venerdì 16 aprile 2021

Dante 01 – Marc Caro

mi ha ricordato un po' High life, di Claire Denis, dieci anni prima. 

ci sono in entrambi dei reietti della società, nel film di Caro obbligati a stare nella stazione spaziale, nel film di Denis ci vanno volontariamente, per sfuggire alla galera.

in entrambi i film hanno una parte fondamentale delle scienziate (donne, evidentemente).

nel film di Caro c'è tanta simbologia, dantesca e biblica, sopratutto.

una volta entrati nella storia il film non è pesante, bisogna farsi prendere per mano dal regista (senza chiedersi tanti perché, dice lui) anche se il film che aveva in testa non è proprio questo, ma i produttori mettono i soldi e decidono quando ne hanno messi abbastanza, e si passa al montaggio, senza discutere troppo.

non è un capolavoro, ma è un film che vale.

buona visione - Ismaele

 

 

 

 

Mi pare che qui l'opinione standard sia: "Non l'ho capito e dunque voto basso". Pro: (1) Non è detto che un film debba essere razionale, chiaro, simpatico; (2) Siamo troppo abituati a quella specie di film-poker americani in cui alla fine si scoprono le carte. Questa è la dinamica del giallo o del thriller. Generi diversi non vanno trattati allo stesso modo. Non è Sherlock Holmes di Guy Ritchie (che pure è bello, ma è un altro genere); (3) Il fatto che vi abbia costretto a pensare e dare una giustificazione al potere di St. George (ognuno ha dato la sua: magia, santità, esperimenti genetici) pare avervi dato fastidio. Vi dà fastidio che siate stati voi a dover completare la storia? (4) Fotografia e inquadrature fenomenali; (5) Pochi dialoghi? Parlano le immagini! Come in "Le Dernier Combat" di Luc Besson. Un must per gli appassionati del genere Fallout; (6) La trama inizia dal nulla e finisce nel nulla. E allora? Contro: (1) Lo concedo. Peccato per il montaggio. Certi tagli erano fatti male (ad esempio quando fuggono sulla navetta); (2) Peccato per la pubblicità e la sintesi del film, che è totalmente falsa rispetto alla trama. Suggerimenti: (1) Forse siamo davanti ad una "nuova" fantascienza europea, sulla falsa riga di Sunshine; (2) A nessuno è venuto in mente che forse muoiono tutti e l'unica "salvezza" è quella spirituale, cioè l'eliminazione del peccato? Così non serve chiedersi: "come ha fatto a salvarli? Come ha salvato la nave?"

da qui

 

Prolisso eppur magnetico,surreale,di forte impostazione filosofico-religiosa;un poco ortodosso sci-fi ove cultura,pensiero,elementi fantasy,psicologici,sperimentali e metaforici si miscelano quasi perfettamente.Una storia piena di spunti incisivi ma anche purtroppo priva di risposte efficaci almeno quanto la messa in scena.Resta un lungometraggio formalmente (quasi) ineccepibile,recitato con grande disinvoltura e girato da un regista assolutamente interessante. E' non e' poco.

da qui

 

l’ambientazione provoca una piacevole sensazione di claustrofobia e richiama altri film che hanno condizionato il genere fantascienza negli ultimi trent’anni.
Poi si trovano inserti visionari molto interessanti (su tutti il super trip del finale), e l’organizzazione scelta per le divisioni all’interno della base spaziale l’ho trovata intrigante (anche se alcuni caratteri, soprattutto nel team di ricerca, sono un po’ troppo dozzinali).
Non mancano nemmeno tocchi vintage, come la “divisa” costituita in maniera estemporanea per l’immersione nel liquido bollente
Purtroppo però su tutto domina la storia che ho trovato alquanto latitante e che fatica a conquistare; soprattutto la parte conclusiva è troppo astratta e personalmente mi è parsa pure un po’ monca.
Senza dimenticare che il tutto si chiude in circa 75 minuti, troppo poco per un film di fantascienza che promette parecchio, ma poi soddisfa “solo” dal punto di vista visivo (che comunque per essere un film francese è ben fatto).
Insomma questo “Dante 01” è un film spiazzante che non si accontenta di copiare e basta, ma che in fondo non trova sempre soluzioni consistenti (questo soprattutto verso la fine).
Suggestivo, ma poco concreto.

da qui

 

Il patto stipulato sin dalle prime immagini con lo spettatore, come in ogni film di genere che si rispetti, è quello di lasciare la razionalità fuori dalla sala. Si assisterà quindi a tutti gli stilemi del caso, dal rollio interstellare alle panoramiche dell’adiacente pianeta infuocato, dalla retorica sull’Eletto allo stato di trance semiperenne, dalle visioni oniriche agli esserini tentacolari. La sensazione è che una serie impietosa di tagli in fase di montaggio, unitamente a qualche ipotizzabile problema di distribuzione/produzione e ad un marketing assente, non abbiano certo aiutato nel valorizzare e promuovere un oscuro gioiellino cult come questo, né in patria né - a quanto ci risulta - altrove. Peccato.

da qui

 

Il suo thriller fantascientifico infatti soffre di un citazionismo che schiaccerebbe chiunque. Una prigione-astronave orbitante attorno al pianeta Dante (ovviamente infuocato, povero Alighieri) ospita i sei criminali più pericolosi dell’universo, ora cavie umane. Hanno nomi mi(s)tici (Budda, Lazzaro, San Giorgio, Cesare, Attila, Moloch, Rasputin), affrontano gironi infernali e sacrifici. Non bastasse l’ispirazione storica-religiosa, Caro cita l’ultimo Danny Boyle e nel finale il Kubrick psichedelico di 2001. Un’odissea nello strazio.

da qui



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