la coppia di investigatori è perfetta, almeno quanto quella di True detectives.
la storia non ti fa annoiate neanche un minuto, in un crescendo con pochi paragoni.
Assad, il poliziotto che non parla bene il danese, è il grandissimo protagonista di Jalla Jalla!.
vogliatevi bene, cercate questi poliziotti dei casi morti, in qualunque modo, non potrete che goderne, sono sicuro - Ismaele
la storia non ti fa annoiate neanche un minuto, in un crescendo con pochi paragoni.
Assad, il poliziotto che non parla bene il danese, è il grandissimo protagonista di Jalla Jalla!.
vogliatevi bene, cercate questi poliziotti dei casi morti, in qualunque modo, non potrete che goderne, sono sicuro - Ismaele
…Il regista sfrutta tutti gli strumenti a sua disposizione
per confezionare un gran bel thriller che mi fa dimenticare le prove non
superate da suoi colleghi nord-europei durante la scorsa stagione
cinematografica. Qui l’oscurità è preponderante, a un cupo presente si
contrappongono eterei e luminosi ricordi ma, nonostante siamo nella fredda
Scandinavia, la luce diviene sempre più calda e avvolgente ogniqualvolta ci si
trova in interni, quasi a contrastare il livido paesaggio esterno e a far
dimenticare le buie scene forti.
Interessante come la tensione riesca a crescere
nonostante gli appassionati del genere possano intuire come volgerà la storia.
A questo punto, poco importa, l’intrattenimento ha funzionato e il pubblico
appare soddisfatto. La sottoscritta di sicuro lo è, e lo promuove a pieni voti
nonostante sia tratto dall’ennesimo best seller, ma forse proprio perché mai
letto.
…Il personaggio di Carl
e quello di Assad ci sono spiattellati in faccia così, brutalmente, senza
troppe spiegazioni e presto prevale questa atmosfera tendente al tetro mutuata
dal trauma pregresso che si porta dietro Carl, la tenebra che si porta nel
cuore come un macigno è la sua caratteristica principale a cui fa da
contrappeso la solarità e la razionalità di Assad che lo guida quando Carl
tende a deragliare pericolosamente.
E gli succede piuttosto spesso.
E gli succede piuttosto spesso.
L'altro contrappeso
fondamentale di tutta la narrazione è la storia di Merete Lynggard .
Sto sorvolando sul caso di cui si occupano per non rovinare il piacere della visione: in realtà non è un vero e proprio spoiler perché viene tutto mostrato quasi all'inizio del film ma per me è stato un grosso shock e per questo non voglio anticipare nulla…
Sto sorvolando sul caso di cui si occupano per non rovinare il piacere della visione: in realtà non è un vero e proprio spoiler perché viene tutto mostrato quasi all'inizio del film ma per me è stato un grosso shock e per questo non voglio anticipare nulla…
…Il caso di Merete Lynggaard, giovane
donna scomparsa cinque anni prima, durante una traversata a bordo di un
traghetto in compagnia del fratello disturbato, archiviato sbrigativamente come
suicidio, non convince Carl, per tutta una serie di piccoli particolari, che
porteranno lui ed Assad ad indagare - spesso senza l'autorizzazione dei
superiori - per cercare di far luce su quel vecchio caso di cui a nessuno
sembra importare più nulla.
Il risultato
è un film senza troppi fronzoli (del resto è una co-produzione
danese-svedese-tedesca, mica hanno tempo da perdere da quelle parti) che
funziona, a partire dalla strana coppia formata da Carl e Assad, di cui
sentiremo ancora parlare. Probabilmente non in Italia…
…Nikolaj Lie Kaas y Fares Fares ofrecen
unas excelentes interpretaciones en sus encarnaciones de la pareja de
detectives que, aunque en un principio no comienzan su relación laboral con
buen pie, finalmente se apoyan el uno en el otro para sacar adelante el caso.
El carácter introvertido y arisco de Mørck contrasta con la positividad de un
Assad mucho más receptivo a acoger a su nuevo compañero de investigaciones, por
lo que ambos terminan complementándose a la perfección en su trabajo para el
polvoriento departamento Q. No puedo evitar que esta pareja protagonista, su
choque frontal inicial y la paulatina relación de respeto y cierta camaradería
que se establece entre los dos hombres, me recuerde a la de la serie revelación
de la HBO en 2014 True
Detective. El tono sombrío de la narración y sus ambientes, la necesidad de
desenterrar un crimen del pasado que aún tiene repercusión en el presente y la
importancia de los tensos interrogatorios por encima de la acción más
convencional, son otros elementos que ambas producciones comparten. Jussi
Adler-Olsen puede respirar aliviado. La adaptación al cine del primero de los
volúmenes de su serial ha sido un éxito, no solo de taquilla, sino también
artístico. El filme, técnicamente impecable –fotografía y música brillan a gran
altura–, contiene algún que otro momento, como la magnífica secuencia del
accidente automovilístico, que se queda grabado fácilmente en la retina del
espectador. Da gusto encontrar una muestra de cine negro europeo que ofrezca
entretenimiento ágil y de calidad, sin que sobre ni falte nada. Personalmente,
no pienso perderme la más que posible secuela.
…While heavily indebted to the new wave of
Nordic noir overtaking screens, the tables have been turned ever so slightly in The Keeper of Lost Causes as the buddy cop odd couple seek the
truth about their chosen case – not in details, but in focus. Two tweaks from
the status quo set the film marginally apart from the masses, even as its
narrative remains as perceptible and predictable as ever. Maintaining the
structure of the source material, Arcel and Nørgaard reveal Merete’s life in
tandem with Carl and Assad’s search, making the tale less a mystery and more an
exercise in waiting for the police to catch up with the audience. Though
robbing the feature of much of its tension despite obvious bait-and-switch
tactics, the approach also serves the main thrust of the movie: establishing
the main characters, their unlikely partnership and their against-the-odds area
of inquiry…
…ôté mise en scène, la
construction ressemble à un premier épisode d’une série télé. On comprend vite
que cette enquête ne sera pas la dernière. Mais cela ne nous empêche pas
d’être totalement pris dans cette enquête. Afin de rajouter de la noirceur au
film, les couleurs sont assez sombres et nous plongent totalement dans cette
ambiance nordique. Le rythme du film nous
emmène dans une tension quasi permanente afin de mieux s’immerger dans
l’enquête, comme si nous étions le troisième partenaire. Enfin, la musique
assez lugubre nous immergera complètement au sein de cette enquête.
Avec ce film, le
réalisateur Mikkel Norgaard réussit à nous plonger dans un polar nordique
sombre qui ne fait pas dans la dentelle. Grâce à celui-ci, nous serons comme un
troisième homme au sein de cette enquête. Le casting est excellent et joue avec
justesse. Tel un Cluedo, Miséricorde est le premier film d’une nouvelle saga
portée par un duo original.
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