chissà se la censura ha stalkerato il film.
la storia è quella di una giornata di Francesca, una ragazza di 16-17 anni, e dei suoi incontri, a scuola, e poi con un amico di famiglia, con una modista madre di una compagna di scuola, con un ragazzo con la macchina, e poi ancora con Enrico, quell'amico di famiglia.
lei è molto sveglia e capisce molto, ma non tutto, sa cosa vuole, ma non è sicura, le piace amare ed essere amata, ma quando ha quello che le sembrava un sogno impossibile, e quando il sogno si avvera ecco che si sgonfia come una bolla di sapone, per sempre.
il film è un gioiellino, e Catherine Spaak è bravissima, non perdetevelo - Ismaele
…Si riflette su quanto sia bello e necessario avere intorno a
sé il silenzio per poter accogliere la verità di un’emozione caduca ma
preziosa, cosa che conferisce al film la precisione di un trattato psicologico
sugli sviluppi di un turbamento senza lacerazioni e che nel suo esprimersi
stringe un accordo insperato con i propri nuovi sentimenti, dalla cui esperienza
non si esce né felici né infelici, curiosi e svincolati dal possesso che non
regala nessuna ulteriore profondità, il tutto reso senza l’opacità del moralismo
o la pigra meccanicità della trasgressione…
,,, Lattuada è
bravissimo a raccontare i turbamenti adolescenziali di una ragazzina che
diventa donna. La Spaak è
giovanissima – ha appena 16 anni – e presta il volto a un carattere femminile
da adolescente irrequieta, da lolita spregiudicata
innamorata della vita. Le prime sequenze sono molto erotiche per i tempi,
perché il regista insiste sul risveglio della ragazzina tra le lenzuola, vuol
far capire che è turbata da un sogno erotico, riprende il volto espressivo e le
lunghe gambe nude. Il regista analizza il rapporto tra la ragazza e il
fratello, la vita scolastica e i sogni delle adolescenti che immaginano un
amore romantico. “Ogni volta che parlo d’amore mi sembra di avere fame”, dice
Francesca sorridendo. Enrico è un uomo maturo, irretito dal fascino ambiguo di
una lolita dai grandi occhi scuri, alta, dal seno
piccolo e dai fianchi stretti. Francesca è innamorata di un uomo che conosce da
sempre, uno che da piccola la teneva sulle ginocchia, ma forse è soltanto
innamorata dell’amore, perché a rapporto consumato, persa la verginità, torna a
casa e non vuole più saperne di lui. La giornata della ragazza è raccontata con
naturalezza ricorrendo a brevi episodi e lunghi piani sequenza: l’incontro con
una vecchia contessa spilorcia, un’amica innamorata, una compagna che non la
comprende più, un gigolò che si fa mantenere da una nobildonna, una gita a
Frascati e finalmente l’incontro con l’amante nella villa di Marino. Prima del
rapporto sessuale assistiamo a un momento voyeuristico con
Francesca che osserva nascosta tra le tende gli amoreggiamenti della nobildonna
con il gigolò. Il tono della pellicola è sentimentale, ma siamo ben lontani dal
frivolo neorealismo rosa, questa è vera commedia psicologica. Il rapporto
sessuale tra Francesca ed Enrico si intuisce soltanto dalle carezze conclusive,
così come si comprende che la ragazzina è rimasta delusa dalla realtà e che
avrebbe preferito continuare a vivere un sogno. Il finale insiste sul primo
piano del volto di Catherine Spaak che
immortala la ragazzina diventata donna. La colonna sonora di Piero Piccioni è stupenda e accompagna
immagini girate in un suggestivo bianco e nero.
…un Film medio, dove diciamolo che Lattuada ha fatto di
meglio, ma rimane un percorso giovanile interessante, nel punto di vista
femminile, e che il regista vuole fare un Film sull'amore spaziando dalla Commedia,
al drammatico, sentimentale, arrivando all'esistenziale per uno spaccato
d'epoca degli anni '60 e con protagonista una ragazza un po’ confusa
soprattutto sentimentalmente, incentrandolo tutto alla bellezza acerba della
Spaak, futura Star.
Malgré quelques élans sensuels fonctionnant plus sur
l’imagerie que les véritables actions des personnages, Guendalina était un film sur l’éveil amoureux, l’abandon
définitif de l’enfance pour l’adolescence et ses premiers émois
sentimentaux. Les Adolescentes a
une ambition différente pour Lattuada, celle de capturer l’éveil et
l’assouvissement charnel chez l’adolescente, ou plus précisément les
atermoiements d’avant l’acte puis la perte de repères d’après. La scène
d’introduction dévoile brillamment cette idée. Nous y observons la jeune Francesca
(Catherine Spaak) endormie, sa chemise de nuit épousant les formes de sa
poitrine soulevée par une respiration inégale, tandis que son visage poupin
s’agite étrangement. Un mouvement de caméra nous la révèle dans une pose
lascive qui nous dévoile ses jambes, avant qu’elle se réveille en sursaut, les
traits troublés. Elle adopte alors une posture typiquement enfantine en
remontant ses genoux sur son visage, ne laissant voir que ses yeux perdus dans
la confusion de ses pensées. Les mots sont inutiles pour comprendre que
Francesca vient de faire un rêve érotique, et par la seule image Lattuada
explicite tout le questionnement du film quant à l’expression inconsciente de
ce désir : l’assouvir ? l’étouffer ?...
Alberto
Lattuada slips under the radar for many among the pantheon of Italian greats,
and yet his body of work is second to only probably Antonioni in Italian cinema;
for me, he is the Eric Rohmer of Italian cinema, and that is a difficult
achievement. Of course, Lattuada is making Italian films, and Rohmer French
ones: the two different countries' societies differ vastly from each other, and
hence inevitably the films also do. Thus, while Rohmer's films center a lot on
conversations and philosophizing, more on the apparent, Lattuada's are more
about emotions, the guessed-at internal state. In Dolci inganni (US
title: Sweet Deceptions), Lattuada focuses on the adolescent
cravings of a girl crossing into youth: the seductively young Catherine Spaak
as Francesca. In a lovely way, the film is not simply about those cravings: but
about the organic whole. The film devotes a lot of time to establish the world
of Francesca, the life she inhabits: that's the middle chapters of the film,
punctuated with some lovely comedy as well. This also offers a slight feeling
of ennui to everyone and everything: Francesca struggling with
her desires, the audience, the sunny citscape and its people all part of
never-ending games, and life itself. It is like a much less bitter version of
Antonioni…
…Bref, c’est Alice au pays des merveilles…
Elle arrivera à ses fins lascives, mais la grande réussite du film, comme
souvent chez Lattuada traitant pourtant souvent des mêmes thèmes liés à la
sexualité, c’est l’absence totale de vulgarité. La sexualité peut être un sujet
à la fois sérieux et plaisant, sans qu’on en fasse une histoire obscène. Vu du
côté des femmes d’ailleurs, ça reste toujours une histoire compliquée, donc
follement intéressante à raconter…
Le scénario semble bâti pour répondre à une
question essentielle : à quoi rêvent les jeunes filles ? Si le titre français
généralise, c’est bien à partir d’une adolescente, Francesca, que Lattuada
explore d’une caméra indiscrète un parcours unique et universel, qui a certains
traits du road movie, mais surtout se fonde sur une initiation sentimentale et
sexuelle. Dès le très beau plan-séquence inaugural, l’éveil de Francesca, entre
rêverie érotique et repli enfantin, Les Adolescentes joue
sur l’hésitation. Car, au fond, si la jeune fille se pense amoureuse d’un
architecte, la journée qu’elle vit la confronte à une réalité fuyante où le
monde adulte semble régi par des lois sordides auxquelles sa pureté (le mot est
répété) se heurte et qui, au lieu de lui apporter des réponses, la renvoie à
son questionnement, jusqu’au regard-caméra final, qui évoque aussi bien
les 400 coups de Truffaut que Monika de
Bergman. C’est un peu comme si, au terme de ce trajet insolite, Francesca
demandait au spectateur son avis ou défiait son jugement…
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