tratta da un fumetto di Gipi, è una storia in futuro drammatico, dopo una tragedia che ha distrutto quasi tutta l'umanità.
restano pochi ancora vivi, e per la sopravvivenza si deve combattere tutti i giorni, senza troppi rimpianti, né crisi di coscienza.
un ragazzo cerca di trovare la sua strada, in un mondo difficile, quasi impossibile.
non c'è niente da ridere, in questo film bello e terribile.
buona (futuristica) visione - Ismaele
QUI il film completo, su Raiplay
…Proprio
il tema della memoria è centrale, all’interno del film, e viene trattato in
maniera ambivalente: da un lato c’è un padre che si sforza di non
contagiare con la nostalgia il figlio adolescente, ma contemporaneamente ne
disciplina la natura selvaggia attraverso una sorta di codice che, comunque la
si veda, proviene dal passato. Dall’altra, invece, c’è il ragazzo, che privato
di ogni affetto (paradossalmente, per un eccesso di affetto) desidera a tutti i
costi conoscere il proprio retaggio.
A questo processo dove l’importanza
dell'educazione convive con la negazione della stessa si accodano progressivamente
altri temi, tipo l’inevitabile rito di passaggio o l’importanza delle storie e
della loro divulgazione; tutti già presenti nell’opera di riferimento dalla
quale il regista non si discosta in maniera radicale, salvo in alcuni casi:
penso alla lingua post apocalittica e incasinata, efficace a livello grafico ma
probabilmente meno una volta passata in bocca agli attori, e di conseguenza
ridimensionata. Ma soprattutto alla scelta di puntare su un unico protagonista
anziché sulla coppia di fratelli, che oltre a esaltare il tema del viaggio
iniziatico ribadisce la già citata rifondazione prospettica.
Nel complesso, insomma, la
reinterpretazione di Cupellini modifica gli equilibri tra i temi, piuttosto che
i temi stessi, permettendo al film di emanciparsi dalla fonte senza tradirla…
Lo scenario e' quello della fine della civilta' dove un padre
(Pierobon) e suo figlio (La Vallee, giovane rapper) ragazzino giovane vivono
(tra in pochi ancora in vita) tra palafitte e luoghi sfatti in riva a un
lago.Tra fame e sopravvivenza ai limiti dell'umano i pochi incontri sono sempre
violenti e pericolosi ,solo un quaderno sara' quello che accompagnera' il
ragazzo fino alla fine.Tratto dai racconti di Gipi (di cui non ho letto niente)
mi portano a giudicare unicamente la versione cinematografica con uno scenario predominante
tra il plumbeo e il lugubre per tutto il film,scarsi i momenti di luce,ma
sicuramente un fantasy distopico che accontentano i cinefili (come me) attratti
da un lavoro (firmato Cupellini) che raramente appare nelle nostre sale,piu'
facile trovarlo in produzioni estere ,quasi un ritorno al film di
"genere" di anni fa e di cui ne sento la mancanza.Comunque il
rapporto padre-figlio assai complesso ,ci insegue per quasi tutta l'opera tra
memorie e ricordi mai svelati fino in fondo.Camei anche per Valeria Golino e
Valerio Mastrandrea irriconoscibili e la brava Maria Roveran alle prese con un
nudo per niente gratificante.Consigliato,questo si,ma non per tutti....anche se
opere cosi' ben difficilmente si producono qua da noi....
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