venerdì 15 marzo 2024

Totem - Il mio Sole - Lila Avilés

il film racconta la storia con gli occhi di Sol, il suo babbo malato, che vive con la famiglia d'origine, è ormai alla fine, tutti arrivano per il suo compleanno, l'ultimo.

Sol vuole abbracciarlo, stare con lui, dargli un regalino, stare con lui.

riesce a stare con lui solo pochi minuti, tutto il tempo del babbo è per prepararsi, con l'aiuto della badante.

tutti vogliono dargli uno sguardo, un abbraccio, una parola, per Sol c'è poco tempo, purtroppo. 

il padre di Sol, Tona, un giovane pittore molto amato, riesce, con difficoltà a uscire in giardino, è una festa, anche il vecchio padre, con difficoltà di parola, gli fa un regalo, un bel bonsai. 

si capisce che Tona e Sol si sono voluti molto bene, loro lo sanno.

non perdetevi un piccolo film d'amore, a cui volere bene, miracolosamente al cinema, però solo in una decina di sale in tutta Italia.

buona indimenticabile visione della festa di compleanno di Tona - Ismaele



ps: nel 1932 Sergei Eisenstein gira ¡Qué Viva México!, che mostra il particolare rapporto dei messicani con la Morte (qui il film)

 


 

Opera seconda dalle messicana Lila Avilés, Tótem è un affresco corale in tono di commedia ma a sfondo drammatico che inquadra nell'immersivo formato 4/3 una giornata speciale di una famiglia estesa. Grazie all'adozione del punto di vista della piccola protagonista Sol (la magnifica esordiente Naima Senties), il film adotta l'approccio innocente alle complessità della vita che, filtrata dallo sguardo infantile, ritorna alla sua dimensione giocosa, caoticamente vibrante e straordinariamente magica.
L'ingresso in tale dimensione di leggerezza (ma non superficiale) è praticamente immediato, ed è sancito dal momento in cui la bimba varca la soglia della grande casa di famiglia indossando una voluminosa parrucca colorata e un naso rosso da pagliaccio. La mamma la spinge tra le braccia delle zie salutandola frettolosamente prima di tornare al lavoro: quel gesto corrisponde all'invito della 41enne regista di Città del Messico a farsi travolgere dal suo cinema luminoso, coloratissimo ed esplosivo, edificato su movimenti di macchina frenetici e fluidi piani sequenza che penetrano in ogni angolo della messa in scena, il tutto a misura di bambina…

da qui

 

Lo sguardo di Sol – o “Solecito“, come lo chiamano le zie – esprime tutto. In mezzo al caos familiare, alla paura, al nervosismo, all’impotenza e persino a una festa imminente, gli occhi della bambina rivelano la gigantesca tristezza che circonda e ingloba tutto. A sette anni sembra sapere di più, negare di meno e supporre in maniera più convinta che a suo padre, Tona, resta poco tempo da vivere e che non c’è motivo di festeggiare, per quanto dietro ai festeggiamenti del suo compleanno ci siano delle buonissime intenzioni. Vuole solo vedere suo padre, stare con lui, abbracciarlo, parlare degli animaletti che ama e dei quadri che lui realizza; approfittare di quelli che intuisce essere pochi momenti condivisi tra loro, quei minuti rubati al tempo che rimarranno impressi nella sua memoria per il resto della vita.

Sebbene lo sguardo di Sol in Tótem – Il mio sole sia anche quello della regista, Avilés non giudica gli atteggiamenti degli altri personaggi: ognuno affronta o meno la situazione con le risorse che ha o che gli mancano. E se Sol può provare distanza e persino una certa incomprensione nei confronti di ciò che vede intorno a sé, la cinepresa sa che alla fine sono tutti lì con lo stesso obiettivo e scopo: abbracciare Tona, festeggiarlo, sostenerlo, stare con lui e ringraziarlo per le esperienze che hanno condiviso. È questa nobiltà e generosità di spirito che nutre questo sorprendente film. Si affronta la morte come si può, non sempre come si vuole: Avilés lo capisce e lo trasmette perfettamente.

da qui

 

TOTEM IL MIO SOLE (TÓTEM) è un commovente film corale, dove il microcosmo familiare è raccontato attraverso gli occhi di Sol, una bambina di sette anni, durante un giorno speciale di festa per celebrare il compleanno del padre pittore malato. La storia è un inno alla vita, all’amore, alla bellezza della natura e dell’arte, che con sincerità ed emozione affronta il tema della morte e allo stesso tempo celebra la vita. Sol infatti comprenderà l’essenza del lasciar andare e, proprio come accade nella cultura messicana, al tempo stesso imparerà a cogliere il respiro della vita e a viverne ogni sfumatura.

da qui

 

La historia mantiene el interés, sin llegar a aburrir, y va creciendo con el paso de los minutos, hasta llegar a ese gran tercio final.

El otro aspecto positivo es el de la dirección, en donde Lila Avilés demuestra tener un gran talento a la hora de presentarnos cada una de las escenas, sabiendo mezclar muy bien esos planos fijos con unos en movimiento, y lo hace sin necesidad de excederse. Todo este talento de Avilés ya estaba presente en "La camarista", pero el problema en ese otro caso es que no estaba acompañado de un buen guion.
Una película fácil de recomendar, más que otras del cine latino actual, porque no tiene un ritmo pausado, con una historia sencilla con buenos momentos dramáticos y algunos momentos divertidos.

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2 commenti:

  1. La trama di questo film mi incuriosisce, probabilmente lo guarderò anche perché certe tematiche mi stanno molto a cuore :)

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    1. alla fine ci arriveremo tutti, il come è importante...

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