La Academy of Motion Picture Arts and Sciences(AMPAS) che assegna ogni anno i prestigiosi premi Oscar al cinema di tutto il mondo ha un problema di discriminazione? Nel 2015 dopo che era stato annunciato che gli attori candidati all’Oscar nelle varie categorie erano tutti bianchi, alla presidente dell’AMPAS Cheryl BooneIsaacs (afroamericana) venne chiesto se per caso la Academy aveva problemi di discriminazione. Lei rispose “assolutamente no!” L’episodio è ricordato all’inizio di un articolo di Kyle Buchanan sul The New York Time di due giorni fa “The Oscars’ New Diversity Rules Are Sweeping but Safe” sulle nuove regole antidiscriminazione che la Academy si è data per le candidature dei film ai prossimi premi Oscar (a partire dal 2024).
Le nuove regole non
riguardano solo come dovranno essere assegnati i premi senza discriminazioni ma
anche i criteri con cui vengono scelti
coloro che i film li realizzano. Per essere candidati i film devono avere dei
requisiti, almeno due sui quattro indicati. Con l’idea di allargare il quadro
delle possibili storie e l’utilizzo di pratiche più egualitarie. E’ stato uno
shock ma ci sono anche reazioni divertite.
Nessun eschimese
Primo gruppo di criteri, Standard A. Nessuna
discriminazione davanti alla macchina da presa.
– Almeno un attore dei gruppi etnici e razziali sotto
rappresentati (che le razze non esistono, solo nella lontana preistoria, esiste
solo l’Homo Sapiens, non lo sanno?) deve essere nel cast in un ruolo
significativo. Netflix si è premurata di
avvertire che nel film “The Irishman” ci sono solo attori bianchi (perché i
banditi irlandesi sono solo bianchi?) ma ha lavorato al casting una donna
(????) e anche un direttore della fotografia messicano. Nessun nero? Nessun
esquimese, nessun Bantù?
Già, la regola vale per i film USA o girati in lingua
inglese o anche per quelli stranieri (Un film curdo deve avere un pellerossa
tra gli interpreti?)
– la storia deve essere centrata sulle donne,
sulla comunità LGTBQ, un gruppo razziale (e dai!) o etnico o i disabili.
(Ovviamente l’ideale sarebbe che il film comprendesse tutti i gruppi citati).
– almeno il 30 per cento del cast devono essere attori
di almeno due di queste categorie sottorappresentate. (Ombre rosse ci rientra:
ci sono pellirossa, forse ci sono dei messicani? “Joker” ci rientra perché vi
compare ZazieBeets, tedesca, nera e naturalizzata USA. (Vale due volte?) ed
anche “LaLaLand” con John Legend afroamericano in un ruolo di supporto.
Ma non preoccupatevi, perché dopo avere scritto questi
criteri, è stata aggiunta la frase “basta soddisfare uno solo dei criteri
elencati”. Ci sono analoghe condizioni per le produzioni, tra il regista,
direttore della fotografia, musicista almeno uno deve essere donna, ovvero le
categorie elencate prima. Di tutto lo staff tecnico, almeno sei devono essere
come sopra e regole analoghe per i distributori, ecc.ecc.
Probabilmente l’intento era dei migliori, l’effetto
potrebbe essere il soggetto di un film di uno dei grandi comici del
cinema USA, o forse è meglio che siano almeno tre i comici, uno una
donna……..ecc. ecc
Nota: il papa nella ultima Enciclica ha scritto: “E’
necessario impegnarsi per stabilire nelle nostre società il concetto della
piena cittadinanza e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze,
che porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità.”
Interverrà Mike Pompeo?
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