Adam vive la sua vita felice con il compagno Harry e i suoi genitori ritrovati.
Ma la realtà sta fuori dalla sua testa, Adam è un uomo solo che convive con i suoi fantasmi.
Barlumi di ricordi di una vita non vissuta sono ricordi di una vita desiderata e sognata, ma Adam è sempre solitario e infelice.
Mi vengono in mente i versi di Salvatore Quasimodo:
«Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.»
E sopratutto alcune parole tratte da I primi viaggi di Andy Catlett, di Wendell Berry:
"Il vero quesito per chi è anziano e morente, credo, non è se si è amato e se si è stati amati a sufficienza, ma se si è stati abbastanza grati per l'amore ricevuto e dato, in qualunque misura. […] Preghiamo per poter avvertire gratitudine fino alla fine." (p. 118)
Chissà se Adam apprezzerebbe.
Un film di amori e di solitudini, da non perdere.
buona (amorevole) visione - Ismaele
…Estranei ha
una grazia leggera e profonda nel raccontare le difficoltà di un uomo ad
accettare l'inevitabile e ad accettarsi nel riflesso dello sguardo delle
persone più amate, che non sempre gli restituiscono la sua immagine più
autentica, e non sempre ricevono l'invito ad entrare nella sua intimità: perché
anche le persone più vicine possono trattarsi come estranei, quantomeno a
quella parte di sé che ognuno tiene ben nascosta.
Il film è stato girato in gran parte nella casa in cui è cresciuto il regista,
il che esplicita l'elemento autobiografico della storia che porta sullo schermo
e la vicinanza dei temi trattati alla propria esperienza di artista
omosessuale. Il risultato è un percorso davvero commovente sull'elaborazione
del lutto, non solo concreto ma anche metaforico, e sulla pacificazione, nonché
un omaggio al potere salvifico dell'amore ("The Power of Love" dei
Frankie Goes To Hollywood è la canzone simbolo del film)
…Primi piani strettissimi
sui volti dei suoi personaggi, dettagli, movimenti di macchina lenti e una
colonna sonora, realizzata da Emilie Levienasie-Farrouch, che avverte lo
spettatore. Qualcosa di sinistro aleggia sulla storia dai contorni da fantasy
thriller. Lo fa con dissonanze, distorsioni, rumori bianchi che amplificano il
malessere del protagonista che trova conforto solo nei momenti trascorsi con i
suoi genitori o tra le braccia di Harry.
Perché chiunque abbia perso un padre o una madre sa
quanto sia difficile lasciare andare chi si ama e quante volte, con la mente,
si sia immaginato di potersi ritrovare ancora una volta occhi negli occhi
(potenti e commoventi le sequenze sulle note di Always
On My Mind e nel diner). Potersi riabbracciare, chiarire,
scusare, confessare. Tornare bambini, magari, sdraiati nel letto insieme. “Come
se il futuro non contasse”. E non più perché il dolore ha spento tutto. Ma
perché nell’amore c’è solo luce che brilla. Come una stella.
…Da un punto di vista visivo, Estranei è
uno dei pochi film che ha provato a reinterpretare l’intuizione bergmaniana del
dialogo indifferenziato tra passato e presente e tra vivi e morti (quei
meravigliosi passaggi fluidi della realtà nell’immaginazione e del presente nel
passato di Il posto delle fragole), creando una
possibile prossimità fisica tra Adam e i fantasmi dei suoi affetti. Il gioco di
fuoco e profondità di campo nella prima apparizione del padre, il quale si
mostra da subito una presenza familiare e insieme perturbante, è una soluzione
di regia di straordinaria sensibilità: a colpire non è soltanto la capacità di
mostrare l’effimera consistenza di un sogno, o di un’illusione, ma
l’ordinarietà del lavoro onirico del protagonista, come se i suoi viaggi alla
periferia di Londra, verso la casa dove è cresciuto negli anni ’80 e dove ha
vissuto il trauma che ne condiziona l'esistenza, fossero un loop al
quale è impossibile sottrarsi. Come le canzoni che costellano il film, The
Power of Love dei Frankie Goes to Hollywood o Always
on My Mind dei Pet Shop Boys.
Estranei è la storia di una mente
interrotta, di un uomo segnato dal dolore e dal silenzio (per non aver mai
fatto coming out, per non aver mai raccontato della morte dei genitori)
che scava nel suo mondo e immagina impossibili dialoghi con sé stesso e la
propria controparte onirica. Un padre e una madre perduti (gli stupefacenti Jamie
Bell e Claire Foy), un amante mai avuto (Paul
Mescal). Adam risponde anche alle domande che gli vengono
poste (come siamo morti?, ad esempio), ma le risposte che trova (vedendo
cose che gli altri non possono vedere…) sono solo per sé. Nel film non c’è
dialogo, non c’è uscita. L’incapacità del protagonista di elaborare il lutto,
di far sapere agli altri la sua omosessualità, di venire a patti con un male da
sempre piantato alla bocca dello stomaco, lo intrappolano in una terra
desolata…
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