uno di quei film che ti lasciano a bocca aperta.
ambientato in un tempo e uno spazio non definito, e drammaticamente reale, è un film che descrive la preparazione, la realizzazione e le conseguenze della guerra.
succede niente e tutto, il bottino di guerra, Ulisse e Michelangelo sono come bambini, sta tutto in una valigia, in una serie di cartoline di diversi temi, come raccolte di figurine, i due fanno confusione fra l'immagine e la realtà.
il ritmo è quello delle comiche mute, a ritmo velocissimo.
se qualcuno vuole fare una lista dei film contro la guerra Les Carabiniers sta ai primi posti, sicuro.
Godard è un genio, e gira un capolavoro sorprendente.
buona (antimilitarista e contro tutti i regnanti) visione - Ismaele
QUI il film completo, su Raiplay
…Attraverso le gesta dei due protagonisti, Michelangelo e Ulysse, il regista ci descrive l’unico epilogo di qualsiasi guerra che sia mai stata ingaggiata: sconfitta. L’intero film è ritmato da scritte inserite in fase di montaggio, con caratteri quasi da cartone animato, e foto reali di guerra e di morti che richiamano il genere documentaristico, sempre accompagnate da una musica di sottofondo che sembra dialogare con uno spettatore quasi abituato agli orrori della guerra, orrori che non fanno più scalpore. Questo è il fil rouge dell’intera narrazione: l’assenza di anima, la normalizzazione della distruzione e del disgusto della guerra; lo si vede ad esempio nelle immagini di donne violate ma mute, come consapevoli che urlare e dimenarsi non avrebbero portato salvezza in quel contesto; o dalle persone derubate dei loro beni che le quali restano inermi di fronte all’atteggiamento prepotente dei soldati. Ma lo stesso Michelangelo, come se non si rendesse conto di star compiendo delle atrocità, sembra agire sempre assecondando un candore bambinesco che si intravede, ad esempio, nella scena in cui puntando addosso una pistola a una donna, le ordina d’inginocchiarsi e dopodiché le sale in groppa come potrebbe fare un bambino immaginando di essere un cowboy col suo cavallo, senza torcerle un capello…
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Misconosciuto film di Godard, Les Carabiniers è un feroce atto d'accusa verso la propaganda e il militarismo, nonché il tipico grande saggio sul potere mistificatorio dell'immagine nel mondo dei mass media. Due trogloditi, ignoranti e poveri, vengono convinti da una coppia di carabiniers ad arruolarsi in una fantomatica guerra, con la prospettiva di poter requisire a piacimento tutti i beni del nemico ucciso e di poter commettere crimini a volontà, giustificati soltanto dal fatto di essere in guerra per il re. Le donne dei due idioti, altrettanto ignoranti e spinte dal desiderio di "cose", li incitano ad arruolarsi. Tra massacri, violenze, furti e ingiustizie di ogni tipo (alternate nel montaggio da didascalie e brani di lettere, che ricordano allo spettatore la natura filmica delle immagini a cui stanno assistendo), i due protagonisti verranno a loro volta disillusi...Opera dichiaratamente brechtiana, Les Carabiniers si inserisce a pieno titolo tra i risultati più maturi del primo Godard: il cinema è sempre mostrato in quanto finzione, l'immagine sempre privata della sua aura mitica, spogliata e ridotta a quello che è (spesso semplice mezzo di propaganda e oggetto di consumo). Lo straniamento dello spettatore è speculare alla facilità con cui i protagonisti credono a tutto quello che vedono e che viene loro propinato…
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…Tratto da una pièce dello scrittore italiano trasferito a Parigi Beniamino Joppolo e basato su una sceneggiatura di Roberto Rossellini e Jean Gruault, il film è una sorta di apologo intellettuale sui pericoli insiti nel militarismo, calato in un'atmosfera e una vicenda senza tempo e senza precisa collocazione geografica, che vuole dimostrare l'abuso del potere sulle vite dei più deboli e la follia e l'insensatezza della Guerra con i suoi inutili massacri. I due protagonisti Ulysse e Michel-Ange saranno abbindolati da false promesse di gloria e facili conquiste da una lettera del Re in persona, ma verranno risucchiati in un vortice di violenza che non potrà non travolgere in primis anche loro stessi. Lo straniamento brechtiano, tipico delle opere di Godard di questo periodo, si alterna ad alcune felici intuizioni che danno nerbo ad alcune sequenze divenute giustamente famose tra i cinefili…
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…The last section of the film is Godard at his best. The soldiers, who were promised the world, come back with postcards. They show them to their wives in a scene nearly 10 minutes long which grows steadily more hilarious. One card after another: "The Parthenon . . . the Taj Mahal . . . the Technicolor works in Hollywood . . . the Chicago aquarium . . . Cleopatra (actually Liz Taylor) . . . forms of transportation ... little green grasshoppers."
This is an antiwar film in the same sense "Breathless" was a gangster movie: That is, Godard has chosen a subject on which to exercise his style. The result is one of his most successful films, and, incidentally, one easier to understand and enjoy than his later work.
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