il film racconta la storia con gli occhi di Sol, il suo babbo malato, che vive con la famiglia d'origine, è ormai alla fine, tutti arrivano per il suo compleanno, l'ultimo.
Sol vuole abbracciarlo, stare con lui, dargli un regalino, stare con lui.
riesce a stare con lui solo pochi minuti, tutto il tempo del babbo è per prepararsi, con l'aiuto della badante.
tutti vogliono dargli uno sguardo, un abbraccio, una parola, per Sol c'è poco tempo, purtroppo.
il padre di Sol, Tona, un giovane pittore molto amato, riesce, con difficoltà a uscire in giardino, è una festa, anche il vecchio padre, con difficoltà di parola, gli fa un regalo, un bel bonsai.
si capisce che Tona e Sol si sono voluti molto bene, loro lo sanno.
non perdetevi un piccolo film d'amore, a cui volere bene, miracolosamente al cinema, però solo in una decina di sale in tutta Italia.
buona indimenticabile visione della festa di compleanno di Tona - Ismaele
ps: nel 1932 Sergei Eisenstein gira ¡Qué Viva México!, che mostra il particolare rapporto dei messicani con la Morte (qui il film)
…Opera seconda dalle messicana Lila Avilés, Tótem è
un affresco corale in tono di commedia ma a sfondo drammatico che inquadra
nell'immersivo formato 4/3 una giornata speciale di una famiglia estesa. Grazie
all'adozione del punto di vista della piccola protagonista Sol (la magnifica
esordiente Naima Senties), il film adotta l'approccio innocente alle
complessità della vita che, filtrata dallo sguardo infantile, ritorna alla sua
dimensione giocosa, caoticamente vibrante e straordinariamente magica.
L'ingresso in tale dimensione di leggerezza (ma non superficiale) è
praticamente immediato, ed è sancito dal momento in cui la bimba varca la
soglia della grande casa di famiglia indossando una voluminosa parrucca
colorata e un naso rosso da pagliaccio. La mamma la spinge tra le braccia delle
zie salutandola frettolosamente prima di tornare al lavoro: quel gesto
corrisponde all'invito della 41enne regista di Città del Messico a farsi
travolgere dal suo cinema luminoso, coloratissimo ed esplosivo, edificato su
movimenti di macchina frenetici e fluidi piani sequenza che penetrano in ogni angolo
della messa in scena, il tutto a misura di bambina…
…Lo sguardo di Sol – o “Solecito“,
come lo chiamano le zie – esprime tutto. In mezzo al caos familiare, alla
paura, al nervosismo, all’impotenza e persino a una festa imminente, gli occhi
della bambina rivelano la gigantesca tristezza che circonda e ingloba tutto. A
sette anni sembra sapere di più, negare di meno e supporre in maniera più
convinta che a suo padre, Tona, resta poco tempo da
vivere e che non c’è motivo di festeggiare, per quanto dietro ai festeggiamenti
del suo compleanno ci siano delle buonissime intenzioni. Vuole solo vedere suo
padre, stare con lui, abbracciarlo, parlare degli animaletti che ama e dei
quadri che lui realizza; approfittare di quelli che intuisce essere pochi
momenti condivisi tra loro, quei minuti rubati al tempo che rimarranno impressi
nella sua memoria per il resto della vita.
Sebbene lo sguardo di Sol in Tótem
– Il mio sole sia anche quello della regista, Avilés non
giudica gli atteggiamenti degli altri personaggi: ognuno affronta o meno la
situazione con le risorse che ha o che gli mancano. E se Sol può
provare distanza e persino una certa incomprensione nei confronti di ciò che
vede intorno a sé, la cinepresa sa che alla fine sono tutti lì con lo stesso
obiettivo e scopo: abbracciare Tona, festeggiarlo,
sostenerlo, stare con lui e ringraziarlo per le esperienze che hanno condiviso.
È questa nobiltà e generosità di spirito che nutre questo sorprendente film. Si
affronta la morte come si può, non sempre come si vuole: Avilés lo capisce e lo
trasmette perfettamente.
…TOTEM IL MIO SOLE (TÓTEM) è un commovente film corale, dove il microcosmo
familiare è raccontato attraverso gli occhi di Sol, una bambina di sette anni,
durante un giorno speciale di festa per celebrare il compleanno del padre
pittore malato. La storia è un inno alla vita, all’amore, alla bellezza della natura e dell’arte, che con sincerità ed
emozione affronta il tema della morte e allo stesso tempo celebra la vita. Sol
infatti comprenderà l’essenza del lasciar andare e, proprio come accade
nella cultura messicana, al tempo stesso imparerà a cogliere il respiro della
vita e a viverne ogni sfumatura.
…La historia mantiene el
interés, sin llegar a aburrir, y va creciendo con el paso de los minutos, hasta
llegar a ese gran tercio final.
El otro aspecto positivo es el de la dirección, en donde Lila Avilés
demuestra tener un gran talento a la hora de presentarnos cada una de las
escenas, sabiendo mezclar muy bien esos planos fijos con unos en movimiento, y
lo hace sin necesidad de excederse. Todo este talento de Avilés ya estaba
presente en "La camarista", pero el problema en ese otro caso es que
no estaba acompañado de un buen guion.
Una película fácil de recomendar, más que otras del cine latino actual, porque
no tiene un ritmo pausado, con una historia sencilla con buenos momentos
dramáticos y algunos momentos divertidos.
La trama di questo film mi incuriosisce, probabilmente lo guarderò anche perché certe tematiche mi stanno molto a cuore :)
RispondiEliminaalla fine ci arriveremo tutti, il come è importante...
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