domenica 12 marzo 2017

Holy water - Tom Reeve

un film divertente, a volte, ma non imprescindibile.
una curiosità: Susan Lynch aveva lavorato (tra gli altri film) in Svegliati Ned, che era un film migliore - Ismaele





This fatally unfunny Irish comedy doesn’t raise a single laugh from its silly conceit of four rural Irish blokes deciding to lift themselves out of a financial rut by hijacking a lorry full of Viagra and reselling it to the sexually needy. Their plans go wrong of course: they hide several barrels of the little blue pills down a well and the arousing chemical starts to leak into the village’s water supply which, inevitably, causes something to stir in the trousers of the folk in their sleepy hamlet.
Sounds hilarious? It’s not. The scriptwriters don’t understand that the sight of lots of people feeling a little horny isn’t in itself amusing – yet we have to bear umpteen nods, winks and naughty smiles (although, oddly, not a hint of an erection, presumably for certification reasons, which undermines the whole idea). Matters are made even worse when Linda Hamilton – yes, her from ‘The Terminator’ – turns up as a cartoon American cop on the trail of these amateur criminals. ‘Make mine a stiff one,’ says one of the cast. Me too, after watching this coy drivel. 

Una regia incerta e una sceneggiatura superficiale lasciano i protagonisti, quattro buzzurri proletari, un po’ allo sbando. Mediamente simpatici ma nessuno dotato di una verve particolare, si barcamenano in una storia che di verosimile ha poco mentre tutto l’inverosimile restante non diverte. C’è la retorica e la morale, una vicenda che oscilla tra la commedia acida e la farsa senza prendersi alcuna responsabilità verso nessuna delle due direzioni, così si hanno siparietti da film demenziale – gli americani che piombano a indagare sul furto per conto della Pfizer sono ritratti come dei pupazzi J-Joe, caricature senza spessore – momenti di ritrita ironia su aplomb inglese  e cialtroneria americania e la facile contrapposizione dei due mondi, quello rurale depresso ma carico di valori umani, e quello disumanizzato e ridicolo degli ipertecnologicizzati investigatori che sembrano piovuti da un altro pianeta.  Il tutto poco amalgamato, il film procede fiacco e non osa, si dilunga nella prima parte annacquandosi con una comicità dal sapore della barzelletta raccontata per la decima volta, salvo poi non aver coraggio nel mostrare in maniera convincente la trasformazione dei bolsi paesani in assatanati da sesso.   Non c’è ritmo, non c’è precisione nei tempi della commedia, alla storia non ci si crede neppure un po’ e sembra non crederci neppure il regista che tratta il tutto in maniera superficiale e scontata, andando anche a edulcorare quegli aspetti surreali che avrebbero arricchito la vicenda. Soprattutto quando si arriva al dunque e si dovrebbe ridere, non si ride. Una disfunzione ilare che si accorda in pieno con tema, questo film soffre di ansia da prestazione nei confronti dei capisaldi del genere ai quali fa riferimento ma non c’è pillola che possa risollevare certe mancanze di talento…

Forse si sarebbe potuta tagliare una buona mezz’ora di film, ma ciò non toglie che, sebbene la qualità non sia il massimo, “Holy Water” non possa comunque divertire il pubblico. La personalità dell’irlandese viene spesso rimarcata, tra la birra onnipresente e battute sugli americani e gli inglesi. L’Inghilterra, infatti, non è vista di buon occhio: “Cosa c’è di peggio dell’Inghilterra? L’America!” si dicono i protagonisti, mentre la prospettiva per il futuro diventa Amsterdam, insieme al carico di Viagra. “Holy Water” ci racconta una storia sopra le righe e ci mostra personaggi bizzarri, ma forse dipinti con pennellate troppo leggere, tanto da non scavare a fondo nelle loro personalità che, se approfondite, potrebbero risultare un prodotto davvero interessante ed ancor più comico. Tanto per concludere, la pellicola scorre, a tratti s’inceppa, ma di certo non arriva tanto in basso da essere considerata pessima. Rischia, per poco, ma si salva in calcio d’angolo.

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