un film simpatico e leggero.
una famiglia, padre in sedia a rotelle e due figli un po' disperati, per vari motivi, cercano ognuno la propria strada, ma le strade si intersecano, poi c'è la storia parallela dell'amico fotografo e del massaggiatore domenicano, che termina il lavoro con una sega ben fatta (come cantavano i CCCP, qui).
buona (galeotta) visione - Ismaele
…Nei limiti del film medio in cui certamente
si ascrive, l'esordio nel lungometraggio dello spagnolo Daniel Sánchez Arévalo
non tradisce le premesse, scorre fluido e curioso, denunciando con toni ora
sommessi ora urlati la frustrazione di un presente incerto e incapace di
offrire un futuro in cui poter sperare. È la miscela di commedia e melodramma,
comunque, la carta vincente di questa pellicola fresca che non può non
suscitare l'interesse del pubblico, trattando quel momento cruciale della
crescita in cui decidiamo chi saremo nella vita. Sullo sfondo di una vicenda
carica di emotività, spiccano dialoghi svelti e lievi che fanno della
sceneggiatura, così come delle sentite caratterizzazioni degli attori, il punto
di forza dell'operazione. Nonostante sia facile percepire una diffusa
"carineria" di fondo qualsiasi cosa accada sullo schermo, la scelta
finale del protagonista graffia non poco, in quanto conseguenza
dell'accettazione di quella stessa situazione che si voleva sovvertire.
Presentato alle Giornate degli autori di Venezia 63 dove è stato insignito del
Premio Brian con la seguente motivazione: "Questo bel film mostra con realismo
e umorismo come la vita, i sentimenti, i desideri siano troppo complessi per
essere ingabbiati nell'asfittico modello della "famiglia naturale"
cara alle religioni. La Spagna contemporanea dà un'ulteriore indicazione per
affrontare in modo aperto e laico un mondo che cambia"
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