tutti conoscono Karl Marx (almeno di nome), ma della sua famiglia pochi sanno qualcosa.
Susanna Nicchiarelli ci presenta Tussy (Eleanor Marx), interpretata da una bravissima Romola Garai.
vive una vita felice, in una bella famiglia, anche se con grandi difficoltà economiche, e dopo la morte del padre continua le sue battaglie.
purtroppo, siccome l'amore è cieco, Tussy si innamora di uno stronzo, che le rende la vita amara.
il film non è una biografia fedele, meno male, e gli inserti musicali, così fuori tempo, stanno benissimo, come pure la fotografie, a volte quasi quadri viventi.
il film non sarà un capolavoro, ma si vede benissimo.
buona visione - Ismaele
…Il rischio dell’operazione, come sempre nei biopic, era quello di una ricostruzione fedele ma pedante, di minuzioso descrittività paratelevisiva e di piattezza formale altrettanto paratelevisiva (mi riferisco alla tv prima della serialità attuale). Nicchiarelli aggira bene l’ostacolo con una scrittura nitida, di una complessità leggera che sa restituire i personaggi e l’aria del tempo. Soprattutto, in modi per niente convenzionali, procede per ellissi, concentrandosi sulle tappe fondamentali nella traiettoria di Eleanor/Tussy e omettendo giunzioni e suture non necessarie. Imprimendo al film un ritmo discontinuo, a contrasto con la perfezione visuale da tableaux vivants della messinscena. E del suo Nico, 1988 conserva un’impronta genuinamente rock, per via delle musiche e per una scena in cui scatena nella danza Eleanor (bravissima Romola Garai) neanche fosse in un club berlinese del periodo Bowie/Heroes. Scelta richiosa che incredibilmente funziona. Non ci si annoia mai a seguire le trame e sottotrame di famiglia, i segreti, le contraddizionidi Karl Mark, rispettato da Nicchiarelli ma non trasformato in totem intoccabile. E si segue il folle e disperatissimo amore di Tussy per un uomo che non la merita e da cui non si saprà sottrarre né salvare (relazione tossica!, si direbbe oggi). Ma il film è anche riscoperta di una donna che, pure schiacciata da una vita infelice e da un padre troppo ingombrante, sa essere militante, organizzatrice politica, anticipatrice delle battaglie femminil-femministe (il suo discorso sulle donne oppresse anche all’interno del movimento operaio è di una lucidità impressionante)…
COMMENTO DELLA REGISTA
La storia di Eleanor mi ha dato l’opportunità di
esplorare temi incredibilmente contemporanei in un contesto d’epoca, ma ho
ritenuto necessario capovolgere i clichés del dramma in costume. Ho cercato di
sovvertire l’immagine dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella
emblematica e moderna di una donna che combatte sul fronte personale e
pubblico. Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con
delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i suoi guai
condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa storia richiede anche un
profondo rispetto: le battaglie di Eleanor e dei suoi compagni risultano
più che mai attuali e urgenti, oggi come ieri.
…Miss Marx è innanzitutto
un dramma in costume con tematiche tutt’oggi attuali, la Nicchiarello ci mostra
quanto Tussy (così veniva chiamata dal padre) combatta le oppressioni e lo
sfruttamento degli operai, e quanto sia importante lottare per l’affermazione
individuale con la speranza e l’obiettivo di un domani migliore. La sfida
maggiore di Miss Marx è
di mantenere alta l’attenzione dello spettatore e di non annoiarlo con
digressioni storiche o ideologiche, anzi, la regista attua lo sguardo in camera
di Romola Garai (Eleonor
Marx) che cattura così l’attenzione ed evidenzia con consapevolezza e
autorevolezza le sue battaglie personali (e non).
Il suo attivismo si intreccia nel 1883 con il suo legame
amoroso con lo scrittore Edward Aveling (Patrick
Kennedy) che, la trascina in un vortice emotivo da cui non riesce a
salvarsi e per cui sceglie una fine tragica ed estrema.
Miss Marx é
un film che ci convince sotto diversi aspetti e di questo ne dobbiamo dare
merito alla regista Susanna
Nicchiarelli, abile maestra nel saper guidare gli attori e sapiente
narratrice. Romola Garai si
dimostra intensa, toccante, in grado di saper trasmettere il fuoco degli ideali
di Eleonor Marx, ma allo stesso modo di esprimere le sue insofferenze e la sua
determinazione nel voler rompere la convenzionalità sociale di quegli anni…
…La frontalità fissa del primo piano è un espediente cui la regista qui ricorre spesso (tipo: un quarto di tutto il film), all’evidente ricerca di effetti pittorici, qualche volta singolarmente notevoli, ma che contribuiscono alla rigidità complessiva e di rado sono resi vibranti dal parlato, e due sole volte da una rivelazione proveniente dal fuori campo. A un certo punto – ed è una bella trovata, se non si tratta di un riflesso inconsapevole – in una fase in cui imperano sfumazzate d’oppio ed Eleanor fatica a celare la devastazione interiore, le sembianze della donna vengono quasi a coincidere con quelle della prostituta bevitrice d’assenzio ritratta da Degas. È ipnotica una scena-flashback in cui la piccola Eleanor svolge una sorta di test linguistico-moralmente attitudinale alle sorelle, a Marx ed Engels mentre vi si sottopone lei stessa; incantevole, eppur sobria, la scenografia; deliziose cinque o sei riprese dall’alto degli interni; corretta la ricostruzione storica filtrata anche attraverso le lettere familiari. Ma il film è roso (e corroso) dall’ossessione di mostrarci come tutta questa vicenda sia terribilmente contemporanea, troppo ripiegato sulla ricerca del collegamento e dunque di un idealtipo per soffermarsi oltre un certo limite sulle interazioni tra i personaggi, che sono più usati che amati. Per rinforzare l’effetto macchina del tempo spara anche il punk di sottofondo – Gatto Ciliegia e Downtown Boys – molto bello, ma che non regge tanto il peso estetico della disarmonia, e più che contemporaneo fa tanto estemporaneo.
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