un film divertente, a volte, ma non imprescindibile.
una curiosità: Susan Lynch aveva lavorato (tra gli altri film) in Svegliati Ned, che era un film migliore - Ismaele
This fatally unfunny Irish comedy doesn’t raise a
single laugh from its silly conceit of four rural Irish blokes deciding to lift
themselves out of a financial rut by hijacking a lorry full of Viagra and
reselling it to the sexually needy. Their plans go wrong of course: they hide
several barrels of the little blue pills down a well and the arousing chemical
starts to leak into the village’s water supply which, inevitably, causes
something to stir in the trousers of the folk in their sleepy hamlet.
Sounds hilarious? It’s not. The scriptwriters don’t understand that the sight of lots of people feeling a little horny isn’t in itself amusing – yet we have to bear umpteen nods, winks and naughty smiles (although, oddly, not a hint of an erection, presumably for certification reasons, which undermines the whole idea). Matters are made even worse when Linda Hamilton – yes, her from ‘The Terminator’ – turns up as a cartoon American cop on the trail of these amateur criminals. ‘Make mine a stiff one,’ says one of the cast. Me too, after watching this coy drivel.
Sounds hilarious? It’s not. The scriptwriters don’t understand that the sight of lots of people feeling a little horny isn’t in itself amusing – yet we have to bear umpteen nods, winks and naughty smiles (although, oddly, not a hint of an erection, presumably for certification reasons, which undermines the whole idea). Matters are made even worse when Linda Hamilton – yes, her from ‘The Terminator’ – turns up as a cartoon American cop on the trail of these amateur criminals. ‘Make mine a stiff one,’ says one of the cast. Me too, after watching this coy drivel.
…Una regia incerta e una sceneggiatura superficiale
lasciano i protagonisti, quattro buzzurri proletari, un po’ allo sbando.
Mediamente simpatici ma nessuno dotato di una verve particolare, si barcamenano
in una storia che di verosimile ha poco mentre tutto l’inverosimile restante
non diverte. C’è la retorica e la morale, una vicenda che oscilla tra la
commedia acida e la farsa senza prendersi alcuna responsabilità verso nessuna
delle due direzioni, così si hanno siparietti da film demenziale – gli
americani che piombano a indagare sul furto per conto della Pfizer sono
ritratti come dei pupazzi J-Joe, caricature senza spessore – momenti di ritrita
ironia su aplomb inglese e cialtroneria americania e la facile
contrapposizione dei due mondi, quello rurale depresso ma carico di valori
umani, e quello disumanizzato e ridicolo degli ipertecnologicizzati
investigatori che sembrano piovuti da un altro pianeta. Il tutto poco
amalgamato, il film procede fiacco e non osa, si dilunga nella prima parte
annacquandosi con una comicità dal sapore della barzelletta raccontata per la
decima volta, salvo poi non aver coraggio nel mostrare in maniera convincente
la trasformazione dei bolsi paesani in assatanati da sesso. Non c’è
ritmo, non c’è precisione nei tempi della commedia, alla storia non ci si crede
neppure un po’ e sembra non crederci neppure il regista che tratta il tutto in
maniera superficiale e scontata, andando anche a edulcorare quegli aspetti
surreali che avrebbero arricchito la vicenda. Soprattutto quando si arriva al
dunque e si dovrebbe ridere, non si ride. Una disfunzione ilare che si accorda
in pieno con tema, questo film soffre di ansia da prestazione nei confronti dei
capisaldi del genere ai quali fa riferimento ma non c’è pillola che possa
risollevare certe mancanze di talento…
… Forse si sarebbe potuta tagliare una
buona mezz’ora di film, ma ciò non toglie che, sebbene la qualità non sia il
massimo, “Holy Water” non possa comunque divertire il pubblico. La personalità
dell’irlandese viene spesso rimarcata, tra la birra onnipresente e battute
sugli americani e gli inglesi. L’Inghilterra, infatti, non è vista di buon
occhio: “Cosa c’è di peggio dell’Inghilterra? L’America!” si dicono i
protagonisti, mentre la prospettiva per il futuro diventa Amsterdam, insieme al
carico di Viagra. “Holy Water”
ci racconta una storia sopra le righe e ci mostra personaggi bizzarri, ma forse
dipinti con pennellate troppo leggere, tanto da non scavare a fondo nelle loro
personalità che, se approfondite, potrebbero risultare un prodotto davvero
interessante ed ancor più comico. Tanto per concludere, la pellicola scorre, a
tratti s’inceppa, ma di certo non arriva tanto in basso da essere considerata
pessima. Rischia, per poco, ma si salva in calcio d’angolo.
Nessun commento:
Posta un commento