tanti attori bravi, e Tim Blake Nelson, anche uno dei protagonisti, riesce a dare un senso a tutto.
poi non sarà perfetto, e neanche è troppo intellettuale, come ho letto da qualche parte, la differenza non è fra film intellettuali e non, ma fra film belli e brutti.
e questo è un bel film, sicuro - Ismaele
…Tim Blake Nelson dirige ed interpreta
questo dramma corale, dove persone fra loro esplicitamente o implicitamente
correlate, si confrontano sugli stessi quesiti antichi, imperituri e
insondabili che da sempre tormentano l'uomo: quel è il significato ultimo della
vita, perché il mondo è così spregevole, qual è la verità? Non a caso Walter
Zarrow è un professore di filosofia alla Columbia University, il figlio Adam
Zarrow (Tim Blake Nelson) si destreggia fra problemi familiari; in qualche
altra parte della città Jeffrey (Michael K. Williams) sta cercando di aiutare
un suo amico d'infanzia (K. Todd Freeman) ad uscire dalla dipendenza di eroina,
e nel New Jersey una casalinga (Gretchen Mol) si consola con l'alcol mentre il
marito si trova in China per lavoro. Sophie (Kristen Stewart), voce della
sofferenza del mondo, è una studentessa del professor Zarrow che soffre di
depressione e autolesionismo, deve procurarsi delle ferite per sentirsi viva.
Questi personaggi gravitano attorno al mondo del professore, o sono coinvolti
nella sua aggressione: tutti però cercano redenzione, salvezza o compassione,
imprigionati in una condizione di anestesia del corpo e dell'anima…
…Al centro, troviamo la bussola morale rappresentata del professore
Walter Zarrow, un personaggio impreziosito dal talento di Sam Waterston (eccezionale
in Urla del silenzio).
Intorno, tante fonti luminose con poco tempo per brillare, come succede a Kristen Stewart,
assolutamente in parte nel corpo estraneo di Sophie, torturato da un malessere
incontrollabile.
D’altronde, Anesthesia dura
appena ottanta minuti, un raggio insolitamente breve per un formato collettivo,
e non concede il respiro che servirebbe per l’armamentario sciorinato, in
protratto avanzamento tra amicizia e amore, la prima volta e anche l’ultima.
Un problema evidente
soprattutto in coda, con una punch line gestita malamente (l’aggressione al
centro di tutto è raffigurata in maniera innaturale), e complessivamente simile
a un cliffhanger da
serie televisiva ma senza una seconda occasione per risolvere le questioni aperte.
Complice anche una cornice
televisiva, Anesthesia appassiona,
fa percepire quanto sia inestimabile il valore di un attimo, ma lascia
interdetti, perché il testo ad ampio spettro meritava più approdi e
maggiormente definiti, per far sì che le sue tante stelle brillassero come
avrebbero meritato.
Penalizzato.
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