venerdì 28 maggio 2021

Dolci inganni - Alberto Lattuada

chissà se la censura ha stalkerato il film.

la storia è quella di una giornata di Francesca, una ragazza di 16-17 anni, e dei suoi incontri, a scuola, e poi con un amico di famiglia, con una modista madre di una compagna di scuola, con un ragazzo con la macchina, e poi ancora con Enrico, quell'amico di famiglia.

lei è molto sveglia e capisce molto, ma non tutto, sa cosa vuole, ma non è sicura, le piace amare ed essere amata, ma quando ha quello che le sembrava un sogno impossibile, e quando il sogno si avvera ecco che si sgonfia come una bolla di sapone, per sempre.

il film è un gioiellino, e Catherine Spaak è bravissima, non perdetevelo - Ismaele


 

 

 

 

…Si riflette su quanto sia bello e necessario avere intorno a sé il silenzio per poter accogliere la verità di un’emozione caduca ma preziosa, cosa che conferisce al film la precisione di un trattato psicologico sugli sviluppi di un turbamento senza lacerazioni e che nel suo esprimersi stringe un accordo insperato con i propri nuovi sentimenti, dalla cui esperienza non si esce né felici né infelici, curiosi e svincolati dal possesso che non regala nessuna ulteriore profondità, il tutto reso senza l’opacità del moralismo o la pigra meccanicità della trasgressione…

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,,, Lattuada è bravissimo a raccontare i turbamenti adolescenziali di una ragazzina che diventa donna. La Spaak è giovanissima – ha appena 16 anni – e presta il volto a un carattere femminile da adolescente irrequieta, da lolita spregiudicata innamorata della vita. Le prime sequenze sono molto erotiche per i tempi, perché il regista insiste sul risveglio della ragazzina tra le lenzuola, vuol far capire che è turbata da un sogno erotico, riprende il volto espressivo e le lunghe gambe nude. Il regista analizza il rapporto tra la ragazza e il fratello, la vita scolastica e i sogni delle adolescenti che immaginano un amore romantico. “Ogni volta che parlo d’amore mi sembra di avere fame”, dice Francesca sorridendo. Enrico è un uomo maturo, irretito dal fascino ambiguo di una lolita dai grandi occhi scuri, alta, dal seno piccolo e dai fianchi stretti. Francesca è innamorata di un uomo che conosce da sempre, uno che da piccola la teneva sulle ginocchia, ma forse è soltanto innamorata dell’amore, perché a rapporto consumato, persa la verginità, torna a casa e non vuole più saperne di lui. La giornata della ragazza è raccontata con naturalezza ricorrendo a brevi episodi e lunghi piani sequenza: l’incontro con una vecchia contessa spilorcia, un’amica innamorata, una compagna che non la comprende più, un gigolò che si fa mantenere da una nobildonna, una gita a Frascati e finalmente l’incontro con l’amante nella villa di Marino. Prima del rapporto sessuale assistiamo a un momento voyeuristico con Francesca che osserva nascosta tra le tende gli amoreggiamenti della nobildonna con il gigolò. Il tono della pellicola è sentimentale, ma siamo ben lontani dal frivolo neorealismo rosa, questa è vera commedia psicologica. Il rapporto sessuale tra Francesca ed Enrico si intuisce soltanto dalle carezze conclusive, così come si comprende che la ragazzina è rimasta delusa dalla realtà e che avrebbe preferito continuare a vivere un sogno. Il finale insiste sul primo piano del volto di Catherine Spaak che immortala la ragazzina diventata donna. La colonna sonora di Piero Piccioni è stupenda e accompagna immagini girate in un suggestivo bianco e nero.

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…un Film medio, dove diciamolo che Lattuada ha fatto di meglio, ma rimane un percorso giovanile interessante, nel punto di vista femminile, e che il regista vuole fare un Film sull'amore spaziando dalla Commedia, al drammatico, sentimentale, arrivando all'esistenziale per uno spaccato d'epoca degli anni '60 e con protagonista una ragazza un po’ confusa soprattutto sentimentalmente, incentrandolo tutto alla bellezza acerba della Spaak, futura Star.

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Malgré quelques élans sensuels fonctionnant plus sur l’imagerie que les véritables actions des personnages, Guendalina était un film sur l’éveil amoureux, l’abandon définitif de l’enfance pour l’adolescence et ses premiers émois sentimentaux. Les Adolescentes a une ambition différente pour Lattuada, celle de capturer l’éveil et l’assouvissement charnel chez l’adolescente, ou plus précisément les atermoiements d’avant l’acte puis la perte de repères d’après. La scène d’introduction dévoile brillamment cette idée. Nous y observons la jeune Francesca (Catherine Spaak) endormie, sa chemise de nuit épousant les formes de sa poitrine soulevée par une respiration inégale, tandis que son visage poupin s’agite étrangement. Un mouvement de caméra nous la révèle dans une pose lascive qui nous dévoile ses jambes, avant qu’elle se réveille en sursaut, les traits troublés. Elle adopte alors une posture typiquement enfantine en remontant ses genoux sur son visage, ne laissant voir que ses yeux perdus dans la confusion de ses pensées. Les mots sont inutiles pour comprendre que Francesca vient de faire un rêve érotique, et par la seule image Lattuada explicite tout le questionnement du film quant à l’expression inconsciente de ce désir : l’assouvir ? l’étouffer ?...

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Alberto Lattuada slips under the radar for many among the pantheon of Italian greats, and yet his body of work is second to only probably Antonioni in Italian cinema; for me, he is the Eric Rohmer of Italian cinema, and that is a difficult achievement. Of course, Lattuada is making Italian films, and Rohmer French ones: the two different countries' societies differ vastly from each other, and hence inevitably the films also do. Thus, while Rohmer's films center a lot on conversations and philosophizing, more on the apparent, Lattuada's are more about emotions, the guessed-at internal state. In Dolci inganni (US title: Sweet Deceptions), Lattuada focuses on the adolescent cravings of a girl crossing into youth: the seductively young Catherine Spaak as Francesca. In a lovely way, the film is not simply about those cravings: but about the organic whole. The film devotes a lot of time to establish the world of Francesca, the life she inhabits: that's the middle chapters of the film, punctuated with some lovely comedy as well. This also offers a slight feeling of ennui to everyone and everything: Francesca struggling with her desires, the audience, the sunny citscape and its people all part of never-ending games, and life itself. It is like a much less bitter version of Antonioni…

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Bref, c’est Alice au pays des merveilles… Elle arrivera à ses fins lascives, mais la grande réussite du film, comme souvent chez Lattuada traitant pourtant souvent des mêmes thèmes liés à la sexualité, c’est l’absence totale de vulgarité. La sexualité peut être un sujet à la fois sérieux et plaisant, sans qu’on en fasse une histoire obscène. Vu du côté des femmes d’ailleurs, ça reste toujours une histoire compliquée, donc follement intéressante à raconter…

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Le scénario semble bâti pour répondre à une question essentielle : à quoi rêvent les jeunes filles ? Si le titre français généralise, c’est bien à partir d’une adolescente, Francesca, que Lattuada explore d’une caméra indiscrète un parcours unique et universel, qui a certains traits du road movie, mais surtout se fonde sur une initiation sentimentale et sexuelle. Dès le très beau plan-séquence inaugural, l’éveil de Francesca, entre rêverie érotique et repli enfantin, Les Adolescentes joue sur l’hésitation. Car, au fond, si la jeune fille se pense amoureuse d’un architecte, la journée qu’elle vit la confronte à une réalité fuyante où le monde adulte semble régi par des lois sordides auxquelles sa pureté (le mot est répété) se heurte et qui, au lieu de lui apporter des réponses, la renvoie à son questionnement, jusqu’au regard-caméra final, qui évoque aussi bien les 400 coups de Truffaut que Monika de Bergman. C’est un peu comme si, au terme de ce trajet insolite, Francesca demandait au spectateur son avis ou défiait son jugement…

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