una cronaca, la cinepresa segue Viorel, uno che ha un'ossessione e ha preso la sua decisione.
non ce la fa più, e lentamente, senza lasciare quasi niente al caso, compie le azioni che si era prefissato, in modo tranquillo, e altrettanto tranquillamente si consegna alla polizia.
una resa dei conti, di un uomo che non vede altre strade,
in tutto il film non c'è un sorriso, e neanche un'immagine che possa lasciare una speranza.
a Viorel non lo ferma niente e nessuno, decide lui quando fermarsi.
film lungo, per chi ha fretta, durata giusta per gli altri, in realtà la cinepresa segue Viorel, e i tempi sono i suoi, mica del regista (che, tra l'altro, i due sono la stessa persona) - Ismaele
non ce la fa più, e lentamente, senza lasciare quasi niente al caso, compie le azioni che si era prefissato, in modo tranquillo, e altrettanto tranquillamente si consegna alla polizia.
una resa dei conti, di un uomo che non vede altre strade,
in tutto il film non c'è un sorriso, e neanche un'immagine che possa lasciare una speranza.
a Viorel non lo ferma niente e nessuno, decide lui quando fermarsi.
film lungo, per chi ha fretta, durata giusta per gli altri, in realtà la cinepresa segue Viorel, e i tempi sono i suoi, mica del regista (che, tra l'altro, i due sono la stessa persona) - Ismaele
…Secondo
tassello delle “Sei storie dalla periferia di Bucarest” (progetto che il
regista rumeno ha ideato pensando naturalmente a Rohmer), Aurora potrebbe diventare tra qualche anno
film-manifesto di un nuovo corso cinematografico, che trova nella
contrapposizione tra adesione al reale ed esasperazione del nulla la chiave su
cui fondare il racconto dell’ambiguità umana svincolandosi da qualsiasi
demarcazione Bene vs. Male, definitivamente sepolti da Puiu. Che in qualche
modo, già in fase di scrittura, scommette su un azzardo estremo: 181′ per
inquadrare il disagio esistenziale di un uomo alla deriva, mostrarne
minuziosamente e ripetitivamente anche i gesti più insignificanti (lo spostare
gli oggetti in maniera ossessiva, il muoversi senza apparente motivo da una
stanza all’altra, lasciandolo spesso fuori campo, o seminascosto dietro porte
socchiuse), per arrivare alla dissacrazione del “mito cinematografico”
dell’omicidio, atto non più drammatico e/o spettacolare ma triviale e senza pathos,
alla portata di chiunque. Restare impuniti o trovare, come nel caso di Viorel,
poliziotti che ascoltano con noncurante tranquillità tutto quello che è
successo, alla fine, farà davvero poca differenza…
… Con un’ironia amara nel cogliere le
contraddizioni dell’umano che lo avvicina a Emil Cioran – il filosofo rumeno di
nascita ma francese di scrittura che condivideva la filosofia dell’assurdo del
suo connazionale Eugène Ionesco – Puiu racconta della trasformazione di un uomo
ad assassino, testimoniando la non eccezionalità dell’evento grazie
all’integrazione della storia intima del personaggio nella preparazione del
crimine ed eliminando dalla stessa ogni tentazione di spettacolarità ponendo
nel contempo molte domande cui offre pochissime risposte, tutte lasciate allo
spettatore.
Il suo scopo non appare altro che quello di raccontare un evento quanto il naturale passaggio del suo personaggio da uno stato all’altro. E quando l’evento si verificherà, Puiu continuerà a trattarlo non da climax quanto da ulteriore elemento della storia, come parte anomala della routine quotidiana del personaggio.
Il film si concluderà dopo tre ore che non si sentono affatto con un esito kafkiano che ricorda per ambientazione e tono quello amaramente esilarante e grottesco di “Politist, adjectiv” di Corneliu Porumboiu…
Il suo scopo non appare altro che quello di raccontare un evento quanto il naturale passaggio del suo personaggio da uno stato all’altro. E quando l’evento si verificherà, Puiu continuerà a trattarlo non da climax quanto da ulteriore elemento della storia, come parte anomala della routine quotidiana del personaggio.
Il film si concluderà dopo tre ore che non si sentono affatto con un esito kafkiano che ricorda per ambientazione e tono quello amaramente esilarante e grottesco di “Politist, adjectiv” di Corneliu Porumboiu…
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