venerdì 8 marzo 2024

La terra dei figli - Claudio Cupellini

tratta da un fumetto di Gipi, è una storia in futuro drammatico, dopo una tragedia che ha distrutto quasi tutta l'umanità.

restano pochi ancora vivi, e per la sopravvivenza si deve combattere tutti i giorni, senza troppi rimpianti, né crisi di coscienza.

un ragazzo cerca di trovare la sua strada, in un mondo difficile, quasi impossibile.

non c'è niente da ridere, in questo film bello e terribile.

buona (futuristica) visione - Ismaele

 

 

QUI il film completo, su Raiplay


 

 

Proprio il tema della memoria è centrale, all’interno del film, e viene trattato in maniera ambivalente: da un lato c’è un padre che si sforza di non contagiare con la nostalgia il figlio adolescente, ma contemporaneamente ne disciplina la natura selvaggia attraverso una sorta di codice che, comunque la si veda, proviene dal passato. Dall’altra, invece, c’è il ragazzo, che privato di ogni affetto (paradossalmente, per un eccesso di affetto) desidera a tutti i costi conoscere il proprio retaggio.

A questo processo dove l’importanza dell'educazione convive con la negazione della stessa si accodano progressivamente altri temi, tipo l’inevitabile rito di passaggio o l’importanza delle storie e della loro divulgazione; tutti già presenti nell’opera di riferimento dalla quale il regista non si discosta in maniera radicale, salvo in alcuni casi: penso alla lingua post apocalittica e incasinata, efficace a livello grafico ma probabilmente meno una volta passata in bocca agli attori, e di conseguenza ridimensionata. Ma soprattutto alla scelta di puntare su un unico protagonista anziché sulla coppia di fratelli, che oltre a esaltare il tema del viaggio iniziatico ribadisce la già citata rifondazione prospettica.

Nel complesso, insomma, la reinterpretazione di Cupellini modifica gli equilibri tra i temi, piuttosto che i temi stessi, permettendo al film di emanciparsi dalla fonte senza tradirla…

da qui

 

Lo scenario e' quello della fine della civilta' dove un padre (Pierobon) e suo figlio (La Vallee, giovane rapper) ragazzino giovane vivono (tra in pochi ancora in vita) tra palafitte  e luoghi sfatti in riva a un lago.Tra fame e sopravvivenza ai limiti dell'umano i pochi incontri sono sempre violenti e pericolosi ,solo un quaderno sara' quello che accompagnera' il ragazzo fino alla fine.Tratto dai racconti di Gipi (di cui non ho letto niente) mi portano a giudicare unicamente la versione cinematografica con uno scenario predominante tra il plumbeo e il lugubre per tutto il film,scarsi i momenti di luce,ma sicuramente un fantasy distopico che accontentano i cinefili (come me) attratti da un lavoro (firmato Cupellini) che raramente appare nelle nostre sale,piu' facile trovarlo in produzioni estere ,quasi un ritorno al film di "genere" di anni fa e di cui ne sento la mancanza.Comunque il rapporto padre-figlio assai complesso ,ci insegue per quasi tutta l'opera tra memorie e ricordi mai svelati fino in fondo.Camei anche per Valeria Golino e Valerio Mastrandrea irriconoscibili e la brava Maria Roveran alle prese con un nudo per niente gratificante.Consigliato,questo si,ma non per tutti....anche se opere cosi' ben difficilmente si producono qua da noi....

da qui

 

  


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