a partire da un terribile fatto di cronaca, trasfigurato e concretissimo, c'è una storia d'amore (appena iniziata e fortissima) fra Luna e Giuseppe.
il ragazzino sparisce, Luna non si arrende, per due anni lo cerca, senza darsi pace.
poi finisce come finisce, e, come scrive Elsa Morante, il mondo sarà salvato dai ragazzini.
un film bello e terribile, non privatevene - Ismaele
QUI il film
completo, su Raiplay
…Sicilian Ghost Story è un film innovativo, non si
esaurisce soltanto nella rappresentazione del solito delitto di stampo mafioso
rievocato dalla storia della Sicilia. I due registi affrontano una tematica
cruda, spietata, senza logiche umanizzate, che non ha la finalità di
descrivere, in maniera ortodossa e soggettiva, quell’accaduto, ma ha il fine di
raccontare la bellezza che risiede nell’unicità del sentimento amoroso avvolto
in un universo fatto di una natura magica e fantastica…
...Attraverso il sogno Luna giunge alla razionalizzazione
della morte di Giuseppe. Soltanto nella fine del racconto, la protagonista
normalizza la perdita, saluta Giuseppe e giunge alla conclusione che adesso
rimarrà incastonato nella sua memoria, potendolo ricordare gioiosamente senza
essere trascinata nel dolore della sua morte.
Questo mette in risalto una tematica affrontata da
Ernesto De Martino, il tema del “far morire i morti in noi”, un
difficoltoso processo che il soggetto che vive la perdita deve attraversare per
non cadere nella follia del cordoglio. Qualcosa che richiede un lavoro
psicologico faticoso e complesso da parte di chi deve esorcizzare il male di
una perdita. Razionalizzare che quell’individuo non lo si vedrà più tra di noi,
il suo Esserci è crollato, non esiste più tra gli uomini e ormai deve essere
pensato come defunto. La razionalizzazione per mezzo di un processo così
travagliato e faticoso è l’unico modo per convivere con la realtà della
perdita. Questo aspetto, si incastra nel finale insolito, quasi come se ad
abbracciare la fine del racconto vi è una sorta di lieto fine, Luna, avvolta
dal calore degli amici, guarda il mare e saluta per l’ultima volta e per sempre
il suo Giuseppe…
…"Sicilian Ghost Story" è
anche il film di due autori che non rinunciano alle loro prerogative: a
testimoniarlo è per esempio la coerenza tra la profondità di campo di certi
ambienti (per esempio, dell'ultima prigione di Giuseppe) e la desolazione
esistenziale sperimentata dal personaggio, oppure la riflessione sull'essenza
del cinema, ancora una volta (era già successo in "Salvo") rappresentata
attraverso diversi tipi di sguardo che vanno dalle insistite soggettive di un
possibile osservatore esterno agli altrettanto insistiti primi piani degli
occhi dei protagonisti, e ancora mediante punti di vista
"telescopici". Per non dire dell'uso del tempo e della dilatazione
narrativa di talune sequenze, in cui la contemplazione del paesaggio e dei suoi
"abitanti", lungi dall'essere fine a se stessa, è l'espediente con
cui i registi, dilatando le maglie del racconto, permettono allo stesso di
creare le condizioni per collegare in maniera coerente i diversi stati di
coscienza dentro i quali si muove la favola di "Sicilian Ghost
Story"…
…Non ingannino però i giovani
protagonisti e gli elementi fiabeschi, perché non si tratta affatto di un film
per ragazzi e il cuore di Sicilian Ghost Story è per esempio
molto molto più nero di quello di Io non ho paura. Sia perché i personaggi sono meno
giovani e vivono il dramma interiore con ben altra complessità, sia perché
nonostante le deviazioni fantastiche la vicenda è comunque crudamente
realistica, sia soprattutto per lo stile dei due registi. Come già in Salvo, Piazza e Grassadonia sono autori di poche parole, che prediligono al
dialogo sequenze silenziose o accompagnate solo dalla musica, attentamente
girate e qui spesso anche visionarie e inquietanti. Elementi che sfidano le
convenzioni dei generi, e quindi anche lo sguardo sul mondo degli spettatori
adulti, e che saranno particolarmente apprezzati dal pubblico più capace di cogliere
la finezza della messa in scena, dei movimenti di macchina e del sound design
dei due meticolosi autori…
…El film, gracias a su sutileza, termina siendo un
experimento tierno e interesante que requiere de toda la paciencia y atención
posibles del espectador, principalmente debido a que el desarrollo narrativo es
muy lento y está apuntalado en la esplendorosa fotografía de Luca Bigazzi, un
profesional conocido por sus trabajos con Paolo Sorrentino. Como decíamos
antes, el pulso en general está vinculado con la amalgama de lo onírico/ etéreo
y el realismo sucio más doloroso, el que involucra maltrato contra un pequeño;
lo que asimismo nos lleva a uno de los terrenos predilectos del séptimo arte
desde siempre, el de la “lectura infantil” en torno al mundo de los adultos,
algo así como un proceso de apertura, descubrimiento, angustia y triste
adecuación en el que estallan buena parte de las certezas acumuladas a la fecha
y se desvanecen las concepciones más idealistas del devenir social…
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