre une organisation mondiale néocoloniale délétère, entre le cinéma de Roberto Rossellini et celui de Ken Loach. Si l'intrigue n'a rien de révolutionnaire et l'on devine très vite le dénouement attendu, la singularité du film repose sur la singularité du personnage féminin aussi rude que sauvage pour affirmer une énergie qui repousse l'étiquette de la femme victime. L'actrice Rose Aste dans l'un de ses premiers rôles conséquents dans un film au cinéma est particulièrement convaincante à partager les enjeux de ses luttes sans jamais pour autant tomber dans les facilités psychologiques…

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In Anna, la fascinazione nei confronti della protagonista è totalizzante. Rose Aste è costantemente al centro della scena. L'obiettivo le si incolla addosso e la segue mentre, scatenata e sensuale, balla in discoteca, si apparta con uno sconosciuto o governa le sue capre. Tra grida rabbiose e ostinati silenzi, il ritratto di una donna fuori dai canoni, in lotta per affermare se stessa contro tutto e tutti, ha la meglio sugli altri ingredienti. Di conseguenza, il film è costruito a sua immagine e somiglianza, con una fotografia chiaroscurale e una macchina da presa che si muove costantemente nel tentativo di catturare ogni frammento del suo oggetto del desiderio attraverso lunghi e scarmigliati piani sequenza. L'assenza di colonna sonora extradiegetica ribadisce il tentativo di creare un ritratto in purezza, liberandosi di orpelli e costrutti per arrivare a sbirciare l'anima di Anna. Il tutto anche a costo di sacrificare la sceneggiatura mettendone in luce, a tratti, i limiti.

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