dopo un po'capisci cosa sta succedendo, che lavoro fanno quegli strani
impiegati.
interviste, fino a una domanda chiara, che deve avere una risposta,
altrimenti non si chiude la pratica.
parlando di cose leggere, ricordi semplici, si arriva poi a chiedersi (noi
spettatori) cosa è la vita, e cosa ne resta.
è un film di Hirokazu Koreeda, e quindi è un film da non perdere,
sicuro - Ismaele
QUI il film completo, con sottotitoli in spagnolo
...Kore-eda filmed hundreds of interviews with ordinary people in Japan. The faces on the screen are so alive, the characters seem to be recalling events they really lived through, in world of simplicity and wonder.
Although there are a lot of characters in
the movie, we have no trouble telling them apart because each is unique and
irreplaceable.
The staff members offer a mystery of their
own. Who are they, and why were they chosen to work here at the way-station,
instead of moving onto the next stage like everybody else? The solution to that
question is contained in revelations I will not discuss, because they emerge
sonaturally from the film.
One of the most emotional moments in
"After Life" is when a young staff member discovers a connection
between himself and an elderly newarrival. The new arrival is able to tell him
something that changes hisentire perception of his life. This revelation, of a
young love long ago, has the kind of deep bittersweet resonance as the ending
of "The Dead," the James Joyce short story (and John Huston film) about a man who feels a sudden
burst of identification with his wife's first lover, a young man now long
dead...
...Outre les émotions, Kore-eda propose
une solide réfléxion sur ce que nous sommes, chacun de nous dans nos vies.
L'important tient dans les événements dithyrambiques que nous avons vécus et
nous nous devons d'en tenir compte. Vivez bien pour mieux mourir en somme.
Le traitement de leurs réminiscences sous forme de
métrages est assez ingénieuse. On fait un ersatz filmé en forme de best-of qui
comblera , de par sa véracité – encore une fois on retrouve l'attache
documentaire - ceux qu'ils l'emporteront comme un cadeau d'adieu.
Plusieurs bonnes idées font de ce film une curiosité enjouée et poétique. On regrettera cette approche froide et neutre, scénaristiquement justifiable, mais qui ne peut convenir à tous. La recherche de ces destins, agglomérés en ce lieu de transition, est sympathique mais le cinéaste japonais, désireux de rendre cela réaliste, se perd dans une mise en forme trop rigide.
Plusieurs bonnes idées font de ce film une curiosité enjouée et poétique. On regrettera cette approche froide et neutre, scénaristiquement justifiable, mais qui ne peut convenir à tous. La recherche de ces destins, agglomérés en ce lieu de transition, est sympathique mais le cinéaste japonais, désireux de rendre cela réaliste, se perd dans une mise en forme trop rigide.
...Prigionieri delle nostre categorie mentali, fatichiamo a identificarci, non ci è permesso liquidare come favola, mito, sogno, evasione o incubo quello a cui assistiamo, ma allo stesso tempo non riusciamo neppure a classificarlo come metafora da cui estrarre i connotati di una realtà rassicurante. Kore-eda è andato molto oltre, è un nuovo genere il suo, finora ineguagliato, è pensiero che si plasma in figura e parla da una dimensione altra, attraverso i mezzi della pura intuizione che è “…scoperta della vera natura delle cose e fondamenta dell'anima (potremmo dire gli archetipi del sé), in contrapposizione con i metodi estremamente razionali degli psicoanalisti.”(Yong-Kyun Bae per Milestone Film & Video Release)... da qui ...Oggetto del film non è rappresentare l'aldilà ma, col curioso pretesto illustrato, indagare sulla vita trascorsa in terra e non in termini generici e quindi riduzionisti (questo è proprio fantastico secondo me) bensì "clinicamente" su ogni singola vita, ognuno un caso a sé. L'uomo che non riesce a decidersi è il caso più interessante tra gli utenti, dal punto di vista drammatico, una vita trascorsa come se programmata, totalmente prevedibile e priva di slanci, in apparente felicità, va in crisi proprio nella scelta del ricordo, è emblematico e si presta a facili considerazioni. Sarà anche protagonista di un finale commovente. Dove però ho urlato alla genialità è stato quando il Cinema è entrato nel film. Il lavoro di costumisti, attori, operatori e tutti quelli che normalmente lavorano a produrre le scene da riprendere. La costruzione dei set per effettuare le riprese dei ricordi scelti è molto professionale, sceneggiatore e co-regista il titolare del ricordo. Non una novità in senso assoluto, certo, ma esplicitare così, con quella naturalezza, uno dei ruoli che il Cinema svolge, cristallizzatore di storie e Storia, di vite vissute, del sapere dell'uomo, è stato per me coinvolgente. In quel momento è stato come se mi fosse stata rivelata una delle ragioni per cui amo tanto vedere Film, forse la più importante: imparare. Il Cinema crea ricordi, più diretto ed immediato il messaggio non poteva essere.Film imperdibile... da qui |
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