mi ha ricordato un po' High life, di Claire Denis, dieci anni prima.
ci sono in entrambi dei reietti della società, nel film di Caro obbligati a stare nella stazione spaziale, nel film di Denis ci vanno volontariamente, per sfuggire alla galera.
in entrambi i film hanno una parte fondamentale delle scienziate (donne, evidentemente).
nel film di Caro c'è tanta simbologia, dantesca e biblica, sopratutto.
una volta entrati nella storia il film non è pesante, bisogna farsi prendere per mano dal regista (senza chiedersi tanti perché, dice lui) anche se il film che aveva in testa non è proprio questo, ma i produttori mettono i soldi e decidono quando ne hanno messi abbastanza, e si passa al montaggio, senza discutere troppo.
non è un capolavoro, ma è un film che vale.
buona visione - Ismaele
Mi pare che qui l'opinione standard sia: "Non l'ho capito e dunque
voto basso". Pro: (1) Non è detto che un film debba essere razionale,
chiaro, simpatico; (2) Siamo troppo abituati a quella specie di film-poker
americani in cui alla fine si scoprono le carte. Questa è la dinamica del
giallo o del thriller. Generi diversi non vanno trattati allo stesso modo. Non
è Sherlock Holmes di Guy Ritchie (che pure è bello, ma è un altro genere); (3)
Il fatto che vi abbia costretto a pensare e dare una giustificazione al potere
di St. George (ognuno ha dato la sua: magia, santità, esperimenti genetici)
pare avervi dato fastidio. Vi dà fastidio che siate stati voi a dover
completare la storia? (4) Fotografia e inquadrature fenomenali; (5) Pochi
dialoghi? Parlano le immagini! Come in "Le Dernier Combat" di Luc
Besson. Un must per gli appassionati del genere Fallout; (6) La trama inizia
dal nulla e finisce nel nulla. E allora? Contro: (1) Lo concedo. Peccato per il
montaggio. Certi tagli erano fatti male (ad esempio quando fuggono sulla
navetta); (2) Peccato per la pubblicità e la sintesi del film, che è totalmente
falsa rispetto alla trama. Suggerimenti: (1) Forse siamo davanti ad una
"nuova" fantascienza europea, sulla falsa riga di Sunshine; (2) A
nessuno è venuto in mente che forse muoiono tutti e l'unica
"salvezza" è quella spirituale, cioè l'eliminazione del peccato? Così
non serve chiedersi: "come ha fatto a salvarli? Come ha salvato la
nave?"
Prolisso eppur magnetico,surreale,di forte impostazione
filosofico-religiosa;un poco ortodosso sci-fi ove cultura,pensiero,elementi
fantasy,psicologici,sperimentali e metaforici si miscelano quasi perfettamente.Una storia
piena di spunti incisivi ma anche purtroppo priva di risposte efficaci almeno
quanto la messa in scena.Resta un
lungometraggio formalmente (quasi) ineccepibile,recitato con grande
disinvoltura e girato da un regista assolutamente interessante. E' non e' poco.
…l’ambientazione provoca una piacevole sensazione di
claustrofobia e richiama altri film che hanno condizionato il genere
fantascienza negli ultimi trent’anni.
Poi si trovano inserti visionari molto
interessanti (su tutti il super trip del finale), e l’organizzazione scelta per
le divisioni all’interno della base spaziale l’ho trovata intrigante (anche se
alcuni caratteri, soprattutto nel team di ricerca, sono un po’ troppo
dozzinali).
Non mancano nemmeno tocchi vintage, come la
“divisa” costituita in maniera estemporanea per l’immersione nel liquido
bollente
Purtroppo però su tutto domina la storia che ho
trovato alquanto latitante e che fatica a conquistare; soprattutto la parte
conclusiva è troppo astratta e personalmente mi è parsa pure un po’ monca.
Senza dimenticare che il tutto si chiude in
circa 75 minuti, troppo poco per un film di fantascienza che promette
parecchio, ma poi soddisfa “solo” dal punto di vista visivo (che comunque per
essere un film francese è ben fatto).
Insomma questo “Dante 01” è un film spiazzante
che non si accontenta di copiare e basta, ma che in fondo non trova sempre
soluzioni consistenti (questo soprattutto verso la fine).
Suggestivo, ma poco concreto.
…Il patto stipulato sin dalle prime immagini con lo
spettatore, come in ogni film di genere che si rispetti, è quello di lasciare
la razionalità fuori dalla sala. Si assisterà quindi a tutti gli stilemi del
caso, dal rollio interstellare alle panoramiche dell’adiacente pianeta
infuocato, dalla retorica sull’Eletto allo stato di trance semiperenne, dalle
visioni oniriche agli esserini tentacolari. La sensazione è che una serie
impietosa di tagli in fase di montaggio, unitamente a qualche ipotizzabile
problema di distribuzione/produzione e ad un marketing assente, non abbiano
certo aiutato nel valorizzare e promuovere un oscuro gioiellino cult come
questo, né in patria né - a quanto ci risulta - altrove. Peccato.
…Il suo thriller fantascientifico infatti soffre di un
citazionismo che schiaccerebbe chiunque. Una prigione-astronave orbitante
attorno al pianeta Dante (ovviamente infuocato, povero Alighieri) ospita i sei
criminali più pericolosi dell’universo, ora cavie umane. Hanno nomi mi(s)tici
(Budda, Lazzaro, San Giorgio, Cesare, Attila, Moloch, Rasputin), affrontano
gironi infernali e sacrifici. Non bastasse l’ispirazione storica-religiosa,
Caro cita l’ultimo Danny Boyle e nel finale il Kubrick psichedelico di 2001.
Un’odissea nello strazio.
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