una storia di musicisti curdi in viaggio, in un Kurdistan che
esiste, e di voci di donne che resuscitano i morti.
appassionante e coinvolgente, non sarà perfetto, ma per me è un piccolo grande capolavoro da scoprire.
appassionante e coinvolgente, non sarà perfetto, ma per me è un piccolo grande capolavoro da scoprire.
aggiungo una speciale maledizione
per i nazisti che mettono in galera e ammazzano chi canta, chi fa film, chi
dipinge.
che il dio dell’Arte faccia scomparire in qualsiasi modo quei nazisti, con loro tutti i modi sono leciti.
che il dio dell’Arte faccia scomparire in qualsiasi modo quei nazisti, con loro tutti i modi sono leciti.
intanto buona (anzi ottima) visione,
non ve ne pentirete - Ismaele
…Come è nato il suo amore per il cinema?
In realtà non ho mai amato il cinema in quanto
tale. Vivevo in una piccola città di confine, dove c’era solo un cinema con un
piccolo negozio di panini. Quando mio zio mi portava al cinema c’era una specie
di rito: si comprava un panino e poi lo si mangiava in sala. Per molto tempo ho
pensato che fosse una specie di cerimonia legata al cinema. Poi ho scoperto che
il cinema poteva essere uno strumento per lasciare un segno, un’arma per
lottare.
Lei è un
regista giovane, che sta formando una generazione di cineasti ancora più
giovani di lei. Come è il suo rapporto con questa generazione futura?
In Iran si corre il pericolo che i giovani che
hanno talento si perdano in una situazione difficile. Il governo è come un uomo
che con una mano tiene la testa dei giovani sott’acqua, impedendo loro di
respirare. Ma è anche il paese in cui il 70 % della popolazione è giovane, e
con una storia molto antica. Negli ultimi quarant’anni si sono dimenticate
cultura e identità, ma spero che i giovani possano recuperare ciò che si è
perso.
Chi
produce i suoi film?
Li produco da solo, spendendo pochissimo. Ho
imparato che devo procurarmi i soldi da solo. Non sono ricco, però sono sempre
riuscito a recuperare quanto mi occorre per girare.
Quali
autori le piacciono del cinema italiano?
Io amo Bertolucci, l’ho incontrato qualche
volta, ho visto quando ero ragazzo Piccolo
Buddha e L’ultimo imperatore:
per me è un grande artista e una grande persona. Amo il neorealismo italiano, ma
per me Bertolucci è sinonimo di perfezione.
Può
raccontare qualcosa del nuovo film?
Questo è il mio primo film dopo essere andato
via dall’Iran, parla di un uomo di settant’anni iraniano che, appena uscito dal
carcere, cerca la sua famiglia, le sue radici e la sua identità. Ci saranno
pochi dialoghi, in lingua greca, turca e farsi. Sto ancora lavorando alla
sceneggiatura, a metà gennaio inizierò le riprese , ma spesso cambio all’ultimo
momento. Per esempio ne I gatti
persiani volevo parlare di due sorelle musiciste, ma quando ho
conosciuto i due protagonisti ho capito che la storia della loro vita
underground doveva essere raccontato e ho cambiato tutto una settimana prima di
iniziare a girare.
La sua casa di produzione si chiama Mij Film . In lingua curda significa
“nebbia”. Come quella che avvolge il Kurdistan e l’Iran, e che Ghobadi sta
cercando, con il suo lavoro, di far dissolvere.
…un film rarefatto e spettrale, di una bellezza
disperata ed ormai matura, dove il regista abbandona il realismo tragico delle
prime opere, scegliendo la forma del realismo magico per riflettere sulla
figura dell'artista. Mamo, il protagonista della pellicola interpretato da
Ismail Ghaffari, tenta di compiere il viaggio che Mastorna non è mai riuscito
ad intraprendere, in un film dove sono i morti a parlare ai vivi, nella
speranza che i vivi non si lascino e non li lascino morire. La mezza luna del
titolo si ripete in una doppia immagine, speculare ed oscura, andando a
fondersi in una nuova forma che contiene allo stesso tempo inizio e fine. Nella
fase iniziale della pellicola, Mamo, dalla sua fossa, volge lo sguardo verso un
cielo lucente, verso la metá della luna ancora viva ritagliata in esso; al
termine del suo viaggio l'unitá inizialmente dimezzata viene ricomposta
nell'immagine oscura dell'altra metá della luna, che si nasconde dietro il
volto bellissimo ed enigmatico di una donna, essere sospeso oltre il naturale che
recide i legami con la vita, oscurando definitavemente lo schermo. Il
protagonista è un corpo-fantasma che attraversa lo Stige accompagnato da un
Caronte che indossa una maschera comica, un corpo che reclama ancora vita per
la propria arte. Mamo è il musicista iraniano che ha aspettato 35 anni per
potersi esibire liberamente nell'Iraq curdo e per riunirsi con i suoi figli
musicisti, che incarnano tutti i figli curdi, e con la donna che dà voce
celestiale alla sua musica, anch'essa immagine che racchiude tutte le donne. Ma
Mamo è in realtá solo un morto che spera vanamente di essere ancora in vita,
come morta nell'odierno Iran è la libertà di poter esprimere la propria arte…
…Ghobadi has generally
explored three basic themes or messages in his films:
Kurdish culture, particularly its music
Kurdish culture, particularly its music
1.
The cruelty of
political borders that artificially separate people of a common culture
2.
The barbarous
and unjust way women are oppressed by the laws of the Islamic Republic of Iran.
In this film, he emphasizes
these three themes with more vehemence and with more artistic liberties than he
has done in the past…
…Overall, the Kurdish music is
the strongest and most moving aspect of the film, and I would have preferred to
have more of it. A particularly strong example and the most stunning moment in
the film is when Mamo retrieves Hesho from the village of 1334 women. This
symbolic scene is a visual and musical master stroke – very contrived, but also
stirring. It is also an exquisite needle with which to prick the Iranian social restrictions
on women. According to Iranian rules, a woman may not sing in public, but a
group of women, i.e. a women’s chorus, may perform in public. When Mamo goes to
this penal colony, he is told that the women there are so skilled with their
singing that they collectively sound like the voice of a single woman. And,
yes, on the soundtrack for this scene, as they all sing together, we hear the
voice of a single woman.
…Half Moon displays both a
sharpening of Ghobadi's filmmaking (his use of landscapes for both wry
absurdism and somber reflection is especially assured) and, somewhat more
problematically, an intensification of his penchant for the fantastic. The
film's increasing forays into mysticism culminate with the appearance of the
titular character (Golshifteh Farahani), a beautiful young woman who literally
drops out of the sky just as Mamo's odyssey hits a dead end. Part heavenly
envoy and part angel of death, she's a sketchy conceit that nevertheless
provides a moment worthy of Kusturica when her singing briefly breathes life
back into a body about to be laid into the ground. Such flourishes prove
redundant, however, in a film that at its most earthbound already poetically articulates
the need to keep Kurdish tradition from falling into the grave of cultural
crisis.
Nûdem Durak sembra uscire da Niwemang:
da qui
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