sembrava
un piano perfetto, ma l'avidità gioca brutti scherzi.
la doppia
indennità frega Walter Neff e Phyllis
Dietrichson, Barton Keys, un investigatore delle assicurazioni, è quasi fregato
anche lui.
Billy Wilder e Raymond Chandler sanno come si scrivono
storie che siano perfetti meccanismi a orologeria.
le cose sembrano andare bene, ma Phyllis è "marcia dentro", così si definisce, e Walter resta catturato dalla dark lady, fatale per lui.
sembra una storia maledetta come tante, la differenza è Billy Wilder, e scusate se è poco.
godetene tutti, buon visione - Ismaele
…Il noir è un genere, ma fare un film di genere non
significa adeguarsi. Anzi, il noir è quel genere in grado di affondare la lama
nell'animo umano, in grado di descrivere un mondo e una società in tutte le sue
sfaccettature, senza freni inibitori: partendo da La fiamma del peccato per
arrivare all'ultimo film di Paul
Thomas Anderson (Vizio di forma), passando per i
capolavori con il detective Marlowe come Una donna nel lago di Montgomery o Il lungo
addio di Altman,
il noir non si ferma mai alla “storia”, per quanto possa essere complessa e
intricata. La funzione del noir è quella di mettere alla berlina un contesto
corale, sviscerarne le contraddizioni, individuarne il declino etico e
sottolinearne la conseguente involuzione…
…La
pellicola è un tassello essenziale del noir, vuoi per la perfezione tecnica
(scenografie capaci di descrivere vividamente l'ambientazione metropolitana,
fotografia impressionante coi suoi chiaroscuri, musiche che sottolineano in
maniera impeccabile i ritmi narrativi), vuoi per l'eccellente sceneggiatura che
si fonda e si sviluppa sui principali stilemi noir, cogliendoli,
enfatizzandoli, elaborandoli e perfezionandoli in un vero e proprio capolavoro
rappresentativo del genere…
…Lo sguardo di Billy è carico di autentico orrore verso
un'umanità degradata che vanamente si affanna ad affrancarsi da quella
condizione abietta che gli è propria e dalla quale solo la morte può liberarla.
Ogni inquadratura trasuda misantropia. Vista la "umanitas" di cui
parla, come dargli torto? Misantropo è solo colui che lucidamente guarda lo
squallore che lo circonda e se ne fa beffe. La modernità del suo sguardo,
all'interno di uno forma perfettamente classica, è allucinante. Chandler forgia
archetipi immortali: la dark lady perversa; un protagonista malvagio la cui
tardiva redenzione non riesce ad attenuarne la negatività; l'investigatore, che
rimane defilato, come nell'ombra, a ricostruire le intricate trame del caso.
Possibile, anche se discutibile come ogni approccio "psicoanalistico"
di matrice bellouriana, una interpretazione freudiana di questo terzetto,
soprattutto per le innegabili valenze edipiche del rapporto tra Neff
("figlio") e Keyes ("padre", coscienza critica, Super Io).
Ad interpretare questi tre ruoli tre icone del genere: Barbara Stanwyck, Fred
MacMurray, E.G. Robinson, quest'ultimo a sua volta protagonista di una storia
simile, seppure in versione "onirica", nello splendido La donna del ritratto di
Fritz Lang, dello stesso anno (1944). Robinson fu anche protagonista di molti
gangster movies (Piccolo Cesare).
Il fatto che Wilder abbia scelto proprio la sua "faccia da criminale"
per interpretare il ruolo del "buono" la dice lunga sulla Weltaschaung
dell'autore di Baciami stupido.
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