sabato 23 maggio 2020

Blow – Ted Demme

Blow è uno di quei film le cui valutazioni vanno dal cult alla cagata pazzesca.
provo a smontarle entrambe.
probabilmente è diventato cult perchè un giovincello come tanti è divetato un boss della droga, senza fare troppo rumore, poi è stato sfortunato e si sono aperte le porte della galera, lasciandosi dietro il rimpianto di un padre assente e fallito.
in realtà è anche una piccola storia sulla banalità del male, che trova spesso tutte le porte aperte, e nessuno se ne accorge, o fa finta.
e d'altronde non è neanche un film pessimo, è solo un prodotto medio, si può dire, con una fortissima sensazione del già visto, bravi attori, succedono mille cose, ma certamente non arriva ai piani alti del Cinema.
conunque la penserete, buona visione - Ismaele






L’Io narrante crea subito una vicinanza con il criminale che si amplia nella descrizione di simpatici pivelli apprendisti, poi famiglia allargata di amici e amanti: con i suoi ideali di lealtà e il suo debole nell’Amore, per quanto dedito a infrangere la legge, il protagonista diventa la prima vittima di un Sistema poco romantico, dove gli insegnamenti della figura paterna (il denaro non conta, conta essere felici) sono fagocitati da quelli della figura materna, traditrice come tutte le altre rappresentanze femminili nella sua vita (e il racconto si fa circolare). Bello anche il modo di Demme di utilizzare brani rock anni settanta.

Che strizzi l'occhio in modo energico a "Goodfellas" è parecchio evidente, che la storia raccontata sia pesantemente romanzata lo è altrettanto. Ma nonostante questo "Blow" è un film che riguardo sempre con piacere, pur riconoscendone i difetti anche di non poco conto. Il tutto infatti si svolge in maniera fin troppo semplificata, sembra veramente che con niente uno possa crearsi un impero nello spaccio della droga, i dialoghi poi sono talvolta (ma non sempre) troppo scontati. Ma visto come un film di puro intrattenimento, funziona molto bene…

Ascesa e declino di George Jung, da piccolo spacciatore sulle spiagge della California a narcotrafficante di riferimento di Pablo Escobar. Trent'anni e passa di storia personale volano in un attimo, ( senza riferimenti storici in parallelo, purtroppo) ed almeno fino all'ingresso in campo di Penelope Cruz il film è grintoso ed a tratti esaltante, proprio come la scalata di Jung ai piani alti della criminalità. Da quel momento però Demme cambia il registro, cade in qualche banalità ed eccede in sentimentalismi, rischiando anche di sconfinare nel patetismo. I tradimenti e i volta faccia poi non si contano, tanto che a fine visione il dubbio che George Jung sia un genio o uno stupido è molto forte..
Con i suoi difetti è comunque una pellicola apprezzabile, molto attenta alle tematiche famigliari e con una bella colonna sonora. Johnny Depp è perfetto nella parte del protagonista, Franka Potente molto più in parte della sguaiata Cruz.

En todo caso, Blow funciona más o menos bien hasta la mitad de la trama aproximadamente. Entonces, conforme entra en escena el personaje que interpreta Penélope Cruz, la película da un brusco giro desde el thriller hacia el melodrama e instantáneamente comienza a hacer agua. Porque, si la primera parte el filme al menos tiene ritmo y se deja ver con cierto agrado, en la segunda se pone en evidencia la deficiente construcción de los personajes, cuyas motivaciones apenas se perciben.
Este problema es especialmente preocupante en el caso de George Jung, papel interpretado por Johnny Depp. El protagonista de Sleepy Hollow no consigue dotar de vida a un papel desconcertante, un individuo que, más allá de sus actuaciones delictivas, se nos presenta de un modo idealizado. En su vida privada, George es el yerno que toda suegra desearía tener, considerado, atento y muy cariñoso; de hecho, sus preocupaciones pasan más por cómo criar a su hija que por mantener su inmensa red de distribución de narcotráfico. La debilidad del protagonista lastra tremendamente el desarrollo de Blow, más aún teniendo en cuenta que Johnny Depp aparece prácticamente en todos los planos de la película.
Al lado de Jung, los demás personajes de la historia son meros parias, carecen casi por completo de entidad. Algunos lo sobrellevan con dignidad, como Ray Liotta, que pese a su excesiva juventud da credibidad al padre de George, o el español Jordi Mollà, que suple las carencias de su personaje con un histrionismo que lo hace atractivo. Desgraciadamente no se puede decir lo mismo de Penélope Cruz, perdida en un papel que, todo sea dicho, es poco más que la explotación de un estereotipo cultural…

“Blow” risulta semplicemente offensivo, film immondo sotto l’aspetto puramente estetico, prodotto basso, inutile e mal confezionato sotto quello commerciale.

Nessun commento:

Posta un commento