una storia che sembra già vista, ma sempre nuova.
due fratelli poliziotti, figli d'arte, diventano sceriffi, carnefici e assassini.
e quando si accorgono di cos'hanno fatto è troppo tardi, il mondo gli crolla addosso, tutti i sogni, speranze, progetti vanno a quel paese.
bravi attori e tragici paesaggi.
non sarà un capolavoro, ma non fa male, anzi... - Ismaele
…Magistralmente supportato dalla fotografia
di George Richmond e
dalle musiche di Daniel
Pemberton, Blood mostra
qua e là qualche crepa nei dialoghi, prevedibili e privi di spessore, ma
recupera ampiamente con le interpretazioni di un cast tutto anglosassone.
Accanto alle ottime prove di Paul
Bettany e Graham, si distingue la recitazione
asciutta e decisa di Mark Strong, perfetto nella parte del solitario Robert. Splendide le
panoramiche dell’isola, metafora di una realtà sospesa, lontana dalle regole
sociali e per questo “adatta” ad ospitare crimini che rimangono impermeabili
allo sguardo della comunità. Murphy avrebbe potuto osare qualcosa di più,
nell’intreccio (a tratti un po’ piatto) come nello studio del protagonista, ma
è riuscito comunque a dar vita ad un thriller di tutto rispetto, un poliziesco
psicologico dai risvolti tanto amari quanto morbosi.
…Il sangue non è solo
quello che scorre, il sangue è anche quello che lega i padri ai figli, nel
solito continuo altalenante rapporto di amore/odio reciproco. Siamo ben lontani
dal cinema di Clint Eastwood o di Paul Thomas Anderson, molto ben lontani. Ma il tentativo di
Murphy è proprio quello di andare in quella direzione. Non ci riesce, quasi
nessuno può.
Il risultato non
affonda nella mediocrità, però. Grazie a Paul Bettany e Stephen Graham, capaci di dare peso e gravità ai due fratelli ed alla
loro crisi irreversibile; e all’uomo-garanzia, Mr. Mark Strong, come sempre
bravissimo, e perfettamente a suo agio nel ruolo del malinconico e solitario
giustiziere.
Blood
non ci dice quasi niente, ad essere sinceri. Quello che ci frega, a noi, è che
amiamo il genere. E un film così, con queste facce, questi posti, questo vento,
noi siamo praticamente costretti ad apprezzarlo. Voi potete anche ignorarlo,
non vi perdete niente.
…Finale prevedibile, ma impreziosito della
bellezza di una location magica, Hilbre Island, soggetta all'andamento delle
maree e separata dalla terraferma per lunghi periodi di tempo. Questo paesaggio
lunare, immortalato dalla bellissima fotografia di George Richmond, connota uno spazio atemporale in cui dimora una comunità
isolata e protettiva. Un purgatorio sospeso, separato dal resto del mondo, in
cui si consuma una battaglia tra giustizia e onore, tra senso di colpa, verità
e menzogna.
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