venerdì 21 aprile 2017

Re:legalized – un viaggio nella cannabis rilegalizzata - Francesco Bussalai

ecco un film che racconta un tema tabù, ma come dice il regista l'importante è parlarne, poi si vedrà.
il documentario rimbalza fra l'Oregon, dove la marijuana (o ganja, come la chiamano in India) è ri-legalizzata, solo per i maggiorenni (il ri- significa che è stata vietata per 60-70 anni, ma non lo è stata per milioni di anni) e lo studio del dottor Gian Luigi Gessa, neuroscienziato, a Cagliari.
il film è fatto davvero bene, difficile annoiarsi.
sarà interessante farlo vedere nelle scuole, e finalmente discuterne.
c'è una demonizzazione enorme sulle droghe, e anche sulle droghe leggere, che si chiamano così perché non danno dipendenza (si legge qui).
la tolleranza zero viene declamata dai rappresentanti della Guardia di Finanza, che spesso fanno incontri nelle scuole.
poi provi a dire che il tabacco uccide, l'alcool uccide, le auto uccidono, l'inquinamento uccide, le droghe leggere no, l'obiezione è sempre si inizia con le droghe leggere e poi si sa come finisce.
nel film si capisce anche perché esiste la tolleranza zero, motivi economici e politici, ma non si dice mai, se non nei documentari.
guardatelo se potete, se cercate il regista credo sarà ben felice di organizzare qualche proiezione dove volete voi, Perugia, Padova, Palermo, mi vengono in mente, ma se vivete in città che non iniziano con la lettera P, non preoccupatevi, il regista ama tutte le lettere.
buona visione - Ismaele








qui il sito del film, dove si possono trovare le informazioni sul film e su come fare per organizzare proiezioni per far vedere il film (è per questo che si fanno i film, no?)


qui un’intervista con Francesco Bussalai





dice il giudice Raffaele Cantone:

"Mi pongo una domanda, anche se non sono in grado di dare una risposta: una legalizzazione di una droga controllata, anche nelle modalità di vendita, non potrebbe avere effetti migliori rispetto allo spaccio che avviene alla luce del giorno nella totale e assoluta impunità e che riguarda amplissime fasce della popolazione giovane?".
"È un po' un'ipocrisia all'italiana ci nascondiamo dietro il proibizionismo sapendo che quelle norme sul proibizionismo servono a riempire le carceri, di extracomunitari in gran parte, e nessuno si preoccupa del perché il fenomeno cresce".


“Credo soprattutto che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità. Inoltre, il controllo delle droghe leggere evita interventi chimici che stanno portando anche alla tendenza all'assuefazione o al vizio.

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