Daniel ha molti problemi, nel lavoro, è un poliziotto, è stato sospeso per aver picchiato una recluta, qualcuno ha filmato tutto e l'ha messo in rete.
in famiglia si occupa del padre ormai demente, che non può fare a meno di lui (meno male che per ogni emergenza c'è una sorella).
il rifugio e il segreto di Daniel è un rapporto solo online con Sara, che vive a giorni di distanza.
quando Sara sparisce, non risponde più ai suoi messaggi, dal sud Daniel si sposta verso il nord, per cercare il suo amore.
con difficoltà riesce a trovarla e sono sorprese una dopo l'altra, in una sceneggiatura che non ti fa annoiare mai.
un piccolo grande film d'amore (e molte altre cose).
buona (sorprendente) visione - Ismaele
(recensione di Luca Baroncini)
Un po’ road-movie, storia d’amore, film di denuncia, anche
politico considerando la tematica LGBT nel Brasile guidato dall’allora
presidente Bolsonaro, “Deserto particular” è però principalmente un percorso di
formazione, soprattutto di liberazione, dei suoi protagonisti Daniel e Sara.
Lui è un agente di polizia sospeso per violenza privata, con un
padre ammalato da accudire e una sorella con cui dividere le incombenze del
quotidiano. Lei è in cerca di un’identità in un contesto sociale tutt’altro che
complice. I due non si conoscono, vivono ai lati opposti del Brasile, sono
entrati in contatto attraverso una app di incontri ed è nata un’intesa. Daniel,
introverso e inquieto, pensa di avere trovato in Sara il grande amore della sua
vita, ma sono tante le cose che non conosce e non pare ancora in grado di
capire e accettare, anche di se stesso. Quando lei smette di rispondergli, lui
abbandona tutto e parte per cercarla, mollando ogni responsabilità per quella
che diventerà una vera e propria ossessione.
Sarà un viaggio di progressive scoperte e nuove consapevolezze,
dove sentimenti e pulsioni usciranno allo scoperto creando prima conflitto, poi
pacificazione. Il centro del racconto non è mai una tesi da esporre, un
messaggio da veicolare, ma consentire ai due protagonisti di trovare la loro
verità, con una parte conclusiva molto struggente in cui il lieto fine prende
pieghe inaspettate, poco compiacenti nei confronti delle presunte aspettative
del pubblico. Verrebbe voglia di sapere cosa succederà dopo ai due protagonisti,
se la vita li ripagherà della stessa tenerezza che si sono concessi, ma
l’obiettivo della sceneggiatura era dargli la possibilità di concedersi un
futuro, dipende quindi da noi e dalla nostra sensibilità ipotizzare ciò che
accadrà.
È anche questo il bello di un cinema che non vuole spiegare
niente, solo raccontare una bella storia, stimolare il confronto e dare ordine
al nostro sentire.
…Muritiba
li segue entrambi con i loro cedimenti, con i loro timori e anche, soprattutto
per Daniel, con la necessità di confrontarsi con una scelta fondamentale. La
camera lo accompagna nelle variazioni dei sentimenti senza mai indulgere in
preziosismi fini a se stessi e senza (ed è un pregio) mai sovrapporsi ai
personaggi. Ai quali viene lasciata per intero un'umanità anche contraddittoria
ma proprio per questo veritiera e possibile.
Il deserto privato di un titolo che compare molto avanti nel film è quello di
una società in cui il presidente si fa fotografare armato ma che comunque non
rinuncia all'ipocrisia del perbenismo in una molteplicità di campi. Senza
assumere i toni della denuncia il film invita a riflettere in modo non
superficiale.
… Dopo aver
attraversato il Brasile per raggiungere l’oggetto del desiderio, Daniel si deve scontrare con il fatto di trovarsi davanti a
un soggetto, che, in quanto tale, è imprevisto quanto
imprevedibile, mutevole quanto familiare nel suo essere intriso d’amore. Aly
Muritiba, parlando del personaggio di Sara e descrivendolo come un personaggio
dall’identità tanto salda (nonostante il continuo assedio che subisce) quanto
aperta al cambiamento, esplica il cuore di Deserto Particular: “Questa energia della trasformazione e dell’avventura, questa energia
dell’amore finisce per contagiare l’altro, incapace di cambiare ma che cambia
prospettiva quando viene in contatto con l’altro che vive lontano. Quello che
vorrei suggerire è che è possibile aprirsi all’altro, se lo si ascolta e lo si
guarda in faccia“.
Interessante, lo terrò in considerazione per una futura visione :)
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